Nessuna offensiva imminente nel governatorato di Idlib. Il ministro della Difesa turco si è incontrato ieri ad Ankara con il suo omologo russo. La dichiarazione finale a termine dell’incontro dice che “nonostante le provocazioni, è necessario continuare la cooperazione tra i servizi di intelligence e le forze armate dei due paesi per stabilire la pace e la stabilità a Idlib”.
Il documento ha anche evidenziato la necessità di adottare “misure decisive per garantire la sicurezza nella zona smilitarizzata Idlib“. Insomma la Turchia pur riconoscendo formalmente l’integrità e la sovranità della Siria, continua a esercitare pressioni affinchè la situazione di Idlib si protragga a tempo indeterminato.
Questo avviene perché – al di là della problematicità rappresentata da Tharir al Sham e al di la delle dichiarazioni di circostanza – sembra da parte turca ci sia uno sforzo per dargli un ruolo in Siria, magari tramite ulteriori metamorfosi.
Questa opinione è condivisa dall’analista Jerome Drevon di Middle East Institute che non la vede affatto peregrina:
[su_quote style=”flat-light”](…) La cattura completa da parte di HTS di quasi tutta Idlib non può essere completamente separata dalla mancanza di risposta al rifiuto di al Qaeda (AQ).
Senza il riconoscimento internazionale la sua strategia è progressivamente cambiata, HTS ha ora una strada da seguire. [HTS ] è cosciente che solo diventando il gruppo egemone locale, può sperare di essere riconosciuto dagli Stati esteri, ed in questo modo può evitare il confronto militare con il regime siriano e i suoi alleati.
[Come abbiamo visto] data la passata suscettibilità dell’HTS agli stimoli [esterni], l’unica alternativa è la determinazione di un suo modus operandi misurabile quantitativamente e confermare la sua dissociazione dall’AQ in modo che si possa stabilizzare la Siria nord-occidentale . HTS ha già risposto alle pressioni internazionali marginalizzando i sostenitori di AQ e lavorando con la Turchia, nonostante le forti differenze interne. (…)[/su_quote]
In questo senso, è in linea la recente dichiarazione di al Zarkawi che ha criticato i gruppi islamisti che sono legati ad al Qaeda quando perseguono obiettivi che hanno a che fare con la democrazia (che il leader di al Qaeda definisce incompatibile con l’Islam). E’ da notare che in questo suo recente ‘sunto’ della situazione globale dei geuppi qaedisti, non ha fatto alcuna menzione dell’ala siriana.
Non è una gran bella prospettiva ciò che si potrebbe prefigurare ma l’impasse tra Turchia e Russia è evidente ed in questo momento, prioritario è l’obiettivo di recuperare la Siria del nord: in questa fase un irrigidimento su Idlib potrebbe mettere in serio pericolo la collaborazione di Ankara.
I confini della diplomazia sono molto stretti. Al di là del ‘diplomatichese ‘ , sappiamo tutti che Tharir al Sham non solo ha il DNA di al Qaeda , ma è anche simile all’ISIS nei metodi e si è coperta di crimini di guerra. Trasformarsi in bianca e soffice neve è quindi impossibile. Ma “dare legittimità” e creare un problema per la Siria per lungo tempo può essere probabilmente ciò che i turchi proveranno a fare. Del resto, i tentativi di attirare la Nusra in gruppi pro-turchi sono in corso da molto tempo.
Ora ci sono segnali che i leader di HTS stanno maturando il pensiero che è necessario accettare l’offerta. Ora sono soli contro russi e siriani, e se HTS entrerà sotto l’ala turca, i turchi lavoreranno sodo per loro.
HTS (come del resto le altre milizie più ‘disciplinate’)potrebbe quindi essere una grande risorsa di potere per i turchi per fare pressione su Damasco, sui curdi, per qualsiasi azione all’estero contro chiunque.
Ci sono decine di migliaia di militanti nella zona di idlib, sono di molte nazionalità. Se consideriamo che ci sono molte persone provenienti dalla Federazione russa che potenzialmente possono essere utilizzati contro la Russia e i paesi della CSI, in questo caso la Russia dovrebbe anche temere per la propria sicurezza interna. E sicuramente ne tiene in debito conto.
E’ certo che se si sarà un’operazione russa e siriana, la minaccia verrà distrutta. Se avvenisse , la carta vincente usata spudoratamente in questa fase sarebbe eliminata dalle mani dei turchi. E questi dovrebbero negoziare una soluzione del dopoguerra sui termini russo-siriani.
E’ anche vero che in caso di attacco siro-russo non ci sarebbero interventi chirurgici, ma si scatenerebbe una forte battaglia. Nello stesso tempo, è plausibile che ricomincerebbero le pressioni internazionali.
In tutto questo, la cosa che più atterrisce che gli USA stanno festeggiando di aver sconfitto ISIS, mentre non è a Deir Ezzor la vera minaccia (ad eset dell’Eufrate sono gli USA stessi), ma la vera minaccia invece è ad Idlib perchè non è meno pericolosa del califfato.
Intanto l’esercito siriano e gli alleati si preparano per ogni evenienza. Un nuovo rapporto diffuso dal Governatorato di Hama rivela che l’esercito siriano si tiene pronto per ogni evenienza.
Nel video che segue vediamo il personale del 5 ° corpo e della 9a divisione nel nord-ovest inviati nella parte sud-occidentale di Aleppo e nella campagna settentrionale di Hama.
Vedremo fra qualche giorni nell’incontro tra i negoziatori russi, turchi e iraniani a Sochi , come si deciderà di affrontare questa complessa situazione.
nota al video: I soldati del 5 ° Corpo sono addestrati, equipaggiati e sono affiancati dai consiglieri militari russi. La maggior parte dei carri armati del 5 ° corpo d’assalto sono carri armati sovietici modernizzati, tra cui il T-62M e il T-72B3.
@vietatoparlare