Siria: rompere la coltre di bugie di cui sono permeati i nostri mass-media

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riporto il’articolo del ‘dialogo’, l’intervista è a Ouday Ramadan.

Non sposo la ricetta del socialismo o del capitalismo ma quella della libertà di tutti di esprimere pacificamente le proprie idee.
Il problema che voglio ancora stigmatizzare è la disinformazione e la partigianeria sulla vicenda Siria. Mentre bisogna chiamare ogni cosa con il suo nome. Il regime di Assad lo conosciamo ma non vedo davvero come l’opposizione attuale e possa essere paladina di un nuovo corso che nasce dal sangue.

fonte: il dialogo di Giovanni Sarubbi

Intervistiamo oggi, sulla questione siriana di cui ci stiamo occupando oramai da molti mesi, Ouday Ramadan, siriano di nascita e italiano d’adozione. Ha 47 anni e vive in Italia dal 1986. Non è fra gli oppositori del governo Assad. Anche lui ha avuto scontri con qualche esponente della famiglia Assad che lo hanno portato ad uscire dalla Siria. Ma questo non lo ha fatto diventare un oppositore del governo Siriano che egli considera sicuramente migliore del migliore paese con un sistema capitalista occidentale.

Ouday Ramadan è oggi comunista, ha vissuto in Libano dove ha anche partecipato alla lotta armata che in quel paese si è svolta. Non conosce né Dachan Mohamed Nour, delegato per l’Italia della Coalizione Siriana di Sostegno alla Rivolta Siriana, né Ossamah Al Tawil, membro del Comitato Esecutivo del Coordinamento Nazionale Siriano per il Cambiamento Democratico che abbiamo precedentemente intervistato sulla questione siriana. Ecco di seguito il testo dell’intervista che ci ha rilasciato che ha, come sempre, il solo scopo di fornire sia un diverso punto di vista, sempre importante per chi cerca di capire gli avvenimenti nazionali e soprattutto internazionali, sia ulteriori notizie e informazioni sulla vicenda siriana, prima che sia troppo tardi.

Le notizie di cui sono pieni i nostri giornali non sono affatto rassicuranti. Le grandi potenze, tranne la Cina e la Russia che hanno opposto il veto all’ONU per impedire l’inizio dell’ennesima guerra, come accaduto recentemente in Libia, danno segno di non voler in alcun modo perseguire la soluzione pacifica delle controversie internazionali. A maggior ragione abbiamo il diritto di capire bene cosa sta succedendo in Siria e di pretendere il rispetto della sovranità di tutti i popoli, come prescritto dallo Statuto dell’ONU. Che la via pacifica prevalga sulla guerra. Per questo, e solo per questo, lavoriamo.

A quale gruppo appartieni? Fai parte anche tu dell’opposizione siriana in Italia? Che cosa vi proponete?

Non sono un oppositore del legittimo governo Siriano. Sono uscito dalla Siria nel 1983 a seguito di una lotta aspra contro  Rifaat Al Assad, zio dell’attuale presidente che attualmente è in esilio. Sono nato e cresciuto in Libano. Sono stato prima simpatizzante del Partito Nazional Socialista Siriano (SSNP)(che non ha nulla a che vedere con il partito nazista), poi sono stato iscritto al Partito Comunista Libanese, con il quale ho partecipato alla lotta armata del libano. Sono in Italia dal 1986 e sono stato per 15 anni consigliere comunale in un paese della Toscana. Nel 1994 sono rientrato in Siria. Non sono baasista però difendo il regime perché è socialista e anche laico, quindi lo difendo a spada tratta. Come in tutti i paesi ci sono problemi, ma nessuno che si trovasse a lavare un bambino sporco lo butterebbe via insieme all’acqua sporca. In Siria c’è stata e c’è la corruzione ma il regime socialista va mantenuto e difeso. Per me il peggiore stato socialista è sempre migliore del migliore stato capitalista.

