SIRIA. SILENZIO SULLA STRAGE VERA DI BAMBINI. PERCHE’ IL MANDANTE …

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Sono 95 bambini sui 127 civili uccisi  dall’attentato con il camioncino-trappola contro i bus dove i civili aspettavano di giungere in zona sicura, ossia sotto il governo Assad, nel governatorato di Idlib. Non sono  abbastanza per far piangere Ivanka, e ancor meno i media occidentali:  erano “sfollati pro-regime”, ha detto CNN. Non hanno nemmeno chiarito, i media,  chi sono gli autori di questa strage  satanica, di palese intento genocida. Non si  tratta nemmeno di “danni collaterali” per bombardamento come quelli che produce così generosa l’aviazione Usa. Si è trattato di una strage mirata,  premeditata e ben organizzata, che aveva  di mira  proprio i bambini sciiti.
Raccontiamo per sommi capo la storia che i media hanno taciuto.
Gli uccisi venivano da due villaggi, Foua e Kefraya,  nella zona nord di Idlib dove dominano terroristi jihadisti; due villaggi sciiti assediati dai terroristi  da due anni, continuamente bombardati da razzi e mortai,  che il povero esercito di Assad non riesce a liberare, che rifornisce  dal cielo con elicotteri di cibo e di munizioni per i locali difensori sciiti.  In situazione speculare,  vicino a Damasco, nel sud, sono assediate da mesi due cittadine con dentro sunniti wahabiti ribelli ad Assad, Al-Zabadani e Madaya; assediate da truppe governative, e rifornite a tratti da convogli delle Nazioni Unite e Croce Rossa (notate la differenza).  Nell’uno e  nell’altro stallo, si trovano bloccate 20-30 mila persone.
A dicembre si era raggiunto un accordo per uno scambio reciproco, l’evacuazione di civili feriti da una parte e all’altra;  i bus che portavano via vecchi e feriti dalle cittadine sciite erano stati  incendiati da  gruppi terroristi dissidenti; erano stati  mandati altri bus, alla fine l’evacuazione è riuscita.
Una settimana fra era stato concluso l’altro accordo:  un completo scambio di popolazione fra  i quattro villaggi. Tutti gli abitanti dei due paesi presso Idlib  sarebbero stati evacuati in zone sotto il  controllo  governativo, quelli (sunniti) delle due cittadine del Sud sarebbero stati evacuati in zone  sotto il controllo ribelle.
Chi ha condotto  la trattativa? “L’Iran per contro del governo di Damasco,  il Katar come protettore dei ‘ribelli’”: chiaro? Il Katar è quello che finanzia i Fratelli Musulmani dovunque, e in Siria arma  le sue proprie milizie terroriste.  Infatti il complicato accordo concluso dai due stati-intermediari, comprendeva anche la restituzione di ostaggi del Katar che sono in mano di gruppi sciiti in Irak,  grossi stanziamenti del Katar per i “ribelli” che si ritiravano (Al Qaeda), ed altri  codicilli non rivelati.
I gruppi terroristi wahabiti (pardon, “ribelli”) che  assediavano i due villaggi sciiti, sono essenzialmente due milizie distinte; AL Qaeda (sic), e un Ahrar al Sham, quello pagato dal Katar;  quest’ultima milizia era responsabile dell’esecuzione dello scambio di popolazioni;  frange dissidenti “Al Qaeda”   si sono pubblicamente dichiarate  contrarie all’accordo raggiunto.
Dunque, è accaduto che, il 15 aprile, circa 5 mila abitanti sciiti delle cittadine del Nord stavano per essere trasportati sui pullman nella città di Aleppo, ormai sotto il controllo del  governo;  tuttavia i bus sono stati fermati mentre erano ancora nelle aree sotto controllo dei “ribelli”, apparentemente perché erano nate altre contraddizioni su particolari minori dell’accordo. Nel frattempo, i sunniti anti-Assad erano stati regolarmente evacuati dalle due cittadine del Sud e si trovavano ad Aleppo, sotto la sorveglianza del  governo.
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I civili sciiti fermati in territorio ribelle erano sotto la sorveglianza di Ahrar al Sham.
Passano le ore. I civili sui bus, per lo più vecchi e bambini, hanno fame e sete. Qualcuno appare e distribuisce dei falafel, frittini  d ceci; i bambini scendono e si affollano attorno a chi distribuisce  il cibo.   Su quella piccola folla piomba, alla massima velocità, il pick-up venuto dal nulla; l’esplosione è enorme;  vengono totalmente distrutti quattro pullman  con dentro i profughi, e diversi altri veicoli. Oltre i 95  bambini uccisi, decine di altri sono orrendamente feriti e mutilati. Anche alcuni miliziani di Ahrara al Sham sembra siano morti.
Dopo l’attentato. I bambini uccisi sono 95. Sciiti, quindi  niente lacrime. 
Chi è  stato a compiere il massacro? Evidentemente Al Qaeda in Siria, di cui certe frange s’erano dissociate dall’accordo;  qualunque cosa significhi Al Qaeda,  sono gruppi sunniti-wahabiti  oggi finanziati dai sauditi, dagli americani e da  Sion; Al Qaeda sta inglobando da qualche mese  e  riorganizzando ribelli dell’Is debellati ed  altre milizie  in rotta, o  rimasti senza   finanziamenti Cia nell’interregno fra Obama e Trump.

