Stella Polare – Il Pontefice ai giovani: “Consumare meno carne per salvare l’ambiente”

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Ho letto sul Fatto Quotidiano che il Santo Padre è intervenuto nella Conferenza europea dei giovani tenutasi a Praga parlando di ecologismo.

In particolare, il Fatto Quotidiano ha sottolineato l’esortazione del Pontefice fatta ai giovani di consumare meno carne.

Come potete notare, il tema è incluso nei punti indicati dell’agenda denominata agenda 2030 (ecologismo, gender, inclusione, digitalizzazione, vaccinismo etc) che è stata preparata dal Forum di Davos, che è il nuovo politically correct nel mondo occidentale. In Olanda ha portato a redigere una legge per cui saranno distrutti il 30% degli allevamenti perché producono troppo azoto, dannoso per l’ambiente.

Riporto di seguito uno stralcio dell’articolo del Fatto Quotidiano:

Il Papa in prima linea per salvare l’ambiente, esorta i giovani a mangiare meno carne.“ È urgente ridurre il consumo non solo di carburanti fossili ma anche di tante cose superflue; e così pure, in certe aree del mondo, è opportuno consumare meno carne: anche questo può contribuire a salvare l’ambiente”. È l’invito rivolto da Papa Francesco ai partecipanti alla Conferenza europea dei giovani tenutasi a Praga. (…)

Come dicevo, il contenuto del messaggio del Papa è pienamente condivisibile. Tuttavia, mi permetto umilmente di dire che il messaggio necessario per un reale cambiamento è un altro. Innanzitutto, se la natura umana porta a mangiare carne è perché nei secoli è attraverso questo che ha scalato la sua direzione evolutiva. l’intero ecosistema passa attraverso la sofferenza degli esseri viventi, anche senza l’apporto dell’uomo ed in perfetto sistema armonico.

Il solo messaggio che permetterebbe all’uomo di raggiungere la sostenibilità auspicata dall’agenda di Davos a cui il Papa abitualmente si richiama, è: sii te stesso. Ovvero: ascolta la tua Anima, sii come è giusto che tu sia: Trova la tua pace interiore in Cristo e sii in pace con te stesso, con la tua anima”. Questa è la cosa principale.

Se io mangio carne, bisogna che sia consapevole – rendendomi conto che questo animale/pesce ha attraversato dolore e sofferenza per portare “sostentamento” a me e alla mia famiglia, quindi, da un punto di vista spirituale, ogni volta che mangio carne, dico – “Rendo grazie a Dio ed a quella creatura che ha portato la sua vita per il nostro sostentamento”. Questo è fare bene ed essere in armonia.

Avatar, film ambientlista

Questo ovviamente confligge con l’esistenza degli allevamenti intensivi, vera fabbrica di sofferenza, che adotta metodologie che escludono quell’atteggiamento che dicevo, con il ‘rendere grazie a Dio’ per ogni cosa, con l’essere consapevole del sacrificio di un essere che noi usiamo come cibo.

È urgentemente necessario che gli animali debbano essere trattati evitando loro inutili sofferenze. Mentre, in questo si è arrivati ad un livello di inumanità che rasenta letteralmente il demoniaco. Addirittura si usa l’ingegneria genetica per creare mucche che fanno quantità di latte enormi al prezzo di incredibili sofferenze o si creano bovini finalizzati alla produzione di carne che non riescono neanche a camminare. Inoltre l’allevamento è per la stragrande maggioranza di volte praticato stipando i bovini in ambiti angusti, la stessa cosa si fa in ambito avicolo dove si usa l’alimentazione forzata e si applicano ogni genere di crudeltà. Tutto questa negatività è applicata in genere in tutte le produzioni di carne, arrivando persino a costruirla in laboratorio.

In definitiva, solo la Redenzione può giustificare l’alimentarsi di un altro essere vivente, altrimenti questa pratica non sarebbe spiegabile razionalmente. Specialmente perché molti uomini nelle città più opulente non ne hanno più bisogno.

Da tener presente che comunque non è sempre stato così nel mondo: ora puoi decidere cosa mangiare, ma cosa succede se sei bloccato

a qualche parte nella foresta, dove non c’è niente di quello che sei abituato a mangiare?  Penso che dovrai almeno uccidere / catturare pesci dal fiume, se non è lontano, e che tipo di animale uccidere.  Dal momento che hai fame e devi sopravvivere, la scelta rimane in questi argini.

Non è ciò che mangi che ti fa essere migliore. Ma come lo mangi. Ed è lì che sta tutto il sale.

Allora il compito è nella consapevolezza, ma questo percorso individuale e collettivo, è messo sotto i piedi. Si potrebbe anche non consumare carne come fanno i vegani, se questo è possibile.  Ma senza ovviamente togliere la possibilità di vivere agli animali. Il creato va preservato perché ci susciti meraviglia, stupore, ammirazione e lode, e non solo per le nostre necessità di sopravvivenza.

Invece le agende proposte da ambiti elitari maltusiani rispondono soprattutto all’esigenza di essere compatibile con propri progetti mercantilistici e ‘umanitaristici/libertà dei diritti’, imposti all’uomo stesso, ove la prospettiva spirituale e la rinuncia diventano – al massimo – la preservazione del mondo dalla CO2.

Quindi sono d’accordo con il Papa che il consumo di carne debba essere ridotto al minimo. Ma non per via della produzione del CO2 o similari, la Chiesa deve andare oltre: è più importante- in ambito cristiano ed un ambito rettamente umano -, dare le ragioni di una preoccupazione che abbraccia tutto, che chiede un comportamento che ti darà il centuplo.

Come vedete, tutto va armonizzato e restituito al vero ordine della vita ed è questa armonia che oggi non esiste, per cui è necessario continuamente che le cose vengono calate dall’altro: in questo caso con motivazioni inadeguate rispetto al mistero della vita e agli uomini ed al Destino ultimo.

patrizioricci by @VPNews

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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