Situazione in Siria – aggiornamento 10/02/2020 – conflitto forse congelato sulle posizioni attuali

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La Russia e la Turchia durante l’incontro appena avvenuto ad Ankara avrebbero deciso, per il momento, di congelare la situazione.

Una fonte del ministero degli Esteri turco afferma di aver discusso i passi per declassare la situazione a Idlib. Ci si incontrerà con la controparte russa di nuovo la prossima settimana. Ciò che si intuisce dalle indiscrezioni trapelate finora, è che – da parte turca – si accetti il fatto compiuto della riconquista dell’autostrada M5, Hama-Aleppo.
A questo nuovo territorio dovrebbe essere ovvio che venga compresa una zona di sicurezza ad ovest di Aleppo, abbastanza ampia da non mettere più in pericolo la città.

In altri termini, l’esercito siriano dovrebbe fermarsi e stabilizzarsi pressappoco sulle posizioni attuali. Ciò che invece la Turchia non transigerebbe, è una invasione di Idlib da parte dell’esercito siriano che causerebbe il riversarsi un ingente numero di profughi, milizie e famiglie  oltre il confine turco. Naturalmente questa è la sua giustificazione di Amkara, ma tant’è. Si deve far buon viso a cattivo gioco in certi frangenti. Si chiama diplomazia ed evita una guerra pericolosa, incerta e sanguinosa. Sembra che la Turchia non bleffi, ma questo non si può sapere. Si sa erò che nell’ipotesi minimale, si perderebbe quel poco che è rimasto di intesa pragmatica tra Turchia e Russia e questo complicherebbe le cose.

Quindi ciò che dovrebbe prefigurarsi è una nuova partizione di Idlib, partendo dalla situazione attuale, come vedete nella cartina che segue.

situazione

Naturalmente, a questa situazione ci potranno essere alcune varianti: l’esercito siriano potrebbe continuare a nord ancora per un po’ in direzione nord, per riprendere più  territorio intorno ad Aleppo o addirittura tutto il governatorato di Aleppo.

Questa ipotesi sarebbe auspicabile ma l’ostacolo in questa fase – capite bene – è soprattutto politico. In tutti i modi,  è necessario che le bande jihadiste siano tagliate fuori dalla periferia di Aleppo. Questo è vitale, in questa fase è ancor molto più importante che riprendere Idlib.

E in tal senso si stanno facendo costantemente progressi. Ieri, per esempio, sono stati presi da dall’esercito siriano e alleati, i villaggi di Zerbah e Tal Hadiya. Questi ultimi erano in mano agli antigovernativi dal 2012.

Se questo scenario si realizzerà, sarà comunque un grande traguardo: vorrà dire ristabilire la sicurezza in Aleppo e la viabilità ordinaria della M5. Naturalmente sarebbe anche importante riprendere la M4 , ovvero la Latakia- Aleppo. Anche questo – a mio avviso – più della presa di Idlib. Ma è probabile che questo ulteriore step sarà rimandato (e potrebbe essere anche possibile trovare in proposito soluzioni alternative).

Interessante anche la presenza di giornalisti russi in alcuni posti di osservazione turchi. Questo è un buon segno:  se ci fosse pericolo imminente di scontro non credo che sarebbero tranquilla mente lì. E’ qualcosa di fragile come indizio lo so, ma è significativo. Chi sa, non si metterebbe a rischio una propria giornalista ‘embedded’ truppe ostili.

Tende ulteriormente ad avvalorare l’ipotesi che vi ho fatto finora, anche il posizionamento delle forze turche che sembrano prendere una configurazione tale da avvalorare questo schema del ‘congelamento’.

Infine, pervengono alcune buone notizie da nord con i curdi: Damasco ha appena acconsentito, attraverso la mediazione russa, ad avviare negoziati politici, forse formando un alto comitato incaricato di discutere la legge sull’amministrazione locale in Siria a nord dell’Eufrate.

@vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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