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Stretto di Hormuz – Il video diffuso dall’US Navy come ‘pistola fumante ‘ è stato chiarito: è la petroliera colpita che ha chiesto l’intervento iraniano per la rimozione della mina

14 Giugno 2019
in ULTIMI POST
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Stretto di Hormuz – Il video diffuso dall’US Navy come ‘pistola fumante ‘ è stato chiarito: è la petroliera colpita che ha chiesto l’intervento iraniano per la rimozione della mina

foto RIA Novosti

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Giovedì mattina nel Golfo di Oman sono state colpite due petroliere, la Front Altair (sotto la bandiera delle Isole Marshall) e Kokuka Courageous (battente bandiera panamense).

Precisamente, sulle due navi si sono verificate esplosioni a causa di mine magnetiche che qualcuno ha agganciato sugli scafi sopra le linee di galleggiamento.  

Secondo l’agenzia di stampa IRNA, in soccorso sono sopraggiunti soccorritori iraniani: i 44 marinai delle petroliere danneggiate sono stati trasportati nel porto iraniano di Jask. In zona è sopraggiunto anche un cacciatorpediniere USA che ha accolto a bordo 11 marinai della Kokuka Courageous , tutti giapponesi.

Le accuse degli Stati Uniti

Gli Stati Uniti, che hanno assunto una dura posizione anti-iraniana sotto l’amministrazione Donald Trump, hanno prontamente accusato l’Iran di essere dietro questi attacchi. Il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton ha dichiarato:

“È chiaro che l’Iran è dietro l’attacco di Fujairah. Chi altro pensate che potrebbe farlo? Qualcuno dal Nepal? ”

Anche il segretario di stato Usa Mike Pompeo ha accusato l’Iran:

“Sono loro i responsabili, per colpire gli alleati degli Stati Uniti. Gli spudorati attacchi nel Golfo di Oman fanno parte di una campagna dell’Iran per aumentare le tensioni e creare sempre più instabilità nella regione. La risposta sarà economica e diplomatica”.

Teheran, naturalmente, nega queste accuse, accusando Washington di comportamenti aggressivi. Come è noto, gli americani non solo hanno rotto unilateralmente l’accordo nucleare con l’Iran e rafforzato le sanzioni ma agli inizi di maggio hanno anche inviato un gruppo di portaerei e bombardieri B-52 nella regione del Golfo Persico.

Senza dubbio l’incidente che ha coinvolto le due petroliere sarà utilizzato da Washington per aumentare la pressione sull’Iran. Ma nel coinvolgimento diretto di Teheran all’incidente ci sono grossi dubbi. È ovvio che le autorità della Repubblica islamica sono ben consapevoli che l’uso della forza militare contro navi civili pacifiche è irto di conseguenze estremamente gravi, persino disastrose.

Quindi il sospetto è che l’attacco contro le petroliere possa essere stato una provocazione di una sorta di “terza forza” che abbia agito contro l’Iran, per aumentare la tensione. Del resto, in Medio Oriente, Teheran ha abbastanza avversari ostili. Gli stati che potrebbero essere interessati all’aumento della tensione tra USA e Iran sono principalmente Israele all’Arabia Saudita. Tuttavia il giornale israeliano Haretz riconosce che l’incidente possa essere stato compiuto dagli iraniani (“Oman Attack: Iran Is the Immediate, but Unlikely, Suspect“), ma più plausibilmente da altri, addirittura – lascia intendere – dagli Stati Uniti stessi.

L’incidente nello stretto di Hormuz è avvenuto durante la visita del premier giapponese Abe a Teheran

Comunque è rilevante che di quanto è accaduto nella acque dello stretto di Hormuz non beneficia di certo l’Iran. Infatti, l’incidente è avvenuto durante la visita del premier giapponese Abe a Teheran (questo è il primo viaggio del Primo Ministro giapponese a Teheran dal 1978) che si era proposto di mediare tra Iran e USA. Questo, naturalmente, è un altro elemento che indica la strana coincidenza, visto che una delle due navi era affittata da una compagnia giapponese.

Ora naturalmente – a causa delle due petroliere colpite – la missione di mantenimento di Shinzo Abe si fa più complicata. Abe comunque incontrerà Trump il 28 e 29 giugno , nell’ambito del G20, a Osaka. Tuttavia, è significativo che i media giapponesi non credono alla accuse di Pompeo.

E’ molto chiaro che una parte dell’amministrazione USA – il cosiddetto ‘stato profondo’ – sta cavalcando la vicenda per intensificare la tensione tra Teheran e Washington, mentre e il presidente Trump si era appena detto disponibile al dialogo ed ad un incontro con il Premier iraniano.

Teheran respinge le accuse

In proposito, il ministro degli esteri iraniano  Mohammad Javad Zarif , dichiara che i sospetti sull’Iran sono privi di fondamento, mentre è del parere che invece il ‘gruppo B’ potrebbe aver a che fare con l’incidente ( “Gruppo B” = consigliere statunitense USA John Bolton, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman e il principe ereditario degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan):

That the US immediately jumped to make allegations against Iran—w/o a shred of factual or circumstantial evidence—only makes it abundantly clear that the #B_Team is moving to a #PlanB: Sabotage diplomacy—including by @AbeShinzo—and cover up its #EconomicTerrorism against Iran.

— Javad Zarif (@JZarif) 14 giugno 2019

Smentita la ‘pistola fumante’ del video diffuso dall’US Navy

E’ da sottolineare che questo video – in un primo tempo – era stato additato dagli USA come prova della responsabilità dell’IRAN , la cosiddetta ‘pistola fumante’.

Ma questa versione mi meraviglierebbe che possa dimostrare alcunchè, visto che il portavoce del Comando USA Bill Erban, ha specificato che l’US Navy ha ricevuto un segnale di soccorso dalle due petroliere giovedi, rispettivamente alle 06.12 e 07.00 . 

Ed in particolare: i marinai della Kokuka Courageous lasciarono la nave dopo che – dopo la prima esplosione – notarono un oggetto sul fianco della nave che consideravano una mina inesplosa. E’ a questo punto che – essendo stata segnalata ai soccorritori iraniani – la marina iraniana ha rimosso la mina inesplosa dalla petroliera.

E’ evidente quindi che il filmato dimostra solo l’aiuto fornito dagli iraniani e probabilmente è stato appositamente diffuso deteriorato, dato che questa è la procedura comunemente adottata quando deve essere ancora analizzato da parte dell’intelligence.

Difficilmente ciò che che è accaduto avrà conseguenze militari se non indebolire l’azione mediatrice di Abe e allontanare un possibile incontro tra Trump e il premier iraniano Rouhani, su cui il presidente USA si era appena detto possibilista.

@vietatoparlare

Tags: Hormuziran
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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), socio dell’ass. Blogger Samizdatonline, Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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Si può essere ingannati dal nome, ma “Vietato Parlare” non è un blog ‘complottista’ o affine. Il mio blog nasce provocatoriamente: l’idea di mettere su un blog è nato dall’aggressione dei paesi occidentali alla Libia a cui è seguita a ruota il tentativo di rovesciamento di Assad in Siria.
Tuttavia, oggi – tra task force in cerca di fake news, restrizioni alla libertà di educazione ed affini –  il nome del mio blog non suscita più alcuna sorpresa, essendo più comprensibilmente a tema.

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