Situazione operativa sui fronti siriani del 1-12-2017

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[ad_1]I giorni trascorrono e purtroppo non riusciamo a mettere la parola fine sulla storia del Califfato in Siria ed in Iraq. Possiamo ammettere chiaramente che, essendo alle battute finali, l’esercito siriano con i suoi alleati si stia concentrando maggiormente sulle prossime operazioni nella sacca di Idlib. Dobbiamo però notare come i combattimenti sul fronte di Al AbuKamal siano decisamente rallentati. Passiamo ora a vedere quanto accaduto sui fronti, daremo anche uno breve sguardo alla situazione generale attorno alla Siria.

Fronte di Al AbuKamal

Situazione complessiva per i fronti di Al Abukamal e iracheno, sacca di Al Sukhna, aggiornata al 1-12-2017

Al momento sono proseguiti solamente i bombardamenti aerei, non ci sono state avanzate oltre a quelle della scorsa SITREP, e di cui abbiamo parlato anche nella video-sitrep che troverete in fondo all’articolo.

Stiamo evidentemente vivendo una fase di cambiamento negli schieramenti tattici e strategici dell’esercito siriano. Se da un lato vogliono concludere questa guerra con il Califfato, guerra ormai vinta, dall’altro hanno ormai da settimane iniziato un riposizionamento sui fronti interni, spostando unità d’élite sul fronte di Idlib. Presto le vedremo entrare in battaglia con tutto il loro peso.

Sono segnalati diversi movimenti di truppe anche attorno alla sacca di al Sukhnah, questo significa che i comandi stanno preparando anche la chiusura definitiva di questa parte di fronte, spingendo gli jihadisti al suo interno verso le sponde del fiume Eufrate, dove poi poterli finire o costringerli ad arrendersi.

Le milizie di occupazione filoamericana SDF-YPG sono nel frattempo giunte, alla loro maniera, fin sulle postazioni lungo il confine con l’Iraq. Si sono precipitate per chiudere ogni eventuale via di accesso (nelle loro speranze) alle forze siriane, in modo da bloccarle al di qua del fiume Eufrate.

Sono circolate voci di un accordo tra SDF (che rispondono agli USA) e l’ISIS per evitare attacchi nel restante fronte desertico lungo il confine iracheno, credo sinceramente che siano voci messe in giro dagli stessi servizi che controllano le milizie SDF. Esse non pare abbiano alcuna necessità di sottoscrivere accordi di non belligeranza con le milizie del Califfato, perché in realtà ci appare chiaro come queste ultime siano passate dalla parte delle SDF facendo si che ogni loro avanzata avvenisse senza che nessuno opponesse resistenza. Lo abbiamo notato da subito, fin dai tempi della prima avanzata da Hasakah e lo ribadiamo oggi: non abbiamo notizia di battaglie o scontri tra le milizie SDF e quelle ISIS e la cosa, come vedrete nel video, è corroborata dall’analisi visiva delle postazioni più avanzate delle milizie YPG-SDF.

Abbiamo solo da attendere quindi che parta la stretta finale, ormai in preparazione, e venga definitivamente demolito ogni presenza del Califfato in Siria. Le micro sacche presenti e mantenute dai vicini al confine con le alture del Golan occupato da Israele non sono da considerarsi come Califfato.

Fronte di Idlib

Sacca di Idlib aggiornalta al 1-12-2017

Questo al momento appare come il fronte più attivo. Abbiamo annotato diversi attacchi nei giorni scorsi. L’esercito siriano sta facendo confluire molte brigate su un ampio fronte che va da Aleppo al nord di Hama, sia di fanteria che di forze corazzate come la 4° Divisione corazzata o il 5° corpo d’armata. Evidentemente si sta preparando una operazione volta a ridimensionare questa sacca, recuperando nel più breve tempo alcune importanti arterie stradali necessarie ai rifornimenti ed al commercio della città di Aleppo, che deve riprendersi dalle devastazioni causate dall’occupazione terrorista.

