Siria: la vita dell’uomo non è la somma delle variabili sociopolitiche in campo.

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[su_shadow style=”right”][su_panel shadow=”none”]Siamo intervenuti per rispondere all’anelito di libertà dei popoli ci hanno detto.

Siamo stati rassicurati dai nostri leaders politici che le loro decisioni erano quelle giuste.

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[su_heading style=”line-dark” size=”15″] 1° tempo: la guerra di Libia [/su_heading]

La decisione di attaccare la Libia è stata presa per tener fede ad un sistema di alleanze unite da interessi particolari. Si ha timore di contravvenire a queste alleanze perché si produrrebbero gravi danni ma un più grave danno si produrrà se ci si esonera dalla verità cui  ogni uomo è chiamato a rispondere.

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Sappiamo come è andata: le motivazioni che hanno portato alla distruzione del paese sono state false, costruite per autogiustificarsi e realizzare la propria agenda.

. Nessuna copertura giuridica da parte di qualsivoglia organismo internazionale, può permettere la distruzione di un intero paese e l’omicidio di tutti i suoi rappresentanti legittimi. La verità è evidente: abbiamo concesso asset alla Nato ed abbiamo attivamente partecipato ad una aggressione letale verso un paese amico e sovrano.

Oggi i leaders di governo ci dicono ”è stato un errore” ma continuare impunemente nello sciagurato cammino intrapreso altrove, senza chiedere scusa a nessuno.


[su_heading style=”line-dark” size=”15″] 2° tempo: la guerra di Siria [/su_heading]

Ci dicono che la colpa è dei dittatori, dei ‘massacratori del propri popoli’: è lo spauracchio utile per volgere una opinione pubblica disattenta a favore degli interventi armati.

Sappiamo come sta andando: la guerra continua a produrre distruzione, dolore e morti orrende, paura.

In Siria vediamo una ambiguità senza precedenti che non si ferma davanti a nulla. La coalizione arabo-occidentale continua a versare armi sofisticate in una zona di guerra già inondata di armi dicendo che questo comportamento ‘ salverà le vite dei civili’. Non sfugge che così facendo la coalizione aiuta i jadisti contro l’esercito siriano che è l’unico che combatte seriamente ISIS.

 

[su_heading style=”line-dark” size=”15″]L’incomodo della democrazia[/su_heading]

In entrambi i casi, i governi dissimulano le proprie scelte vietate dai nostri principi con gli stati di emergenza e facendo leva sulla nostra emotività e disattenzione. Sollevano ogni scusante per giustificarsi, indicano le altrui colpe (e se non ci sono, le costruiscono…), invocano l’umanitarismo e addirittura scomodano l’amore e la pietà per compiere atti ancora più disumani di quelli che dicono di combattere. E’ evidente che così operando i governi (anche se non lo sono formalmente) sono già illegittimi.

Affermano che la positività del destino dell’uomo avviene tramite il successo personale, il progresso, la democrazia. Per operare seguono i loro ‘indicatori’ di libertà e felicità. Ma pensiamoci: è interesse dell’uomo produrre in questo modo il progresso?


[su_heading style=”line-dark” size=”15″] Narratori prigionieri dei particolari che fanno da sponda al potere[/su_heading]

Ci sono molti giornalisti che sono stati in Siria, hanno affrontato pericoli, ci hanno raccontato la guerra con dovizia di particolari. Sono ancora oggi accaniti sostenitori di una ribellione che non è stata mai il motore della rivolta. Ma indifferenti alle prove proposte dagli stessi siriani e dai propri leader religiosi, continuano a sollecitare un  intervento esterno di una ‘comunità internazionale’ che ha largamente dimostrato di essere un soggetto inaffidabile.

Il più delle volte,  la propria posizione pregiudizievole non viene svelata. Loro dicono di farlo ‘per rispetto dei lettori’, per obiettività. Non è vero, gli articoli non sono per nulla neutrali: le fonti vengono scelte sempre tra quelle dei ribelli e le notizie vengono selezionate accuratamente in funzione del risultato finale, dei pre-giudizi, della linea editoriale.

Di Siria se ne parla quasi ogni giorno ma pochi ce ne hanno parlano in termini corretti. Ciò che manca è la comunicazione di un bene . Manca un uomo che comunica all’altro il suo bene . Nella vita, nelle cose importanti ma sempre,  si fa una scelta di campo.  La vita è essenzialmente accettazione o rifiuto, negazione o affermazione di qualcosa che vale. E’ ciò che mia madre ottantaquatrenne, cieca e sorda fa ogni giorno quando sente la mia voce e sorride. Anche nell’informazione questo è l’unico modo non superfluo di comunicare. Di fronte alla drammaticità della vita bisogna essere leali altrimenti ciò che si comunica è inincidente nella vita degli altri uomini.

L’informazione di propaganda (cosciente o incosciente) è poi il secondo ‘gradino’ più basso di dissociazione: è quella che tenta di giustificare scientemente la violenza con la menzogna.  Solo con la menzogna si può giustificare la violenza e creare una corrente d’opinione a favore della negazione della vita, cioè della guerra di oppressione.

 [su_heading style=”line-dark” size=”15″]Alla ricerca di un giudizio morale… [/su_heading]

 

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– L’aspettativa del cuore dell’uomo non può essere soddisfatto da un progetto politico. Ci sono cose che non possono essere realizzate da nessun sistema politico o dalla Nato ma possono essere realizzate solo da ogni uomo, prendendo sul serio la propria aspettativa di compimento e di felicità.

