Situazione operativa sui fronti siriani del 2-3-2018

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Iniziamo questa sitrep riproponendovi le ultime analisi sulla situazione in Siria, buona visione:

Prosegue la guerra in Siria, ma prosegue anche la guerra fuori dalla Siria. Se i combattimenti si svolgono fisicamente nelle province siriane, la guerra vera si sta svolgendo al di fuori.

Le grandi manovre per preparare un attacco delle potenze occidentali contro la repubblica araba di Damasco sono in pieno svolgimento.

Francia e Stati Uniti hanno già detto e ripetuto più volte che in caso di eventuali prove di uso di armi chimiche da parte del governo siriano (si ostinano a riferirsi al governo siriano come ad un regime) loro risponderanno.

Nei giorni scorsi si è unita anche la Gran Bretagna e così ritroviamo i carnefici della Libia al completo.

Cosa stanno preparando?

Finto attacco chimico inscenato a Khan Shaikun nella sacca di Idlib

Chiaramente i loro movimenti non si limitano alle dichiarazioni, stanno preparando le cose per bene.

Qualche giorno fa abbiamo visto apparire la notizia di un rapporto dell’ONU sulla Siria ed un rischio all’orizzonte. Un Paese potrebbe aver fornito materiale per fabbricare armi chimiche. Quale Paese?? La Corea del Nord! Incredibile, due piccioni con una fava.

Vediamo dei titoli:

http://www.lastampa.it/2018/02/28/esteri/il-rapporto-onu-la-corea-del-nord-vende-i-gas-ad-assad-rpGzlmmeATgUWTU8wXviKO/premium.html

http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/siria-onu-la-corea-del-nord-aiuta-assad-a-costruire-armi-chimiche_3125875-201802a.shtml

http://www.repubblica.it/esteri/2018/02/27/news/siria_armi_chimiche_corea_nord-189927606/

https://www.panorama.it/news/esteri/corea-del-nord-gli-aiuti-alla-siria-per-costruire-armi-chimiche/

E ve ne sono innumerevoli altri, ma cosa c’è scritto negli articoli? Cosa avrà venduto la Cd N alla Siria? Vediamo. Prendiamo quindi un articolo, quello della Stampa, che apostrofa con un bel …”vende i gas….” addirittura i gas, leggiamo…

“Un rapporto dell’Onu svela traffici sospetti fra la Corea del Nord e la Siria, che potrebbero aver collaborato nella produzioni di armi chimiche …..Il rapporto delle Nazioni Unite, anticipato dal New York Times, anche se non riporta prove definitive, mette in luce una serie di spedizioni sospette. “

Come? Potrebbero?? Sospette? Non riporta prove?? E il titolo?? Che genesi avrebbe?

Controlliamo un altro articolo e cerchiamo maggiori dettagli.

Articolo di Repubblica, che nel titolo appare comunque già meno categorica anche se esplicita…

“La denuncia in un rapporto finora inedito delle Nazioni Unite: gli ispettori incaricati di verificare il rispetto dell’embargo verso Assad indicano proprio il governo di Kim come provenienza di “pannelli, termometri e valvole resistenti all’acido”

Finora nessuna traccia di gas, materiali di comunissimo uso civile ed industriale. Sono del settore e ne so qualcosa. Proseguiamo.

“ In più, aggiunge il quotidiano americano, nel rapporto si parla anche di tecnici missilistici nordcoreani che sarebbero stati visti in Siria, impegnati in strutture “notoriamente dedicate alle armi chimiche”.

Tecnici nord coreani, li avrebbero visti…. strutture notoriamente dedicate… mi ricorda tanto i laboratori mobili per la preparazione delle armi chimiche irachene che aveva presentato Powell alle Nazioni Unite e di cui ancora ridono tutti.

E se invece fossero stati i tecnici cinesi che stanno ricostruendo e rimettendo in funzione diversi impianti termoelettrici e industrie chimiche per far ripartire l’economia e l’industria del Paese devastato da anni di guerra??

No, per loro è certo si tratti di nord coreani, in quanto paese già al centro delle attenzioni mediatiche e pertanto un valido supporto ad un fumosissimo costrutto mediatico.

