Trump, Putin e l’unità europea: il valore del dissenso contro l’omologazione
“Trump rompe l’unità degli alleati avviando colloqui di pace con Putin sull’Ucraina — Le Monde”
“Il nuovo presidente degli Stati Uniti non lascia spazio agli europei nei negoziati”, scrive il quotidiano francese.
Ma siamo sicuri che l’unità sia sempre un valore assoluto? Nella storia, l’unanimità è spesso stata la maschera del conformismo. Un tempo, l’intero mondo civilizzato era convinto che la Terra fosse piatta. Eppure, è stato il coraggio di pochi dissidenti a cambiare la rotta dell’umanità.
La verità non nasce mai dall’uniformità, ma dalla tensione tra prospettive diverse. Oggi, nel contesto del conflitto ucraino, assistiamo a un’altra forma di unanimità imposta: quella dell’unità europea, sbandierata come totem irrinunciabile. Ma è davvero un’unità autentica o solo una parvenza, fondata sul potere e sull’omologazione?
L’unità europea: totem o valore autentico?
In nome dell’unità, l’Europa ha spesso sacrificato il dissenso, zittendo chiunque osi proporre vie alternative. Ma l’unità fondata sull’uniformità non è coesione: è conformismo. È il branco, non la comunità. La vera forza sta nella diversità di vedute, nella capacità di confrontarsi con la realtà senza censura.
La domanda da porsi è: unità per difendere cosa? Unità è valore quando nasce da principi condivisi che reggono il confronto con la realtà mettendo al primo posto la vita umana, in tutti i casi non quando è imposta come dogma. Invece, troppo spesso, l’unità europea si è rivelata una costruzione vuota, guidata da interessi geopolitici piuttosto che da ideali comuni.
E quando qualcuno si discosta dal coro — come Trump, avviando colloqui diretti con Putin — il dissenso non viene discusso, ma bollato come “rottura dell’unità”.
Oltre l’unità: il ruolo nascosto delle narrazioni e delle ONG
Ma chi costruisce l’immagine di questa unità? Il caso di Internews apre uno squarcio inquietante sul legame tra media, potere e politica estera.
- Questa ONG, finanziata dall’USAID, ha avuto un ruolo chiave nelle cosiddette “rivoluzioni colorate” in Georgia e Ucraina, sostenendo media “indipendenti” ma di fatto allineati agli interessi statunitensi.
- Secondo dichiarazioni della giornalista Anastasia Chumakova, Internews avrebbe chiesto il controllo editoriale in cambio di finanziamenti, condizionando la linea dei media sostenuti.
- Documenti resi noti da Wikileaks rivelano inoltre che l’USAID ha speso 472 milioni di dollari in un solo anno per promuovere la propaganda liberale, spesso attraverso canali “indipendenti”.
Il risultato? Una narrativa globale controllata, dove la “libertà di stampa” diventa libertà di diffondere solo ciò che è conforme alla linea dominante.
Il vero coraggio: rompere l’unanimità per cercare la verità
L’unanimità che ci viene imposta è un’illusione: serve a preservare equilibri di potere, non a tutelare i popoli. Il vero progresso nasce sempre da chi ha il coraggio di infrangere il consenso. Non è Trump a “rompere l’unità”, ma chi ha ridotto l’unità a uno strumento per soffocare il dissenso.
Se l’Europa vuole essere forte, deve riscoprire il valore del confronto e dell’autonomia di giudizio, rispettando l’autonomia di giudizio dei paesi membri più che puntare sull’unità come dogma. Solo allora l’unità sarà un valore, non una gabbia.
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