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Home Politica Internazionale AREE DI CRISI

Situazione militare sui fronti siriani al 9-11-2018

13 Novembre 2018
in AREE DI CRISI, Medio Oriente, Siria
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Situazione militare sui fronti siriani al 9-11-2018
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di STEFANO ORSI

Le nuove informazioni

In Siria prosegue l’attesa per la sorte della provincia di Idlib, è trascorso l’ultimatum per il ritiro delle formazioni terroristiche e delle loro armi pesanti dalla fascia di sicurezza di 20 Km, che la Turchia si era impegnata a far rispettare,  purtroppo le formazioni legate ad al Qaeda non si sono mosse e hanno invece proseguito nei loro attacchi contro l’esercito siriano durante anche l’ultima settimana.

Zone civili sono state colpite nei pressi di Aleppo in diversi quartieri, segno che ancora non vi sia sicurezza in città.

Oggi (9-11) truppe siriane hanno teso una imboscata ad una formazione jihadista ( Jaysh al Izza) in movimento nel nord della provincia di Hama, ovvero la parte meridionale della sacca di Idlib, ultimo degli scontri di quelli avuti in settimana, ed una 20 di miliziani integralisti sono stati eliminati.

Le formazioni legate alla Turchia invece non mostrano attività bellicosa, forse sono in corso di spostamento verso nord, in vista di una nuova azione di contrasto alle formazioni curde nel nord della Siria, dopo l’occupazione del cantone siriano di Afrin che era occupato dalle formazioni curde, ora l’attenzione di Ankara si è spostata verso tutta la fascia che va da Qamisli fino a Jarabulus, passando per le città di confine Kobane Tal Abyad e Ras Alyn, che potrebbero essere occupate da un giorno all’altro.

Temendo questo attacco le formazioni YPG che operavano nel sud-est della Siria, hanno abbandonato i fronti per tornare a difendere, o meglio nell’illusione di poter difendere, le loro città anche simbolo come Kobane.

Non basterà certamente il fatto che gli USA abbiano depennato, con tempismo eccezionale, le formazioni YPG e PYD curde dalle loro liste dei terroristi, come se questo bastasse ai Turchi per fermarsi, anzi, lo vedranno come l’ennesimo gravissimo insulto nei loro confronti.

Per quanto riguarda le sacche rimanenti dell’ISIS nella Siria libera, l’esercito siriano sta finalmente portando in zona il numero di truppe davvero necessario per sovrastare le centinaia di miliziani del Califfo (800-1000), che ancora resistono nell’impervia montagna vulcanica di Al Safa, nei giorni scorsi una buona notizia ci ha rallegrato i cuori, le 20 donne, diverse delle quali sono delle bambine…, rapite nella città di Suweida, durante l’attacco sanguinoso contro i civili della città, circa 250 vittime con molti bambini ed intere famiglie sterminate, sono state liberate da un fulmineo attacco portato a termine dall’esercito siriano dopo l’individuazione della località in cui erano tenute prigioniere. Ora possono procedere con meno cautele nelle operazioni belliche e proseguire l’invio di truppe anche in direzione dell’altra sacca, quella di Al Suknah.

Le forze aerospaziali russe si stanno preparando a riprendere gli attacchi aerei contro obbiettivi militari in Siria dopo la pausa iniziata a fine settembre in attesa dell’ottemperanza degli accordi per il cessate il fuoco, disattesi come spiegato. Gli attacchi russi saranno eseguiti sulle sacche ISIS a supporto delle forze di terra siriane in questa regione impervia, una battaglia davvero difficile visto che i combattenti appaiono determinati a morire avendo essi rifiutato di essere spostati nel settore di Al Suknah, la natura del terreno, fratture nella roccia vulcanica molto diffuse, grotte ed anfratti ovunque, lo rendono il peggiore scenario per i soldati che dovranno eliminare ogni traccia dell’ISIS.

La Russia sta anche proseguendo nell’invio di navi da battaglia ma soprattutto da carico per i materiali bellici da reintegrare dopo le offensive di agosto e la probabile nuova escalation in arrivo su Idlib.

Anche alcune navi da battaglia sono arrivate al largo delle coste siriane, la loro presenza dovrebbe fornire capacità di colpire in profondità le strutture dei terroristi in Idlib o nelle sacche ISIS, ipotesi meno probabile, o anche copertura radar e missilistica in caso di minacce occidentali, le voci di preparativi di simulazione di attacco chimico sono ancora presenti e preoccupanti.

Nella provincia di Aleppo, nel villaggio di Tarvafi, l’esercito russo si è nuovamente reso protagonista di una operazione umanitaria portando diversi camion di aiuti e distribuendo ben 450 pacchi di scorte di cibo per le famiglie  e oltre una tonnellata di pane.

Le operazioni umanitarie sono sempre seguite dal gruppo di riconciliazione russo e siriano che coordinano e segnalano l’invio di aiuti per le popolazioni più bisognose.

La totale assenza di aiuti della UE o dell’Italia purtroppo si segnalano per l’assenza totale.

Vicenda S300, proseguo nella ricerca di conferme della consegna dei famosi “24”lanciatori di missili, divisi in 3 batterie, ma trovo ancora solo conferma dei 4 segnalati, e fotografati anche dai satelliti israeliani, per ora ancora nessuna conferma visiva della loro effettiva presenza oltre ai soli 4 consegnati ufficialmente.

Qui l’ultima video sitrep registrata per SakerItalia.

https://www.youtube.com/watch?v=OmiZuDxFYHU

Per oggi è tutto

 

Tags: SiriaStefano Orsi
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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), socio dell’ass. Blogger Samizdatonline, Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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