Stati Uniti – Le banche del cibo segnalano una domanda senza precedenti a causa del coronavirus

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“Stiamo vedendo persone di ogni ceto socioeconomico perché la maggior parte degli americani vive con una busta paga rinnovata di volta in volta”.

di Julia Conley, scrittrice

La scorsa settimana negli Stati Uniti  6,6 milioni di americani hanno presentato richieste di sussidio di disoccupazione. Un’altra parte di almeno 10 milioni di persone rimaste senza lavoro a causa della pandemia di coornavirus formano file presso banche alimentari in tutto il paese. Tutto ciò offre una cupa illustrazione delle reali condizioni finanziarie affrontate dai poveri e dai lavoratori negli Stati Uniti.

Secondo un’indagine di The Guardian, la domanda presso le banche alimentari è aumentata di otto volte in alcune aree. Circa un terzo delle persone intervistate dall’outlet presso le banche del cibo il mese scorso non aveva mai avuto bisogno di assistenza alimentare.

Kristin Warzocha, CEO della Greater Cleveland Food Bank, ha affermato che la tendenza non è sorprendente considerando le precarie circostanze in cui gli americani sono abituati a vivere, con il 78% dei lavoratori che vivono stipendi rinnovati mensilmente e il 45% che afferma di non avere un conto di risparmio .

“Stiamo vedendo persone di ogni livello socio-economico rivolgersi ai banchi alimentari perché la maggior parte degli americani vive di busta paga in busta paga”, ha detto Warzocha a The Guardian.

Il coronavirus, ufficialmente noto come COVID-19, si è diffuso in tutti gli stati degli Stati Uniti a marzo e ha spinto i governi di 38 stati a imporre a quasi 300 milioni di persone a rimanere a casa, costringendo le aziende di tutto il paese a chiudere e licenziare  i lavoratori.

A Cleveland, The Guardian ha parlato con i visitatori della banca del cibo per la prima volta tra cui una fotografa freelance, una donna che lavorava nel settore dell’ospitalità e un tassista.

Alla St. Mary’s Food Bank di Phoenix, in Arizona, il portavoce Jerry Brown ha riferito che “persone che sapevano di noi perché hanno donato o offerto volontariato ora stanno venendo a cercare cibo”.

“La recessione del 2008 non ha provocato una situazione simile”, ha detto Brown a The Guardian . “È una cosa diversa.”

Sui social media, in numerosi  hanno testimoniato l’accresciuta domanda e una carenza di forniture senza precedenti presso le banche alimentari in Florida, Arizona e Pennsylvania, dove Andrew Rush, fotografo della Pittsburgh Post-Gazette, ha pubblicato una veduta aerea di centinaia di auto schierate fuori dalla Greater Community Food Bank a Duquesne.
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CORONAVIRUS:

The Arizona National Guard stepped up its efforts to bolster the supply of food Thursday, as a few dozen soldiers packed boxes at food banks seeing a surge in demand. The U.S. so far has reported 93,427 COVID-19 cases, and 1,385 deaths.

(AP) pic.twitter.com/suEupAoha4

— The Voice of America (@VOANews) March 27, 2020

La banca alimentare di Greater Pittsburgh ha riferito di aver ricevuto più di 1.000 chiamate da persone bisognose di assistenza nelle ultime due settimane. Il 90% delle chiamate proveniva da persone che erano rimaste recentemente disoccupate.

In Massachusetts, una dispensa ad Amherst ha distribuito a marzo l’849% di cibo in più rispetto allo scorso anno.

La forte domanda presso le banche alimentari della nazione arriva quandouna parte di americani che ne hanno i requisiti attendono un pagamento governativo una tantum di $ 1.200 per adulto – una cifra che dovrebbe durare per la famiglia media meno di due settimane  nel mezzo di una crisi che potrebbe continuare per diversi mesi.

Al fine di sostenere il crescente numero di americani che affrontano la perdita di posti di lavoro e l’insicurezza alimentare, Kellie O’Connell della dispensa di Lakeview a Chicago ha detto a The Guardian, il governo federale deve assumersi la responsabilità di garantire che i lavoratori nel paese più ricco del mondo non soffrano la fame.

“La filantropia e il no profit non saranno in grado di soddisfare le esigenze alimentari”, ha detto O’Connell. “Il governo deve intervenire”.

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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