“Ieri ho informato John Bolton che i suoi servizi alla Casa Bianca non sono più necessari. Sono fortemente in disaccordo con molte delle sue proposte e gli ho chiesto di dimettersi”.

Lo stesso Bolton, dopo l’annuncio del licenziamento, ha dichiarato di essere andato via su sua richiesta. “Volevo dare le dimissioni ieri sera, ma il presidente Trump mi ha detto:” Discutiamone domani “, ha scritto Bolton su Twitter. Ma a quanto pare, Trump ha voluto essere lui a licenziarlo specificandone i demeriti.

Lo scorso aprile John Bolton era  diventato all’età di 70 anni, il terzo consigliere per la sicurezza nazionale di Trump. Negli ultimi mesi, il loro rapporto è peggiorato: Trump si è lamentato con i funzionari dell’amministrazione che Bolton, chiedendo misure severe contro l’Iran e la RPDC, li stava trascinando in una guerra, lo riferisce il  New York Times.

Il nome del nuovo consigliere per la sicurezza nazionale sarà annunciato la prossima settimana.

John Bolton aveva prestato servizio nelle amministrazioni presidenziali di Ronald Reagan, George W. Bush e George W. Bush. Nel 2005, Bush Jr. aveva nominato Bolton alla carica di rappresentante permanente degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite. Bolton ha iniziato a lavorare come consulente di Donald Trump nell’aprile 2018 dopo le dimissioni di Herbert McMaster dallo stesso incarico.

Bolton è stato uno dei principali sostenitori dell’invasione americana dell’Iraq nel 2003. I rapporti di intelligence sul possesso di armi di distruzione di massa da parte di Baghdad si rivelarono falsi e a causa di quell’intervento, si stimano una cifra di deceduti che vanno intorno ad un milione di vittime e l’instabilità nell’Iraq continua ancora oggi. Inoltre, Bolton è l’ideologo del ritiro dal trattato nucleare iraniano e dell’inasprimento delle sanzioni a Russia e Siria.  Non pago di questi antecedenti, Bolton premeva l’attuale amministrazione per un intervento ancor più duro contro l’Iran, così come pure contro la Repubblica Nord coreana e il Venezuela. 

[su_panel shadow=”0px 5px 2px #eeeeee”]Trump sta continuando a mediare tra la linea politica di distensione che vorrebbe avere e i ‘falchi’ espressione dello ”stato profondo” da cui non può prescindere. Finora anche se la pace internazionale mostra i segui di grave deterioramento (anche per demerito della UE), il presidente americano sta cercando di minimizzare gli effetti nefasti della strategia portata avanti dall’apparato militare industriale e dai Think Thank americani che si alimentano delle tensioni.[/su_panel]

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