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SIRIA – Le condizioni dell’ultimatum non sono state soddisfatte: le parti si preparano nuovamente al conflitto

by Patrizio Ricci
25 Marzo 2020
in Post vari
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SIRIA – Le condizioni dell’ultimatum non sono state soddisfatte: le parti si preparano nuovamente al conflitto

Secondo l’accordo sottoscritto a Mosca l’arteria stradale M4 doveva essere sgomberata dai militanti entro il 15 di marzo ma ciò ancora non avviene ma anzi è costantemente danneggiata con la costruzione di terrapieni e in una occasione le forze armate turche hanno subito un attentato in cui hanno perso la vita due militari. (video Southfront)

La M4 costituisce la rotta di trasporto più importante della Siria, collega la capitale economica della Siria Aleppo con la principale città portuale del paese – Latakia. Il pattugliamento congiunto e la formazione di una zona di sicurezza in una zona di 12 chilometri attorno all’autostrada, secondo l’esercito russo, garantiranno un futuro passaggio sicuro sull’M4 per i civili e ripristineranno rapidamente Aleppo, gravemente danneggiata dai militanti.
Quindi su questo non si può soprassedere , pena il dissanguamento della Siria, sotto sanzioni e con ancora il nord petrolifero occupato dagli americani che lo sfruttano incamerandone i proventi.

La pubblicazione Free News riporta quanto segue:

L’ultimatum presentato ad Ankara dalla Russia scadrà mercoledì prossimo.

Nonostante il fatto che la Turchia abbia preso alcune misure per condurre in ogni modo una pattuglia congiunta russo-turca dell’autostrada M-4 (Latakia-Aleppo), queste misure non sono state sufficienti. I convogli dell’esercito turco e russo possono controllare solo una piccola parte dell’autostrada, poiché la maggior parte è bloccata dai militanti.

Da parte loro i turchi chiedono ancora tempo. Secondo il Centro russo per la Riconciliazione in Siria, la Turchia è impegnata a neutralizzare i gruppi estremisti che impediscono il pattugliamento dell’autostrada M4 a Idlib nel prossimo futuro.

“Aumenteremo gradualmente la distanza, sul modello con cui abbiamo agito insieme nella regione di Qamyshly. Ovvero, aumenteremo  gradualmente  la lunghezza del percorso. La cosa principale per noi è garantire la sicurezza, quindi continueremo a collaborare. Il nostro obiettivo è portare la pace in questa terra”, ha detto il colonnello turco Army Point Sagyr Oglu ai rappresentanti della polizia militare russa dopo la seconda pattuglia effettuata il 23 marzo.

Ma Free News prosegue in questo modo:

A causa del mancato rispetto delle condizioni dell’ultimatum, Russia e Siria intendono riprendere l’operazione militare su Idlib e Aleppo. Probabilmente, è stato proprio per il coordinamento tra le forze russe e siriane che il Ministro della Difesa russo Sergei Shoigu si è recato a Damasco.

Nel frattempo, Ankara continua ad aumentare il numero di posti di osservazione in Idlib. Contemporaneamente, artiglieria di grosso calibro a lungo raggio, MLRS, carri armati e sistemi di difesa aerea vengono trasferiti al fronte passando per Idlib , il che indica la riluttanza della Turchia ad adempiere ai suoi obblighi e palesa l’intenzione di continuare la guerra.

#Turkish military convoy of armored vehicles enters #Idlib #Syria pic.twitter.com/YMpOOYFb6d

— Last Defender (@LastDef) March 22, 2020

Quindi cosa succederà? Ci si tiene pronti ad ogni evenienza, ci si fronteggia. La soluzione migliore , naturalmente , sarebbe quella che i turchi adempiessero a ciò che hanno sottoscritto. L’altra ipotesi resetterebbe tutto e si ricomincerebbe da dove ci si era interrotti, con esisti imprevedibili che comporterebbero – inevitabilmente – perdite da entrambi i lati.

@vietatoparlare

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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