La notte del 28 e 29 luglio, l’esercito arabo siriano (SAA) ha lanciato improvvisamente un attacco contro le posizioni dei ribelli jihadisti situate in cima alla collina di Tal Malah, a nord-ovest di Hama.
Guidati dalle Tiger Force, le truppe arabe siriane iniziarono ad attaccare la roccaforte Tal Malah a ovest. Lo scontro tra le due parti è stato estremamente feroce.
Con il vantaggio del fuoco e del supporto dall’alto, SAA è riuscita ad ottenere il controllo dell’altura di Tal Malah prima che i militanti si ritirassero nella vicina città di Jibeen.
Dopo aver stabilizzato la situazione di Tal Malah, l’aeronautica russo-siriana ha compiuto sulla città di Jibeen intensi attacchi aerei consentendo ad SAA la sua riconquista.
Naturalmente a seguito dei continui cambi di fronte delle settimane precedenti, queste due località sono prive di civili che sono sfollati altrove.
Con il controllo delle due posizioni strategiche di di Tal Malah e Jibeen , SAA ora può riaprire la strada che collega le città di Mhardeh e Al–Sqaylabiyeh.
Dopo aver perso queste due località a causa dei contrattacchi dei miliziani, le forze governative hanno ripetutamente fallito nella riconquista di questi due punti strategici.
Gli analisti affermano che, oltre a liberare la via di facilitazione che collega Mhardeh e Sqaylabiyeh, la liberazione di Tal Malah creerà un solido cuscinetto per consentire ad SAA di attaccare le città di al-Lataminah e Kafr Zita.
Quantunque i media e ultimamente anche la Santa Sede descrivano il contrario e lamentino un eccessivo numero di vittime civili, negli ultimi due mesi le battaglie sono state stanziali e concentrate in aeree scarsamente abitate. In altri termini, , le forze governative non hanno ottenuto nessuna vittoria significativa sul campo di battaglia nell’area nordoccidentale della Siria ed hanno combattuto quasi una ‘guerra di trincea’ salvo qualche avanzata e ritirata. Pertanto, solo ora la riconquista di Tal Malah e Jibeen potrà ipotizzare una nuova progressione e lo spostamento del fronte, finora quasi statico.
Quantunque l’informazione dica il contrario, i bombardamenti aerei russi e siriani delle settimane scorse hanno avuto come obiettivo depositi munizioni e l’approvvigionamento delle forze militanti jihadiste di prima linea: gli attacchi aerei su posizioni arretrate hanno avuto solo questo obiettivo e questa ragione.
Gli obiettivi di scuole e strutture sanitarie denunciate dai White Helmet, riprese dalla Santa Sede e da varie altre istituzioni si basano sulle notizie fornite dai ribelli e non rappresentano per le forze aeree russo siriane obiettivi remunerativi. Anzi le stesse ed i rispettivi governi alle pressioni internazionali ed al rischio di rappresaglie dirette.
Pertanto, in assenza di fonti indipendenti, nutro seri dubbi su quanto riferito o almeno sulla reale entità di quanto riferito.
E’ vero invece che per tutto il tempo prima dell’avanzata, l’aeronautica russa ha continuato a intensificare i propri attacchi a sud della provincia di Idlib, specialmente l’insediamento di Khan Sheikhoun: l’obiettivo strategico dell’aviazione russa è tuttora la città di Khan Sheikhoun.
La ragione per cui ci si accanisce su Khan Sheikhoun è perché questa città nel sud di Idlib è considerato un nodo importante per il movimento delle truppe ribelli in prima linea.
Conseguentemente oltre a mirare obiettivi fissi, le forze aeree russe e siriane hanno costantemente sotto controllo le strade intorno a Khan Sheikhoun nel tentativo di bloccare i movimenti dei ribelli dalle loro basi a sud di Idlib e a nord di Hama.
Khan Sheikhoun è stata sottratta dalle milizie antigovernative nel 2014 dopo una grande battaglia a sud di Idlib. Da quando hanno preso il controllo della regione, gruppi come Hay’at Tahrir Al-Sham hanno trasformato letteralmente questi insediamenti in roccaforti per futuri tentativi di riconquista seppe di depositi interrati e camminamenti nascosti come abbiamo visto precedentemente in Ghouta (Damasco).

To understand what military pressure rebel were under in Tal Malah.
These are the artillery & air strike-created impact craters of the first two weeks of the #AssadPutin counteroffensive as seen on June 27 (compared to May 26).
Rebels held the village for another four weeks. pic.twitter.com/NxSPISlftU— Julian Röpcke (@JulianRoepcke) July 29, 2019
Come abbiamo visto l’offensiva dell’esercito siriano iniziata in aprile da allora non ha avuto molto successo in termini di riconquista di territori e potrebbe riprendere solo ora. La difficoltà di SAA ad avanzare più a fondo su Idlib è dovuta allo sforzo turco a sostegno ai militanti jihadisti, ovvero per “la cooperazione logistica effettuata attraverso i punti di osservazione, nonché trasferimenti diretti di armi e munizioni” .
Ora non si può escludere che i militanti cercheranno di raccogliere la loro forza e contrattaccare. Inoltre, vale la pena notare che i siriani hanno nuovamente bombardato l’area in cui si trova il posto di osservazione turco. Non sono state riportate vittime, ma i turchi molto probabilmente protesteranno di nuovo.
@vietatoparlare
Nota a margine
Il ministero della Difesa russo il 24 luglio – che fa continui e particolareggiati briefing sulle loro operazioni aeree, , qui l’ultimo del 29 luglio – ha mostrato i video che dimostrano che l’attacco al mercato ad Idlib è un falso.
Ma le fonti dei ribelli continuano ad essere privilegiate dai nostri media:
Per questi ultimi è abbastanza ovvio che i russi dopo aver distrutto tutti gli ospedali di Idlib ora passino a distruggere i mercati…