– La responsabilità di chi scrive non può essere disgiunta dalla passione per la verità. Sempre, nell’informazione, l’analisi più esperta o l’approfondimento più ‘accurato’ se non  esprime un giudizio morale sui fatti non è buona informazione.

–  E’ il senso religioso originario che ci ritroviamo addosso dal momento stesso in cui veniamo alla luce che ci apre ad una aspettativa buona. Questa aspettativa si scontra inevitabilmente nella vita con l’esperienza del limite che è connaturato alla vita stessa: può essere superato solo da esperienze positive significative e non dall’utopica pretesa di eliminare tutti i limiti.

– In definitiva, il peggior male che può accadere ad un uomo non è la dittatura ma un pensiero anticristiano che non rispetti queste esigenze fondamentali.

Paragonando queste evidenze con la situazione attuale, è evidente che al momento la migliore opzione per i siriani e per il mondo è quella di sostenere il governo di Assad. Lo dicono tutti i leader religiosi siriani, inascoltati.

Tertium non datur.

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[su_heading style=”line-dark” size=”15″] Capire in modo semplice le intenzioni attuali della coalizione occidentale ed araba … [/su_heading]

Detto questo, osserviamo cosa è successo a Palmyra: la presa di Palmyra da parte di ISIS è la prova definitiva che la coalizione internazionale Arabo-occidentale è stata costituita per  per indebolire ulteriormente il legittimo governo in Siria ed in Iraq.

La prova è la seguente, non è un documento declassificato, non è una inchiesta di un premio Pulitzer; la verità è sotto gli occhi di tutti: basta solo una foto tratta da Google Maps.

La vedete qui sotto Palmira, immersa nel desero , infatti è un’oasi. Ciò vuol dire che se ISIS passa sulle carreggiabili percorrendo allo scoperto centinaia di chilometri è la condizione ottimale perchè un convoglio possa essere individuato e attaccato dagli aerei della coalizione.

 

Ma come sappiamo non c’è stato alcun attacco. Ora sappiamo tutti che la coalizione ha assistito impassibile ed era in condizioni di fermare i boia.

Quindi non nascondiamoci dietro ad un dito. Non servono neanche ulteriori commenti.

Ricordiamoci questo deserto e la città lasciata ai tagliagole (vedi anche: U.S. bombers hold fire on Islamic State targets amid ground intel blackout ).


[su_heading style=”line-dark” size=”15″] La vera sovversione  [/su_heading]

Adottando questa linea politica i nostri leaders politici si rivelano sovversivi delle stesse basi della nostra repubblica. Lo sono non perchè ‘rubano’ o perchè sono disonesti (come gli italiani si accaniscono a ripetere) ma perchè non si può dire di fare il bene comune mentre si attenta contro la vita di altri popoli.

Quindi è evidente che il primo argomento di cui si dovrebbe parlare in Parlamento non è l’accoglienza dei profughi dei barconi ma cosa vuol fare l’Italia per ristabilire la pace nel Mediterraneo.

Ma non illudiamoci l’Italia non deciderà autonomamente cosa sia giusto fare ma continuerà a sbirciare sul compito del compagno di banco .

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un cambio repentino di direzione della politica come non mai. Ed anche il cuore della gente è cambiato: la gente è intenta a chiudere i lucchetti sui ponti pensando così che le cose rimarranno eterne ma è incapace ad interessarsi del presente al di la del proprio naso.

Non ci si è accorti distratti dall’informazione di intrattenimento e dalla falsa storia distribuita a scuola che le decisioni dei nostri rappresentanti sono sovversive. Sono decisioni che hanno decretato uno stato di guerra contro popoli che nulla hanno fatto contro di noi . Abbiamo negato loro la possibilità ed il diritto di vivere . Con quale autorità abbiamo agito contro di loro?

[su_heading style=”line-dark” size=”15″] La vita ha uno scopo che non può essere soffocato  [/su_heading]

L’origine vara della corruzione è una incapacità di fondo che come un cancro sta invadendo tutti i livelli della nostra società.

Se di fronte alla guerra già in atto siamo inermi vuol dire che applichiamo alla realtà nozioni acquisite non vere. La volontà di manipolare la vita e ciò che costituisce l’uomo fa parte di questo stesso ‘filone’ di pensiero, ” bisogna salvare quella parte di noi ancora convinta che il nostro mondo abbia il diritto-dovere” di intervenire contro i dittatori… (Avvenire ”per Aleppo e per noi tutti‘ del 31.05.2015).   Non sono i morti e le teste mozzate che ci danno ancora l’esatta misura di cosa ci sta accadendo, in questo preciso istante che stiamo perdendo la vita.

Leggendo i giornali non rinunciamo alla nostra moralità! Non rinunciamo al nostro senso religioso, al nostro desiderio innato di bellezza , di infinito! Dobbiamo giudicare tutte le cose che riteniamo brutte ma che ci dicono che sono ineluttabuili. Facciamolo e saremo liberi. Solo dopo, potremo capire! Non dimentichiamo mai di dare il nostro giudizio paragonando i fatti con le nostre vere esigenze originali.
Non importa se ciò che diremo sarà giudicato impossibile dai grandi della terra. La terra è nostra. La vita è nostra. E’ nostra perchè donata: non permettiamo a nessuno di rubarci la vita.

 

Patrizio Ricci – Vietato Parlare

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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