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Sull’autostrada M4 a sud della Siria, i ribelli costruiscono un ospedale pediatrico?

by Patrizio Ricci
24 Marzo 2020
Reading Time: 3min read
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Sull’autostrada M4 a sud della Siria, i ribelli costruiscono un ospedale pediatrico?
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Ovviamente per quanto possa sembrare inopportuno, questo è il titolo che avreste letto domani se questo presidio (foto apertura) – che per l’occidente è costituito da pacifici manifestanti – , sarebbe stato rimosso con l’uso della forza.

Tuttavia, come potete vedere, non si tratta di un ospedale  ma di un accampamento permanente dei simpatizzanti jihadisti che persistono nel far rimanere inattiva la rotabile M4 che collega Latakia lungo la costa con Aleppo.

Naturalmente non è una protesta di camionisti che rivendicano diritti sindacali, ma si tratta di terroristi che vogliono far collassare il paese già in ginocchio, ritardandone ulteriormente il già fragile tentativo di ripresa.

Secondo la narrativa dei media mainstream comunque questi sono ‘pacifici ribelli’ che lottano contro il despote Assad.

Qui infatti alcuni ‘pacifici manifestanti’ cospargono il fondo stradale con i chiodi, in segno di protesta non violenta.

Qui invece gli stessi fermano i carri turchi, ed alcuni si sono portati anche le armi al seguito per non lasciarle negli alloggi ed a ogni buon conto, al cuore non si comanda.

Scusate ma la tentazione di far ironia in questa situazione , è abbastanza forte. Ovviamente i ‘manifestanti’ sono gli stessi combattenti, in nessun villaggio della zona ci sono abitanti, essi sono fuggiti o allontanati preventivamente dall’esercito turco prima degli ultimi combattimenti.

Comunque questi i principali avvenimenti in Siria riguardanti il conflitto ancora in corso:

1.Attacco a convoglio militare turco.

Ieri la seconda pattuglia russo-turca è dovuta tornare indiretto dal percorso prefissato perché la manovalanza jiahdista di Tharir al Sham (ovvero al Qaeda in Siria) e simpatizzanti hnnoa ostruito la carreggiata della M4 Latakia Aleppo.

una delle barriere di terra che ostruiscono la M4

Il 19 marzo i militanti hanno teso un’imboscata ad un convoglio dell’esercito turco sull’autostrada M-4 vicino al villaggio di Makhambel (tra le città di Ariha e Jisr al-Sugur).

Uno o più dispositivi esplosivi sono stati fatti esplodere lungo il percorso del convoglio. Dopo l’esplosione, combattenti sconosciuti hanno sparato contro i militari turchi con armi automatiche. La sparatoria è durata circa 15 minuti.
A seguito dell’esplosione, una delle auto è stata gravemente danneggiata, due soldati turchi sono stati uccisi, molti altri sono stati feriti di varia gravità: i rappresentanti dell’opposizione siriana hanno protestato contro i militanti del gruppo terroristico Hurras al-Din, ma l’organizzazione ha smentito.

Dopo l’attacco i turchi si sono ritirati dalle città di Sarmin e Binnish.

Secondo le risorse di informazione in Siria, l’esercito turco starebbe preparando un’operazione speciale contro i militanti nell’area dell’autostrada M4 (Latakia-Aleppo) nella zona di de-escalation di Idlib. Questa informazione è stata confermata dal giornalista russo  Evgeny Poddubny.
Da diversi giorni, è in corso un movimento di convogli militari turchi con varie attrezzature, munizioni e personale in questa direzione.

2. I jihadisti continuano ad attaccare l’esercito siriano.Questa notizia è abbastanza contraddittoria perchè  i militanti continuano ad attaccare l’esercito siriano.

Precisamente la mattina del 19 marzo 2020, i militanti dell’alleanza radicale islamista “Harid al-Muminin”, dopo una serie di attacchi missilistici e di artiglieria, hanno tentato di attaccare le posizioni dell’esercito siriano nel settore meridionale del fronte – nelle vicinanze del villaggio di Khazarin.

Tre posizioni dell’esercito furono attaccate contemporaneamente: nell’area dei villaggi di Melladzha, Dara al-Kabir (vicino al villaggio di Khazarin) e nei sobborghi nord-occidentali della città di Kafr Nebel.

In risposta, sotto i colpi dell’artiglieria e dei mortai dell’esercito siriano, i militanti subirono perdite significative e furono costretti a ritirarsi nelle loro posizioni originali nel villaggio di Fatira.

Fonti locali siriane affermano che i militanti di “Wa Harid al-Muminin” non hanno agito da soli. Sono stati attivamente supportati da gruppi appartenenti all’alleanza di Hayat Tahrir al-Sham e dai militanti turchi del Fronte di liberazione nazionale (il che significa che i militari turchi erano ben consapevoli della preparazione degli attacchi).

L’attacco a Khazarin del 19 marzo ha distrutto completamente il mito della “tregua” in Idlib. Non si tratta di una casualità, come presenteranno l’episodio fonti ufficiali, ma di un’azione programmata, il cui numero probabilmente – se non ostacolato – aumenterà nel tempo.

3. Il ministro della difesa russo arriva in Siria. 

Intanto proprio per parlare della tregua di Idlib – sempre oggi – il ministro della Difesa siriana ha raggiunto la Siria . Quindi prima di fare il tour programmato, ha incontrato il presidente Assad con cui ha discusso la tregua in Idlib e i problemi riguardanti le problematiche inerenti i bisogni e la ripresa delle attività produttive nel paese.

Tags: Siria

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Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cultura Cattolica, Samizdatonline, Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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