Sulla situazione in Siria si leggono molte notizie, spesso contrastanti, molte di esse palesemente inventate come se ci fosse una regia  occulta dietro. Dal tuo punto di osservazione che cosa sta accadendo  realmente in Siria?
Dal 31 ottobre al 10 novembre sono stato in Siria con una delegazione. Ho fatto anche un intervento in una manifestazione di cui è stato trasmesso il filmato sulla televisione Siriana (che si può vedere qui) Sono stato ad Homs è sono scampato ad un attentato del cosiddetto “Esercito Siriano Libero”. C’era con noi una troupe indipendente che ha girato 38 ore di filmati. Abbiamo girato in lungo e in largo la Siria e abbiamo constato la presenza di gruppi armati costituiti dalle forze della fratellanza islamica (il cosiddetto “Esercito Siriano Libero”) che è finanziato dalla  Turchia di Erdogan, dal Qatar, e dai  libanesi del gruppo Futurista Hariri, che sono un gruppo della destra ultra capitalista.

Da dove nasce la crisi attuale?

La crisi attuale non è figlia dell’oggi. Il progetto va avanti fin dal 1996 ed è l’alternativa alla guerra diretta che nel 2006 Israele fece attaccando il sud  del Libano. La guerra è stata sostituita dalla sovversione interna finanziando e armando gruppi di oppositori per destabilizzare e conquistare l’unico stato socialista della regione. Sono state usate e stravolte anche le cosiddette rivoluzioni arabe. Nulla da eccepire alle sollevazioni popolari che però sono finite male. In Tunisia, dove regnava Ben Ali, noto collaboratore della CIA, ed in Egitto, dove regnava Mubarack anche esso filo americano, sono ora al governo i movimenti islamici. In questi paesi ci sono milioni di persone che vivono con meno di 1 dollaro al giorno, solo in Egitto ve ne sono 40milioni, che diedero vita nel 2008 alla rivoluzione del pane.

In Siria invece il socialismo è forte ed è presente e per questo vogliono conquistarlo. E’ l’unico paese che fornisce sanità ed istruzione gratuita per tutti. Gli studenti possono andare all’estero a studiare a spese dello Stato. A tutti gli abitanti vengono garantiti gratuitamente tutti i generi di prima necessità, compreso 1000 litri di gasolio all’anno. La critica ad Assad che bisognava fare e che non è stata fatta è che ha accettato il FMI e ha introdotto in Siria nel 2005 la borsa valori.

Quando è cominciata l’attuale situazione di crisi, da comunista sono andato in Siria per capire che cosa stesse succedendo e ho potuto constatare che la rivolta ha attecchito in zone piene di fondamentalismo religioso di matrice islamica. La cosiddetta rivolta coinvolge infatti quattro città, che sono Daraa, Hama,  Idlib  e Homs e per quest’ultima con esclusione delle zone dove sono presenti sunniti alawiti e cristiani ortodossi e cattolici. La rivolta è di colore religioso e integralista: vogliono introdurre la Sharia islamica nel paese. Si tratta di città poste lungo il confine con il Libano la Giordania e la Turchia e sono quindi facilmente raggiungibili dall’esterno del paese.

Su che cosa basi la tua affermazione sull’intervento straniero in Siria?

In Siria sono stati catturati ben 47 ufficiali turchi. Sono stati catturati anche ufficiali francesi, fra cui un colonnello,  e qualche militare britannico.  Ma ci sono anche gruppi del Libano telecomandati da USA e Francia. Non è una rivolta popolare, ma una sovversione dall’esterno guidata da Erdogan e dalle petro-monarchie del Golfo Persico che, senza avere nemmeno una Costituzione ed una vita democratica interna al proprio paese, si sono inventati difensori della democrazia in Siria. Basti dire che l’emiro del Qatar ha preso il potere nel suo paese facendo arrestare il suo stesso padre e facendo fuori molti suoi fratelli. E’ come se una prostituta si mettesse a dare lezioni di castità. Parlano di democrazia in Siria ma sono stati loro a reprimere al rivolta nel Barehim.

Sono credibili oppure no le agenzie di informazione basate a Londra a cui attingono in via esclusiva tutti i media occidentali? Chi sta dietro effettivamente a tali agenzie di informazione?

