SIRIA – La Turchia probabilmente vuole negoziare una parte della provincia di Idlib per sempre

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L’idea principale che hanno ora i turchi è dimostrare alla Siria ed alla Russia che con l’intervento turco una vittoria militare dell’ esercito siriano totale è impossibile, il che significa che i russi devono negoziare con i turchi a livello diplomatico sulla divisione del territorio di Idlib. Per questo motivo, hanno introdotto nelle loro fila i jihadisti di Idlib e li aiutano direttamente nei combattimenti.
Tra l’altro nell’ ultimo attacco a Nayrab sono stati usati UAV (uno con con una bomba a gravità guidata, è stato abbattuto dai siriani), ciò dimostra comunque una maggiore determinazione da parte dei turchi.

In definitiva quello che vuole la Turchia lo abbiamo visto negli ultimi due giorni nella battaglie nella battaglia per Nayrab del 25 e 25. In questo ultimo attacco turco notiamo un grande cambiamento nell’equilibrio delle forze. I militanti hanno ricevuto un supporto di artiglieria abbastanza efficace dalla Turchia. A causa di questo, i jihadisti  – nonostante le perdite – sono riusciti ad ottenere un buon successo tattico. Mentre SAA prima dell’ultima battaglia  ha dimostrato un vantaggio decisivo nell’artiglieria. Quindi ci aspettavamo tutti che ancora l’artiglieria turca venisse soppressa come precedentemente. Ma nelle battaglie per Nayrab del 24 e 25 febbraio, l’artiglieria turca ha agito purtroppo più efficacemente (forse per le correzioni dagli UAV).

E’ abbastanza chiaro che la Turchia condurrà i miliziani di HTS e SNA ad attaccare ancora. Prima dei prossimi negoziati, i turchi devono ottenere la vittoria su Nayrab e poi su Serakib per dire ai russi: “possiamo riprendere le città, possiamo farlo , possiamo fermare il l’esercito siriano, quindi negoziamo,”
Da indiscrezioni, l’ ultima richiesta turca, sembra essere stata una zona cuscinetto di 30 km sotto il proprio protettorato, cioè Ankara vorrebbe che tutto ciò che non è stato ancora liberato in Idlib rimanga per sé a tempo indeterminato, come se una sorta di Cipro del Nord 2.

Gli eventi degli ultimi giorni hanno mostrato ciò che i turchi vogliono presentare ai negoziati. Perciò ora i loro principali obiettivi importanti dopo Nayrab, è solo Serakib.
Nell’attacco di ieri, i turchi hanno fornito supporto di artiglieria ai militanti e questo era del tutto possibile ai turchi insieme a HTS e Co.

Idlib è nella loro lista dei desideri, la zona è ricca di terra fertile e risorse di acqua, questo è molto probabilmente vicino a ciò che la Turchia vuole.
Ottenere questo risultato è fattibile, non è giustificato, ma Ankara non se ne cura. In parte è il motivo per cui si sono interessati alla guerra di Siria.

Sullo sfondo, l’esercito siriano sta combattendo da un mese e, nonostante il valore ampiamente dimostrato e l’esperienza, è difficile che possa reggere questo ritmo ancora a lungo e dappertutto.

Se le cose andranno così lo vedremo il 5 marzo nell’incontro tra Erdogan e Putin. Difficilmente Erdogan però si presenterà all’incontro con Putin, prima di sottrarre ad SAA alcune località. Per questo,  ieri già ha avvertito che non è detto che l’incontro con Putin sarà per forza il 5 marzo.  Hawar News riferisce ciò che il presidente turco che ha dichiarato oggi durante una conferenza stampa: “Non esiste un accordo definitivo per tenere un vertice sulla Siria il 5 marzo”.

Considerate questa come una previsione basata sugli eventi e su ciò che dimostrano i turchi. Non è detto che andrà così, spero vada meglio e tutta la Siria sia liberata. Vedremo se le intenzioni di Erdogan si allineeranno o meno.

@vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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