BBC: “forse è stato Assad”

Il punto è che i media anglo e occidentali non dicono chi è stato.
La  BBC, citando la sua corrispondente in Medio Oriente Lina Sinjab, ha avuto il coraggio  di scrivere: “Secondo lei, non è chiaro in che modo il veicolo [con l’esplosivo] possa essere arrivato sul posto senza  il permesso del governo”:  senza naturalmente specificare che i bus si trovavano ancora in attesa  nella zona  controllata dai terroristi, non dal governo Assad;  una zona, si noti,  a ridosso della Turchia, con la frontiera aperta, da cui  giungono  regolarmente armi ed armati per i terroristi.
E ancora: “Non ci sono nemmeno prove – ha  detto BBC – che i ribelli siano coinvolti nell’attentato, come sostiene e il governo; non sarebbe nell’interesse dei ribelli, sottolinea la nostra corrispondente, dato che stavano aspettando  l’evacuazione dei loro sostenitori  dalle altre due  cittadine”. Insomma, la BBC ha insinuato che è stato il governo Assad; non è chiaro in cosa lui, contrariamente ai ribelli, avesse “interesse”  a massacrare i suoi sostenitori, i civili sciiti  che era riuscito a far evacuare, e che si trovavano a meno di due chilometri dalla salvezza sotto le ali del governo.  Ma  qui è inutile esigere logica nella propaganda bellica britannica: perché è chiaro che Londra è alleata di Al Qaeda e dei sauditi in  tutto lo scacchiere; i suoi aerei stanno massacrando  migliaia di bambini in Yemen.
Tanto era sciita. Poco male.
E’ utile aggiungere che, subito  dopo la strage, la polizia militare russa ha preso la guardia della colonna di bus pieni di sunniti evacuati dalle cittadine a sud di  Damasco, per  proteggerli e  scongiurare ritorsioni violente da parte dei civili siriani.
Infatti,  “Damasco ha deciso che l’evacuazione e scambio dovesse continuare nonostante la tragedia. Le due cittadine di Idlib [sciite] sono troppo esposte e indifendibili;  nessuna operazione importante del governo verso Idlib può aver luogo, finché i due villaggi erano tenuti ostaggio”.
Giornali come Le Monde hanno ripetuto la vile insinuazione:  Assad il mostro  ha mandato ad ammazzare i suoi concittadini – tra l’altro, con un terrorista suicida? Mai avvenuto. Sono i wahabiti che usano i terroristi suicidi. La stessa Al Qaeda che compie attentati-strage a Damasco.
Un tale falsificazione dei media non si può spiegare, ovviamente, che con l’opera dei Padroni del Discorso.  I mandanti generali di tutta la destabilizzazione che da 16 anni l’America e l’Occidente sparge attorno ad Israele, per volontà della lobby ebraica.
Dite pure che esagero, che sono il solito antisemita. Ma probabilmente non sapete che sul New York Times, un columnist famoso, chiamato  Thomas Friedman, con la mente fissa al bene di Sion, ha consigliato Trump non di debellare l’Is, ma di armarlo ancora di più.
L’articolo è qui, pubblicato il 14 aprile (un giorno prima della  strage in Siria):
Si spazientisce, Friedman,   divorato dallo zelo per Sion: “Ma perché Trump combatte l’ISIS in Siria?”. Non deve!  “Lasci che l’ISIS sia il rompicapo di Assad, dell’Iran, di  Hezbollah e della Russia – allo stesso modo in cui noi abbiamo mobilitato i mujaheddin a dissanguare le truppe sovietiche in Afghanistan” [negli anni ‘80].  Friedman raccomanda al nuovo presidente di mandare ai militanti dello Stato Islamico “abbastanza missili  anticarro e anti-aerei da minacciare gli aerei ed elicotteri usati dalla Russia, dall’Iran, Hezbollah e Siria e salassare le loro forze almeno fino a quando accettano di aprire negoziati.  Questo mi conviene totalmente”.

Dove si trova la testa del serpente

Friedman era ancora preoccupato che Trump cambiasse  la linea sullo Stato Islamico tenuta  dall’amministrazione Obama, per la quale  Daesh è sempre  stato “un attivo strategico indiretto  contro Assad”, infatti finanziato  e addestrato  dalla Cia, come ha ammesso John Kerry ancora il 10 gennaio scorso.
Thomas Friedman, per Sion.
Adesso Friedman sarà rassicurato, almeno in parte: Trump su suggerimento di Ivanka e Jared tiene la  linea. Ma no, deve fare ancora di più, ancor meglio di Obama; fare come i sauditi, così amici di Sion:
Fare quel che  l’ex capo della Cia  Michael Morell propose, schiumante di rabbia contro Mosca, parlando alla CBS lo scorso agosto: “Bisogna far pagare un prezzo a russi e iraniani, ucciderli di nascosto, minacciare direttamente di morte Assad”  bombardando la sua residenza a Damasco. Prezzo di sangue, “far arrivare alle famiglie russe delle bare”, insomma dissanguare, salassare.
Cinque anni non bastano, non basta mezzo milione di morti ammazzati. La  guerra di Siria  – sotto forma di genocidio, come vogliono loro –   continuerà, continuerà lo strazio delle popolazioni, non basterà l’aiuto russo e iraniano a liberare  il  disgraziato paese  dal mostro satanico wahabita. Perché se il corpo dell’orrendo serpente soffoca la Siria, tra le sue spire,  la sua testa sta altrove. Fuori dalla portata.
Maurizio Blondet
fonte http://www.maurizioblondet.it/siria-silenzio-sulla-strage-vera-bambini-perche-mandante/

AltraInformazione

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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