La credibilità di queste agenzie è nulla, sono dei puri e semplici mistificatori della realtà.  Sono in possesso di migliaia di filmati fasulli, creati ad arte negli studi di Al Jazira o di altre emittenti controllate dalle petro-monarchie del Golfo Persico che inventano di sana pianta notizie mai avvenute. E ci sono al mondo ben 60 emittenti televisive che ritrasmettono queste notizie  false su tutto ciò che riguarda la Siria come la CNN o tutte le emittenti europee, comprese quelle italiane.

Ci sono filmati di morti assassinati pieni di sangue finto che poi, dopo aver recitato, si alzano. Ci sono filmati di ambulanze falsamente colpite dall’esterno, oppure ci sono filmati dell’abbattimento di aerei Russi della guerra in Cecenia spacciati come se fossero accaduti in Siria. C’è n’è uno dove si vede persino la data del filmato che è del  sei agosto del 2006. Ci sono immagini di bambini tratti dalle macerie che però non sembrano aver subito lo shock tipico di chi si è trovato in tali situazioni. Insomma si tratta di filmati falsi. Hanno messo in giro di tutto di più ma sono falsità.

In Italia tutti i media continuano ad intervistare oppositori siriani che vivono a Bologna o Milano senza nessun contraddittorio. Io personalmente li ho sfidati ad un confronto pubblico ma finora nessuno ha voluto accettare il confronto.

I filmati veri, quelli della pulizia etnica fatta dalle opposizioni nessuno le mostra. Ce n’è uno di 320 soldati massacrati dai ribelli a Idlib tra  giugno e luglio del 2011. Vengono uccisi cristiani, alawiti e drusi  perché considerati miscredenti dai fondamentalisti salafiti.
Qual è il ruolo delle religioni in Siria?

La Siria è sempre stata una regione dove tolleranza e libertà religiosa sono state una costante della vita sociale. La cosa più bella che ho visto in Siria è vedere dappertutto l’icona della Madonna posta accanto a quella della mezzaluna. Moschee e chiese sono quasi sempre vicine  e in Siria convivono pacificamente ben 53 etnie e religioni.

Il 40% della popolazione è di religione sunnita, l’altro 60% è formato da una serie di minoranze religiose. Su circa 23 milioni di abitanti gli alawiti (la confessione religiosa del presidente Assad) sono 8 milioni; i cristiani sono 2 miloini; gli ismaeliti sono 1 milione; i drusi sono 1,5milioni; 800mila sono gli armeni, 1 milione sono i charcasi, 800mila ashuri; 600mila sciit; 1,2 milioni i mercedita che sono un ramo sciita; 1 milione sono i curdi. Nel 40%  di sunniti vi è una minoranza di sunniti salafiti che sono contrati ad Assad.

Tutte le religioni  hanno diritto a praticare il proprio culto e le proprie funzioni religiosi. Oggi ci sono invece religiosi che hanno cominciato a fare pulizia etnica . C’è uno di questi capi religiosi dei ribelli che si trova in Arabia Saudita, che si chiama Arhurar, che incita al massacro degli alawiti e dei cristiani che chiama collaboratori del regime. Ha detto “vi metteremo nel tritacarne e vi daremo in pasto ai cani”. La popolazione siriana è contraria alle guerre di religione che invece ora è importata dall’esterno.

Ci sono motivi economici nell’attuale crisi? Quali sono i motivi che spingono le grandi potenze, in primis gli USA, a fomentare la guerra? Motivi economici o geo-politici?
La crisi non è scoppiata per motivi economici del tipo di quella che è in corso nei paesi occidentali. Ha delle motivazioni economiche da parte delle grandi potenze perché due anni fa è stata scoperta davanti alle coste siriane un importante giacimento di gas metano.