Kim jong un

“Secondo il Nyt, il documento riferisce che fra il 2012 e il 2017 ci sono state almeno 40 consegne di componenti missilistiche e materiali “doppio uso”. Gli esperti che fanno parte del panel incaricato dell’inchiesta vengono da Paesi diversi e posseggono competenze diverse, specifiche sull’argomento delle armi chimiche. Il loro rapporto non arriva a concludere in modo incontrovertibile che Damasco stia lavorando su arsenali proibiti”

Quindi si tratta di informazioni risalenti addirittura al 2012, ma l’ordine di pubblicare queste informazioni (che definire aria fritta è poco) è uscito solo ora.

Perché?

L’operazione in corso nel Goutha est offre l’opportunità a chi ha organizzato, causato, fomentato, finanziato la guerra in Siria, di rifarsi delle tante sconfitte accumulate dal settembre 2015, data in cui su richiesta diretta del governo siriano, la Russia intervenne per fermare le formazioni jihadiste che stavano avendo la meglio sulla Siria e sull’Iraq.

Douma, Harasta, Jobar, Kafr Batna, sono tutte cittadine a ridosso di Damasco. Fu qui che gli jihadisti lanciarono nel 2013 l’attacco chimico e proprio allora le potenze occidentali (coinvolte con il supporto del terrorismo) cercarono di scatenare un raid aereo su Damasco. Poco importa se il MIT di Boston dimostrò incontrovertibilmente che furono proprio le formazioni jihadiste a lanciare le granate al gas. Ad oggi, per la stampa occidentale, i colpevoli sono i siriani.

Ricordate bene Aleppo immagino. I soldati siriani morivano per liberare la città est dal controllo e dal giogo dei terroristi, che vi avevano instaurato un regime sanguinario basato sul terrore e la sharia, ma la Stampa occidentale gridava ad un inesistente “genocidio”. Di chi mi chiedo io. Combattere gli assassini può essere ritenuto un crimine? Dove sono le prove di queste vittime civili? Molti giornalisti, anche della RAI, si sono recati in Aleppo eppure i racconti da loro raccolti contrastavano in pieno con quanto la stampa raccontava fino a poche settimane prima. Raccontavano di uccisioni, violenze, rapine, e tutto celato ai nostri occhi per anni, coperti dai racconti favoleggianti dei vari de Grande che raccontavano un mondo immaginario di ribelli romantici e sognatori.

NEW YORK, NY – , April 5, 2017 in New York City. The Security Council is holding emergency talks on Wednesday following the worst use of chemical weapons in Syria since the Ghouta attack in 2013. (Photo by Drew Angerer/Getty Images)

Ora la situazione è adatta alle potenze occidentali per creare o tentare di creare le condizioni adatte ad un colpo di mano che ribalti la loro sconfitta militare e permetta di distruggere la Siria.

Questa macchina in moto porta a creare il supporto mediatico perché l’opinione pubblica sia preparata a giustificare un intervento militare diretto in Siria, per sostituire le milizie jihadiste di ISIS ed Al Qaeda con soldati ed aerei occidentali che riescano laddove i gruppi terroristici hanno fallito.

Un eventuale attacco chimico nel Goutha sarebbe quindi un’ottima occasione per farlo, e i tasselli si stanno infatti posizionando. Prima le dichiarazioni di Napoleone Macron, poi gli USA, che hanno già attaccato a Deir Ezzour le truppe siriane dopo averle attirate in una trappola, ed ora anche la perfida Albione si muove contro il presidente Assad e contro la Siria.

Attendevamo questo rapporto, come prova evidente di questa macchina in moto. Attendiamo ora a giorni che questo finto attacco avvenga. Dico finto, non perché non verrà usato del gas, ma perché a rilasciarlo ed uccidere anche morti civili, per essere efficace, dovrà essere davvero di grandi dimensioni, in modo da suscitare un’ondata di indignazione davvero forte, in modo che sarà “l’opinione pubblica” stessa a richiedere questo intervento contro la Siria.

Già ci immaginiamo i titoli dei telegiornali e dei quotidiani, i troll del web all’opera, quelli veri, non quelli accreditati ai famosi hacker russi…

Quando avverrà? Presto di certo, mancano due sole settimane al voto in Russia per le presidenziali, e nessun concorrente pare in grado di minare la grande popolarità ed sostegno che l’attuale presidente Vladimir Putin ha nel suo Paese, quindi prima di quel voto, nel momento più delicato per la Russia, quando un passo falso potrebbe anche spostare i favori degli elettori, momento in cui gli strateghi occidentali sperano che il Presidente d’acciaio possa avere una esitazione o un tentennamento prima di impartire quegli ordini che porrebbero lo stop a tutti i giochetti criminali della triplice intesa criminale. Il tripartito May-Macron-Trump si dovrebbe arrestare di fronte all’inevitabile escalation nucleare.

Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin

Il Presidente Putin ha tenuto infatti oggi il suo discorso annuale sullo stato della Federazione russa, celebrando nel contempo gli incredibili successi della sua politica di governo che hanno permesso una crescita del benessere dei cittadini russi a tutti i livelli, dalle nascite, al lavoro, ai redditi, alla salute, all’aspettativa di vita, alla cultura, alla potenza militare.

Si perché è grazie alla potenza militare se la Russia oggi può vantare tanti miglioramenti per la vita dei suoi cittadini, e a tal proposito il Presidente russo Putin è stato molto molto chiaro. Ha presentato come pienamente operativi sistemi moderni e non intercettabili di vettori per testate nucleari e convenzionali in funzione antibunker, sottomarini drone nucleari che trasportano testate in maniera totalmente furtiva din sul bagnasciuga degli stati canaglia, missili di tipo cruise non intercettabili e a propulsione nucleare ed ipersonici che viaggiando a bassissima quota ad una velocità prossima ai mach 4 possono rilasciare più ordigni o uno solo molto potente.

Armi presentate per ricordare ai nemici che se insisteranno nel cercare di distruggere il suo Paese, pagheranno un prezzo che non si possono permettere di pagare.

Non solo: la Russia crescerà a dispetto delle sanzioni e arriverà entro breve ad essere la 5 potenza mondiale. Obbiettivo non da poco se pensiamo a come era ridotta alla fine degli anni 90.

Non solo: anche un attacco nucleare contro un Paese alleato della Russia verrebbe considerato come un attacco diretto alla Russia e la risposta sarebbe diretta ed immediata.

Discorso inequivocabile e fermissimo.

Ora vedremo come evolverà la guerra in Siria e fin dove cercheranno di spingersi le potenze criminali.

Esaminiamo ora cosa sta accadendo sui fronti di battaglia.

Ghouta est

Ghouta est, mappa complessiva 2-3-2018

L’attacco siriano, dopo le iniziali fasi di studio che hanno portato all’isolamento della cittadina di Al Nashabiyah, sta rivelandosi nel suo reale piano.

Sacca del Ghouta, fronte occidentale 2-3-2018

Da ovest le truppe di Damasco tengono bloccate sui fronti urbani le truppe qaediste di HTS (Hayat Tahrir al Sham) ferme su Harasta, mentre da est è partito l’attacco principale.

La strategia appare quella che, bontà nostra, avevamo ipotizzato all’alba dell’operazione di terra, ovvero isolare le aree urbanizzate dal settore di campagna in modo da ridurre drasticamente il perimetro della sacca e poi liberare un quartiere alla volta le cittadine roccaforti dei terroristi.

Qua non si tratta certo di applicare la risoluzione ONU votata all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza in quanto essa stessa esclude dall’applicazione la lotta alle formazioni aderenti o affiliate ad ISIS o Al Qaeda, quindi quelle direttamente ingaggiate qui nella sacca del Ghouta est.

Sacca del Ghouta fronte orientale 2-3-2018

Su imposizione russa sono stati istituiti alcuni orari: un intervallo di 5 ore al mattino fino al primo pomeriggio, come tregua nei combattimenti, affinché tutti i cittadini che ne avessero necessità possano defluire attraverso i varchi umanitari attivati in zone e settori prestabiliti. Tutto è stato ben spiegato sui volantini lanciati sulle zone urbane della sacca, per informare i cittadini di questa possibilità.

Chiaramente è nell’interesse del governo siriano che il maggior numero possibile di civili possa mettersi in salvo attraverso questi varchi e dar modo all’esercito di impiegare liberamente le sue capacità di combattimento, mentre i terroristi ne hanno un duplice svantaggio. Il primo: perdono i preziosi scudi umani, di cui fanno ampio uso dall’inizio dell’occupazione. Il secondo: se tutti riuscissero a fuggire, non avrebbero che se stessi da gasare quando insceneranno il finto attacco chimico che servirà ad accusare i siriani di aver attaccato e alle potenze occidentali per attaccare la Siria.

