Trump dichiara guerra ai cartelli della droga ed è una mossa che può sconvolgere il sistema

A molti potrebbe essere sfuggito, ma nel suo primo giorno in carica, il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo di portata straordinaria, avviando il processo per la designazione di alcuni cartelli messicani della droga come Foreign Terrorist Organizations (FTO). Questo atto, sebbene possa sembrare singolare, rappresenta una mossa senza precedenti nella lotta contro il narcotraffico e le sue connessioni con il sistema finanziario globale.

Un sistema collaudato di Connivenza

Questa decisione acquista un significato ancora più rilevante se si considera il coinvolgimento di alcuni settori dell’intelligence statunitense e delle grandi banche nel riciclaggio del denaro proveniente dal traffico di droga. È ben noto che la CIA abbia, nel corso della storia, beneficiato dei proventi dei cartelli per finanziare operazioni segrete e destabilizzazioni in vari paesi. Il caso di Barry Seal, reso celebre dal film American Made, ne è solo un esempio tra i tanti.

La connivenza tra istituzioni finanziarie e narcotraffico è documentata: il denaro sporco è stato spesso utilizzato per sostenere il sistema bancario globale, specialmente nei momenti di crisi. Antonio Costa, ex direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), dichiarò nel 2009 che durante la crisi finanziaria del 2008, i fondi del narcotraffico furono l’unico capitale liquido disponibile per molte banche in difficoltà.

Anche Wall Street risente di questo flusso di denaro, il che spiega perché l’iniziativa di Trump sia percepita come una minaccia diretta da determinati gruppi di potere. Potrebbe sembrare strano che Trump voglia intervenire in questo sistema, eppure la sua azione rappresenta una vera e propria scure su questi meccanismi.

Probabilmente, è lo stesso Deep State e i suoi sostenitori a trarre linfa vitale da questo circuito finanziario. In alternativa, Trump ha gettato le basi per la creazione di un fondo sovrano, con l’obiettivo di rendere il governo americano più indipendente, evitando di restare vincolato a questi schemi opachi, che nel lungo periodo si rivelano dannosi per la sovranità nazionale.

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HSBC_valentinesdemo_DSC_0163” by Michael Fleshman is licensed under CC BY-SA 2.0

Le Banche e il riciclaggio di denaro

Diverse banche internazionali sono state coinvolte in scandali legati al riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico:

  • HSBC (2012): La banca britannica è stata multata per 1,9 miliardi di dollari dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per aver facilitato il riciclaggio di miliardi di dollari del cartello di Sinaloa e di altri gruppi criminali.
  • Wachovia Bank (2010): Prima della sua acquisizione da parte di Wells Fargo, Wachovia permise il riciclaggio di circa 380 miliardi di dollari tra il 2004 e il 2007 senza adeguati controlli.
  • Deutsche Bank (2019-2020): Documenti trapelati mostrarono come la banca avesse facilitato operazioni sospette per oltre 1,3 trilioni di dollari, molte delle quali collegate a fondi illeciti.

La guerra di Trump ai Cartelli e il rischio per il sistema di potere

L’amministrazione Trump non si è limitata a contrastare il narcotraffico, ma ha cercato di smantellare le reti di corruzione che lo sostengono a livello internazionale. La designazione dei cartelli come FTO non è solo un provvedimento simbolico, ma una strategia che consente agli Stati Uniti di applicare misure drastiche contro chiunque fornisca loro “supporto materiale”, comprese le banche e le istituzioni finanziarie.

Non sorprende quindi che media internazionali come il Times di Londra abbiano attaccato Trump e, più recentemente, Elon Musk, accusandoli di minacciare lo status quo. Le resistenze non riguardano tanto le narrazioni superficiali sui social media, ma toccano interessi finanziari astronomici legati alla gestione del denaro sporco.

L’Ordine Esecutivo e le sue conseguenze

L’ordine esecutivo stabilisce che i cartelli rappresentano una minaccia alla sicurezza nazionale paragonabile a quella del terrorismo internazionale. Prevede inoltre che il Segretario di Stato, in collaborazione con il Dipartimento del Tesoro e il Procuratore Generale, identifichi entro 14 giorni i cartelli da designare come FTO o Specially Designated Global Terrorists (SDGT). Tra questi, si prevede che il Cartello di Sinaloa e il Jalisco New Generation (CJNG) saranno tra i primi ad essere ufficialmente riconosciuti come organizzazioni terroristiche.