Tutto il grande caos che stanno facendo le grandi potenze (USA e Francia in primis) è  per accaparrarsi questi giacimenti. Inoltre la Siria ha una importante posizione geo strategica e politica. E’ un baluardo antimperialista e appoggia la resistenza palestinese. Voglio ricordare che in Siria ci sono 1 milione e mezzo di profughi palestinesi che hanno pari diritti rispetto ai siriani. Lo steso  avviene con i profughi libanesi, e i 3 milioni di profughi iracheni, tutti con pari diritti come se fossero cittadini siriani. I profughi palestinesi hanno anche un loro esercito di liberazione della Palestina.

Come giudichi la recente scelta di Hamas di togliere l’appoggio al governo siriano?
All’origine di tale scelta c’è l’iniziativa del Qatar che ha pagato ad Hamas ben 250 milioni di dollari. Per soldi si sono venduti. Il Qatar ha detto che spenderà molti soldi per rovesciare il regime siriano.

Il Consiglio Nazionale Siriano dice di rappresentare l’80% della popolazione siriana. E’ vero oppure no? E da quali forze politiche e sociali è costituito il CNS?

Ma quale consenso? Se avessero un consenso dell’80%, come dicono, avrebbero già preso il potere. Parlano dell’Esercito Siriano Libero come di un esercito formato da soldati che hanno lasciato l’esercito per non essere costrettti a sparare sulla gente. Li ho sfidati a fare nomi e cognomi ma non ne hanno detto  nessuno.  Hanno citato un ex impiegato del ministero della difesa che è scappato nel Dubai perché ricercato per corruzione che è apparso su Al Jazira presentato come un grosso funzionario del ministero, ma si tratta invece di un semplice impiegato. Ci conosciamo in Siria. Se avessero l’80 per cento come farebbe Assad a rimanere in Siria? La verità invece è che a Damasco ed Aleppo ci sono tutte le settimane alcuni milioni di persone in piazza a sostegno di Assad.  Io stesso ne sono stato testimone diretto avendo partecipato, come ho detto, ad una di queste manifestazioni ed avendo avuto modo di parlare come rappresentante della delegazione italiana. Ma i giornalisti italiani dicono che quei filmati sono falsi. La verità diventa bugia e viceversa.

Il Governo Assad è una dittatura che viola sistematicamente i diritti umani oppure no?

Questa affermazione, come ho detto, è basata su filmati falsi. Chiediamoci perché i giornalisti occidentali non vanno in Siria preferendo spacciare per buone le paccottiglie di Al Jazira. Non è vero che il governo siriano non li fa accedere. Gli ho anche detto che sono disponibile ad accompagnarli io personalmente. E nessuno di loro parla del Rapporto degli Osservatori internazionali della Lega Araba (per leggere questo rapporto clicca qui)  che dice cose molto precise su ciò che sta accadendo effettivamente in Siria. Ci si affida a personaggi come tal Lorenzo Trombetta che da Beirut invia resoconti inventati di sana pianta.

Cosa pensi della Costituzione su cui è stato recentemente tenuto il referendum?
Sono d’accordo su alcune cose su altre no. Non condivido per esempio la clausola che riserva ad un musulmano la presidenza della repubblica. Così come non sono d’accordo sulla introduzione della Sharia islamica nella società siriana. Occorre separare, come del resto è stato finora, lo stato dalle religioni. Si tratta di errori che spero saranno corretti nell’anno e mezzo che il parlamento avrà a disposizione per l’approvazione definitiva della Costituzione. Probabilmente Assad ha ceduto a pressioni ma spero che si riuscirà a rimediare.

Fin qui l’intervista che abbiamo realizzato con Ouday Ramadan. Egli ci ha fornito anche una serie di link sui filmati falsi o sulle manifestazioni a sostegno di Assad ignorati dalla stampa occidentale. Ve li proponiamo di seguito in modo che ognuno possa valutare attentamente quante più informazioni possibili su una vicenda che, se non si romperà questa coltre di bugie di cui sono permeati i nostri mass-media, rischia di portare il nostro paese di nuovo in guerra e sarà la sesta volta in totale spregio della nostra Costituzione.

A cura di Giovanni Sarubbi – direttore del sito www.ildialogo.org

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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