Ricordiamocene bene e chiediamoci sempre Cui Prodest??

Come vedete ora nella mappa ad est i siriani stanno avanzando bene. Jaish al Islam ha tentato due contrattacchi entrambi falliti. Ora dovrebbero, secondo il nostro modesto parere, occupare quella caserma alla destra del fronte in avanzata, proprio sotto al Shaffoniyah.

Se tutto andrà bene procederanno in direzione di Jisreen, dove si riuniranno al fronte sud ed elimineranno ogni resistenza ad est. Potranno poi rischierarsi a ridosso delle aree urbane e liberarle come ad Aleppo est.

Probabile che lasceranno, come d’uso abituale, la scelta di resa e trasferimento presso Idlib.

Tornando al discorso dei varchi umanitari, è notizia di oggi che vi siano stati diversi scontri a fuoco all’interno di Douma, dove la popolazione si sarebbe scontrata con gli jihadisti a causa dell’assassinio di alcuni cittadini che volevano scappare approfittando dei varchi. Come spiegato, i terroristi vogliono tenere segregata la popolazione per usarla sia come scudo che come carne da macello nel prossimo finto attacco chimico.

Idlib

Sacca di Idlib, i movimenti e gli scontri interni tra jihadisti 2-3-2018

Al momento qui non si stanno svolgendo combattimenti tra truppe siriane e jihadisti, ma tra i gruppi legati ad Al Qaeda (che si stanno anche ribrandizzando con altre sigle di fantasia) e le forze legate ad Ankara (come i sanguinari jihadisti di Nourredine al Zinki).

A cosa mirano? Al totale controllo sulla rimanente sacca di Idlib, impedendo quindi alle truppe siriane di liberarle, forti della eventuale sconfitta di Al qaeda e dell’appoggio militare di Ankara.

Muovendosi da Kafr Yahmoule, i miliziani jihadisti della alleanza raccolta sotto il nome di Jabhat Tahrir Souriya ha combattuto e vinto a Kafr Aleppo, Kafr Shayk Ali, Kafr Yum, più a sud a Ma’rat al Numan,

Gli scontri sono violenti e stanno portando anche alla disgregazione di alcune formazioni, che cambiano nome pensando di venir risparmiate dalla resa dei conti.

Afrin

Sta chiudendosi la morsa attorno all’ultima fetta di frontiera siroturca in mano ai curdi, Shayk al Adid. Ormai è chiusa da vicino dalle forze filoturche e presto cadrà in mano turca.

Cantone di afrin i fronti a nord 2-3-2018

In questi due giorni abbiamo visto una quiete apparente nelle operazioni. I Curdi, approfittando dei rinforzi giunti dalla provincia di Aleppo (alcune milizie locali inquadrate nelle NDF poco più di mille combattenti) hanno portato un paio di controffensive per cercare di illudersi di recuperare l’iniziativa. Peccato che le forze di invasione stiano solo preparandosi ad un secondo step di Olive Branch.

Cantone di Afrin i fronti a sud 2-3-2018

Oggi è entrato in Afrin un convoglio umanitario composto di numerosi camion di aiuti umanitari. Cibo, medicine, forniture invernali per i civili e gli sfollati. Nei prossimi giorni arriverà un secondo convoglio.

Quanto alla fase due dell’operazione ramoscello d’ulivo mi pare evidente che, chiusi i confini di Afrin e posto i fronti nei pressi di alcune cittadine, ora l’attenzione si concentrerà nel giungere ad Afrin da tre direzioni differenti.

La risoluzione ONU del 27-2-2018, per i Turchi è ufficialmente lettera morta, essendo per loro l’YPG siriano una formazione terrorista.

Al Tanf

Base abusiva USA di Al Tanf 2-3-2018

Le forze armate americane proseguono l’occupazione illegale di territorio siriano: altri 600 soldati sarebbero stati inviati presso la base e questo nonostante che i comandi USA avessero dichiarato più volte l’intenzione di abbandonarla.

Ora invece, in vista dell’attacco chimico programmato, rafforzano i loro dispositivi sul campo.

Per oggi è tutto, buon fine settimana.

Stefano Orsi


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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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