Sudza: L’impresa impossibile delle forze speciali russe che hanno camminato per 12 km in un oleodotto

L’esercito russo ha compiuto un’avanzata fulminea verso Sudza, nella regione di Kursk. Tuttavia, l’aspetto più discusso di questa offensiva è stata l’audace infiltrazione delle forze speciali russe attraverso un gasdotto sotterraneo. Una missione al limite del suicida, caratterizzata da difficoltà estreme lungo il percorso e culminata con l’emersione in territorio ostile, dove le truppe ucraine disponevano di una netta superiorità numerica.

L’impresa delle squadre speciali russe a Sudza è stata confermata dallo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine. Secondo quanto riportato dai media ucraini, gruppi d’assalto russi si sono infiltrati nella regione utilizzando una diramazione di un gasdotto per cercare di stabilire una testa di ponte nei pressi della città di Sudza, nella regione di Kursk.

Le forze ucraine hanno affermato di aver individuato, bloccato e ingaggiato le unità russe, con pesanti combattimenti in corso. Gli attacchi più intensi sono stati segnalati lungo l’asse da Korenevo a Sudza, nonché nelle zone di Novoivanovka, Malaya Lokni e a sud di Sudza.

Le unità russe coinvolte includono Marines (177° Reggimento e 810ª Brigata), truppe aviotrasportate, combattenti del battaglione Akhmat e del 1427° Reggimento.

Ecco uno stralcio dal famoco blogger Simplicius76 su substack:

Un resoconto dettagliato di un’impresa leggendaria

“Potrebbe non esserci connessione per un po’. Potremmo essere diretti verso un viaggio senza ritorno. Suicide Squad…”

“I ragazzi sapevano che stavano andando incontro alla morte. Ma sono andati. Da soli. Volontariamente.”

“È un piano folle, ma non abbiamo alternative… Deve funzionare.”

Hanno camminato sapendo che la morte poteva attenderli lungo la strada. E se non fosse accaduto subito, sarebbe successo dopo. Nell’ombra. Senza poter avvisare i propri cari, senza un addio, senza spiegazioni.

Nessuna comunicazione, nessuna possibilità di decifrare i messaggi. Parole scambiate con apparente leggerezza. Dopo tre anni, anche i più lucidi avevano smesso di porsi domande. Accettando la realtà così com’era.

Pezzo dopo pezzo, da frammenti raccolti da amici e parenti, è stato ricostruito un quadro terribile.

L’unico modo per arrivare a Sudzha – e non c’era dubbio che si parlasse della città russa martoriata – passava sottoterra. E quando il puzzle si è completato, l’orrore ha preso il sopravvento. Era davvero un biglietto di sola andata.

Camminare, strisciare per quasi 16 chilometri in un tunnel angusto e sporco, largo appena 1,45 metri, impregnato di fumi tossici di gas liquefatto. Aspettare, accovacciati in un tubo, il segnale dell’assalto per giorni. Respirare metano, escrementi, il vomito di chi, avvelenato dai gas, non ce l’aveva fatta. Nessuna possibilità di evacuazione: il nemico era più vicino di chiunque potesse salvarli. L’acqua e il cibo finivano. Il tempo si dilatava.

Eppure, non sono impazziti. Non sono crollati per la claustrofobia. Non hanno ceduto al panico. No, no, no… Centinaia di no, che hanno reso questi uomini dei veri superuomini agli occhi del mondo.

Questo non è il limite delle capacità umane. È oltre.

Un guerriero affronta ogni battaglia sapendo di poter morire. Ma la vera prova, il vero sacrificio, era partire consapevoli di morire non in combattimento, ma lungo il viaggio.

Questa impresa, scritta con il sangue e il coraggio di soldati russi comuni, entrerà nei libri di storia e nelle accademie militari. I film e i libri che ne parleranno non potranno mai trasmettere una cosa: il terrore agghiacciante di chi, nelle retrovie, poteva solo intuire, senza sapere davvero.

Ma questa è la strada.

E forse nessuno potrà mai comprendere fino in fondo cosa abbiano provato questi uomini. Il sale della terra. Il cui nome sarà ricordato per sempre, finché esisterà chi trasmetterà la memoria della loro impresa.

Gruppo Aida Spetsnaz “Akhmat”
30° Reggimento
11° Brigata
ODSHRB “Veterani”
DShBR “Vostok”
Corpo dei Marines 106° Brigata

Voi siete gli EROI della RUSSIA

Eterna memoria ai caduti. Gloria eterna a tutti i partecipanti all’operazione.

Siamo orgogliosi di vivere nella vostra stessa epoca.

 

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