Conseguenze per le Banche e le Istituzioni Finanziarie Messicane

Sebbene la misura non sia specificamente indirizzata alle banche messicane, esse si troveranno sotto il mirino delle autorità statunitensi per la loro possibile vicinanza agli affari dei cartelli. Questi ultimi hanno diversificato le loro operazioni ben oltre il narcotraffico, espandendosi in settori come il minerario, il trasporto, l’agricoltura e persino le telecomunicazioni.

  1. Rischio di sanzioni penali
    Fornire consapevolmente supporto materiale a un’organizzazione terroristica è un crimine. Dato che tale supporto include servizi finanziari, una banca messicana che elabori pagamenti, trasferisca fondi o converta valuta per un’azienda legata ai cartelli potrebbe violare la legge statunitense, anche se l’attività si svolge interamente in Messico. Inoltre, anche se le transazioni avvengono inconsapevolmente, le banche possono comunque essere coinvolte in indagini antiterrorismo.
  2. Congelamento e sequestro di beni
    Il Dipartimento del Tesoro USA ha il potere di bloccare qualsiasi bene appartenente a un cartello designato se depositato in un’istituzione finanziaria statunitense. Poiché molte banche messicane hanno conti di corrispondenza con banche negli USA, i loro fondi potrebbero essere congelati se legati a un’organizzazione terroristica.
  3. Azioni legali da parte delle vittime del terrorismo
    In base all’Anti-Terrorism Act (ATA), le istituzioni finanziarie messicane potrebbero affrontare cause civili da parte delle vittime della violenza cartellare. Ciò è già avvenuto in passato contro banche accusate di fornire servizi finanziari a gruppi terroristici come Hezbollah o ISIS.
  4. Conseguenze reputazionali e maggiore vigilanza
    Una banca messicana coinvolta in attività con cartelli designati potrebbe subire un danno reputazionale, portando a una riduzione delle relazioni con istituzioni finanziarie statunitensi e internazionali. Inoltre, le autorità USA potrebbero aumentare la sorveglianza e adottare misure punitive più severe contro tali banche.

Azioni Raccomandate per le Istituzioni Finanziarie Messicane

Considerando il rischio crescente di sanzioni penali e civili, le istituzioni finanziarie messicane devono adottare immediatamente misure per minimizzare il pericolo di coinvolgimento con aziende legate ai cartelli. In particolare, dovrebbero:

  • Condurre un’analisi dei rischi per identificare clienti e operazioni potenzialmente a rischio, soprattutto in aree geografiche associate ai cartelli.
  • Rivedere le politiche di “Know Your Customer” (KYC) per individuare collegamenti con cartelli designati.
  • Migliorare il monitoraggio delle transazioni per identificare schemi sospetti legati al narcotraffico.
  • Aggiornare le politiche di whistleblowing per incentivare i dipendenti a segnalare comportamenti illeciti internamente, evitando denunce dirette alle autorità USA.
  • Rivedere le dichiarazioni alle banche statunitensi per garantire trasparenza sui rischi legati al riciclaggio di denaro.
  • Monitorare gli sviluppi normativi e legislativi relativi alla designazione dei cartelli come organizzazioni terroristiche.

Una svolta nella lotta alla Criminalità Globale

La decisione dell’amministrazione Trump segna un cambiamento radicale nella lotta contro il narcotraffico, con un impatto che va ben oltre i confini messicani. L’iniziativa non si limita a colpire le organizzazioni criminali, ma apre un nuovo fronte nella battaglia contro la corruzione finanziaria e il riciclaggio di denaro su scala globale.

Le banche e le istituzioni finanziarie, per troppo tempo complici o beneficiarie dei proventi illeciti, potrebbero ora trovarsi di fronte a una stretta normativa senza precedenti. Il risultato di questa guerra finanziaria potrebbe ridefinire l’intero equilibrio di potere internazionale, portando alla luce connessioni oscure che fino ad oggi hanno prosperato nell’ombra.

In definitiva, l’obiettivo di Trump e del suo staff è ristabilire la supremazia del governo americano nelle decisioni politiche, sottraendole all’influenza di quel vasto conglomerato finanziario-industriale-politico che, come dimostrano i legami con i cartelli della droga, le grandi banche, Wall Street e la CIA, opera spesso attraverso connivenze e metodologie oscure. Un mondo che ha considerato anche plausibile uccidere Trump, pur di sopravvivere e proliferare ancora.