Le battaglie hanno portato alla liberazione di alcuni villaggi dalla regione del Khanasser: dopo Al Rashidyiah, sono state liberate anche Azizah, Abisan, Al Ramlah.

Questo fronte sarà un fronte molto difficile, i terroristi di Hayat Tahrir al Sham, qaedisti, sono abili nel fortificare villaggi e abitazioni, creano trappole esplosive, hanno una grandissima disponibilità di missili anticarro americani (!!) e sanno come usarli sia contro le truppe a terra, se li trovano raggruppati, sia contro i potenti mezzi corazzati, anche moderni come i T90.

L’esercito siriano dovrà quindi accumulare e spostare quante forze possibile per sostenere una offensiva che si presenta come molto rischiosa, le forze qaediste sono molto numerose e molto ben armate ed addestrate, le abbiamo viste ordire offensive molto ben sostenute logisticamente e come potenza di fuoco, per cui occorrerà la massima prudenza e conoscenza dettagliata delle forze nemiche e delle loro postazioni difensive.

Già in mattinata infatti avevano tentato di riprendere alcuni villaggi persi due giorni fa, ma in serata le forze siriane le hanno respinte.

Un punto di resistenza è individuabile in Al Ramlah da dove i qaedisti ingaggiano battaglia con continui attacchi alle linee siriane.

Altra posizione di rilievo è quella a nord di Hama di Rahjan che occorre riuscire a oltrepassare per riuscire a compiere ulteriori passi avanti. Le postazioni nemiche, infatti, andranno riducendosi di numero ed approntamento a mano a mano che ci si allontanerà da queste zone di fronte dove per anni i qaedisti hanno mantenuto delle posizioni stabilmente. E’ chiaro che qui abbiano avuto modo e tempo di trincerarsi e predisporre le postazioni difensive, mentre arretrando occuperanno postazioni non preparate ma approntate alla veloce. Tutto ciò rappresenterà un vantaggio per l’esercito siriano.

L’aviazione russa è molto più attiva su questo fronte, ha ridotto un po’ l’attività nel settore di al Abukamal e si è concentrata sul supporto di questa importante avanzata.

Analizzando i movimenti delle truppe siriane si nota come proseguano con l’iniziale impostazione di attacco su tre fronti per poi riunire i due che riuscissero più velocemente ad avanzare, e costringere quindi le forze nemiche ad un ripiegamento veloce per non restare chiuse in sacche destinate alla eliminazione.

Fronte del Qalamoun orientale

Il pilota di un caccia siriano, catturato un anno fa, è stato giustiziato dall’ISIS, lo hanno arso vivo.

Si trattava del pilota Azzam Eid, martire della guerra al terrorismo, possa la terra essergli lieve.

Iraq

Procedono con la loro avanzata nel deserto le truppe irachene, da due giorni non avanzano, ma stanno controllando le aree desertiche appena liberate.

Colloqui di pace

Dopo quelli in Russia a Sochi, ora è la volta dei colloqui minori, messi in piedi dall’ONU a Ginevra dove, sostanzialmente, dovrebbero essere ratificati gli eventuali accordi presi in Russia tra i protagonisti del conflitto.

Vedremo se ci saranno delle sorprese, intanto ricominciano la cantilena sul presidente Assad che non dovrebbe restare dove il popolo siriano lo ha messo.

Dichiarazioni che sono state messe in circolazione….

Prima fra tutte gli Usa avrebbero annunciato la sospensione degli aiuti ai Curdi ed alle SDF, dico solo: staremo a vedere.

Seconda: è stato annunciato il ritiro dei primi 400 marines americani dalla Siria, e anche qui staremo a vedere. Ricordo a tutti che le forze USA si trovano illegalmente in Siria a differenza di quelle russe, Hezbollah e iraniane, ufficialmente richieste ed autorizzate dal governo siriano.

Restiamo in attesa dell’inizio delle operazioni e proseguiamo con il monitoraggio della situazione.

Qui trovate l’analisi in video dei fronti registrata nei giorni scorsi per Saker Italia, buona visione.

Per oggi è tutto.

Stefano Orsi

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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