Solo un paese ad oggi ha rispettato l’accordo di Parigi del 2015 sul clima

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Lo stimolo allo sviluppo delle turbine eoliche e degli impianti solari hanno portato a una situazione paradossale nel mercato energetico tedesco. Nel paese si dichiara il passaggio a fonti di energia pulita, ma nello stesso tempo si costruiscono massicciamente “sporche” centrali a carbone.

Impianti intermittenti da usare come fonti di elettricità – come la solare ed eolica -, hanno già costretto le autorità tedesche a tornare alla pratica abbandonata mezzo secolo fa per mancanza di redditività: la costruzione di centrali termoelettriche a carbone.

Questa non è la tendenza solo in Germania, ma è la tendenza in tutto il mondo, si calcola che gli obiettivi sul clima non si riusciranno a rispettare per il 2030 e “tutto va piuttosto male”, ancor più male – aggiungerei  – se si calcolano i costi economici di questo ‘ricominciare meglio…’.

Quindi che si fa? Non ci si deve neanche provare? No, ma il punto è che le cose si stanno facendo in modo sleale ed ideologico, in un clima di sanzioni e guerre. Si parla del benessere del mondo, ma da dove parte questa giusta road map per salvaguardare il clima. Non dall’uomo, che oggi  direi perde giorno per giorno sempre più, in termini di lavoro, welfare e cura della persona integrale…

@vietatoparlare


L’Accordo di Parigi è un trattato internazionale sul riscaldamento globale adottato nel 2015. Secondo l’ultima analisi dell’ONG Climate Action Tracker, pubblicata il 16 settembre, solo un paese tra i 195 firmatari ha adottato misure adeguate per mantenere il riscaldamento a 2 gradi Celsius, puntando a 1,5 gradi Celsius.

IL BILANCIO È PIUTTOSTO NEGATIVO

In questa analisi, l’ONG Climate Action Tracker ha assegnato un punteggio a 36 paesi in tutto il mondo e all’Unione europea nel suo insieme. Tutti gli stati presi in considerazione sono responsabili dell’80% delle emissioni di gas serra nel mondo. Secondo i risultati dell’analisi, il Gambia è l’unico Paese ad aver adottato una politica compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi .

Altri paesi come Regno Unito, Marocco, Nigeria e Kenya hanno adottato una politica quasi sufficiente. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea sono classificati tra i paesi che hanno adottato una politica insufficiente. Il rapporto rileva tuttavia che questi due colossi hanno recentemente deciso di compiere maggiori sforzi per ridurre le proprie emissioni di gas serra.

Cina, India, Brasile, Australia, Corea del Sud, Indonesia e Messico sono da parte loro classificati tra i maggiori inquinatori al mondo. In particolare, questi paesi hanno adottato una politica molto insufficiente. Infine, Russia, Iran, Arabia Saudita, Thailandia e Singapore sono i cinque paesi ad aver adottato una politica criticamente insufficiente.

LE EMISSIONI DEVONO ESSERE RIDOTTE DEL 50% ENTRO IL 2030

E’ importante ridurre le nostre emissioni di gas serra per limitare gli effetti del cambiamento climatico . Se l’aumento della temperatura supera i 2 gradi Celsius, il livello del mare aumenterà considerevolmente. Inoltre, ci si può aspettare un aumento degli eventi meteorologici estremi in tutto il mondo. In particolare, dovremo affrontare tempeste, siccità e intense ondate di calore.

Climate Action Tracker dice ai paesi firmatari che la scadenza più importante è il 2030, quando le emissioni globali devono essere ridotte del 50%. “ È fondamentale che gli obiettivi che gli Stati si prefiggono per il 2030 e il 2050 siano adeguatamente allineati. La maggior parte degli obiettivi a zero emissioni di carbonio sono formulati in modo vago (…) Gli obiettivi specifici a breve termine sono essenziali per raggiungere l’obiettivo a lungo termine “, ha spiegato l’organizzazione.

fonte: https://dailygeekshow.com/accords-paris-climat/

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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