Spagna-Cina: diplomazia economica sotto pressione e blackout sospetto

Il 9 aprile 2025, Scott Bessent – Segretario del Tesoro degli Stati Uniti d’America nella seconda amministrazione Trump,  – ha lanciato un monito preciso: “Un riavvicinamento alla Cina sarebbe come tagliarsi la gola”. La dichiarazione, rilasciata in un’intervista a Bloomberg, è stata chiaramente un avvertimento indirizzato ai governi europei che intrattengono relazioni economiche troppo strette con Pechino. In particolare, il riferimento appariva diretto alla Spagna, che proprio in quei giorni preparava una missione ufficiale a Pechino.

Nonostante il clima di tensione, il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez ha confermato la visita e si è recato nella capitale cinese il 10 e l’11 aprile 2025. Durante l’incontro con il presidente Xi Jinping, sono stati firmati diversi accordi bilaterali, con particolare attenzione alla cooperazione nel campo dell’energia verde, delle infrastrutture e della tecnologia. L’incontro si è svolto nel quadro di un crescente interesse spagnolo per una maggiore diversificazione dei partner economici e un rafforzamento della presenza nel continente asiatico.

A suscitare ulteriore attenzione è stata la scelta della Spagna di non seguire con la stessa urgenza di altri paesi europei l’invito – per alcuni, una vera e propria ingiunzione – a portare la spesa militare al 2% del PIL, obiettivo fissato in sede NATO e costantemente riaffermato da Washington.

Il blackout del 28 aprile

A meno di tre settimane dalla visita a Pechino, il 28 aprile 2025, un vasto blackout ha colpito gran parte della Spagna. Secondo il gestore della rete Red Eléctrica Española, si è trattato di un’interruzione “di ampia portata e complessa origine”, che ha interessato simultaneamente diverse centrali elettriche e reti di distribuzione. Le regioni maggiormente coinvolte sono state la Catalogna, la Comunità di Madrid e l’Andalusia.

Le cause ufficiali non sono ancora state rese note e, secondo il governo, i risultati completi delle indagini tecniche non saranno disponibili prima di diversi mesi. Tuttavia, il contesto internazionale, la tempistica e le tensioni geopolitiche sollevano interrogativi legittimi. L’incidente ha avuto conseguenze significative sul piano economico e sociale, con disservizi nei trasporti, interruzioni nella rete di telecomunicazione e danni ad aziende e servizi pubblici. E, soprattutto, di questa gravità non è mai accaduto.

Un nuovo Nord Stream?

Il confronto con il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico, avvenuto nel settembre 2022, appare inevitabile. In quel caso, la distruzione di un’infrastruttura chiave per il collegamento energetico tra Russia e Germania rappresentò un punto di svolta nelle relazioni europee con Mosca. Oggi, il blackout spagnolo pone una domanda simile: può un’infrastruttura strategica essere usata come leva per scoraggiare scelte economiche indipendenti? E a quale prezzo?

A differenza del caso Nord Stream, qui non si parla di gas, ma di energia elettrica. Tuttavia, l’elemento comune è la crescente dipendenza europea da fornitori esterni – che si tratti di risorse fossili russe o di tecnologie verdi cinesi – e la pressione affinché tale dipendenza non sfugga al controllo delle alleanze esistenti.

Le relazioni della Spagna con la Cina nel settore delle rinnovabili si inseriscono in un quadro più ampio: Pechino è il primo produttore mondiale di pannelli solari, turbine eoliche, batterie al litio e componenti elettronici. Collaborare con la Cina in questi ambiti significa non solo beneficiare di prezzi competitivi, ma anche costruire una filiera energetica alternativa a quella dominata dagli Stati Uniti.

Non a caso, subito dopo il blackout, molti media hanno rilanciato analisi critiche sul sistema energetico spagnolo, accusando l’eccessiva dipendenza da fonti rinnovabili instabili come l’eolico e il fotovoltaico. Tuttavia, è interessante notare come le stesse fonti abbiano omesso di menzionare il ruolo cinese nella fornitura di tecnologie e materiali di quei settori.

Una questione di sovranità

La lezione che emerge da questa vicenda è chiara: in un mondo multipolare, l’autonomia economica e tecnologica comporta rischi. Ogni mossa al di fuori dello schema atlantico è osservata con attenzione e, in alcuni casi, contrastata con metodi indiretti ma efficaci. Il blackout del 28 aprile – a prescindere dalla sua natura tecnica o dolosa – avviene in un contesto geopolitico teso, in cui le scelte sovrane possono avere costi immediati e poco trasparenti.

La Spagna, in questo senso, rappresenta un test per l’intera Europa. È possibile intrattenere relazioni con la Cina senza compromettere la propria posizione nella NATO? È legittimo diversificare i partner economici, o l’unico commercio “sicuro” è quello approvato da Washington?

L’assenza di risposte ufficiali non cancella la domanda fondamentale: qual è oggi il prezzo dell’indipendenza?


Fonti consultate:

  • Bloomberg, intervista a Scott Bessent – 9 aprile 2025

  • Xinhua News Agency, comunicato ufficiale Cina-Spagna – 11 aprile 2025

  • Red Eléctrica Española, comunicato sul blackout – 28 aprile 2025

  • NATO Press Office, dichiarazioni sulla spesa militare – marzo-aprile 2025