SIRIA – La perdita della memoria storica, costruisce il terreno fertile all’era delle barbarie

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Non si tratta di essere o meno filo-russi, questo non avrebbe senso. Anzi, chi giudica così non fa un buon servizio a nessuno e soprattutto alla verità, non cambiando poi granché rispetto alla violenta deriva attuale.

Affinché si costruisca qualcosa di positivo – fosse anche coinvolgendo solo la propria persona -, ogni cosa deve essere giudicata liberi da vincoli ideologici o di parte.

Bisogna giudicare dai fatti, tenendo conto che il male esiste e tutti noi lo possiamo fare. Altrimenti tutto ingombra. Perciò ciò che bisogna guardare è invece ciò che muove e la responsabilità di certe assenze o di certe decisioni,  di cui le manipolazioni sono complementari: questo descrive inequivocabilmente chi ci troviamo di fronte.

Ora, in Siria, riguardo al patrimonio storico, solo da una parte non esiste nemmeno la percezione di ciò che voglia dire la perdita della memoria storica. I grandi strateghi che osservano sul mappamondo la geopolitica, evidentemente non capiscono che senza senso, né bellezza, si  costruisce solo il terreno dell’era delle barbarie.

Ovviamente, i diritti umani – che sono oggi quasi sempre solo il movente per il peggioramento delle condizioni – senza una coscienza profonda del reale,  sono nulla. sono solo il pretesto per nuovi autoritarismi e nuove dittature.

2015 ripresa di Palmyra, soldati siriani

Alla fin dei conti si comunica quello che si è: lo si vede dal modo in cui si interviene in altri stati, dal rispetto della sovranità degli stati e dei popoli.

Se guardiamo la Siria e osserviamo come ogni parte in causa si è mossa per questo paese, possiamo facilmente distinguere come le varie forze in campo si sono mosse. Le varie azioni sono eloquenti circa le priorità che Stati Uniti o la Russia hanno messo in cima alla propria lista di cose da fare.

Rilevo che da parte statunitense gli enunciati sono stati usati solo per comminare sanzioni e per moltiplicare la violenza, il caos e la miseria.

Naturalmente una grande responsabilità l’ha chi sarebbe preposto a raccontarci i fatti così come sono; ma non solo non lo fa ma li distorce: questo è degno solo di ignominia e descrive che la libertà tanto decantata e ricercata in casa altrui, non esiste in casa propria.

Non è cosa da poco: ‘grazie’ a queste persone la maggior parte di voi non sa nulla di Palmyra. Eppure, le vicende che la riguardano descrivono tutta la vicenda siriana e le nostre contraddizioni.

soldati siriani bruciano una bandiera dell’Isis – Palmyra

Sono sicuro che non molti di voi sapranno del fatto che sull’anfiteatro di Palmyra i soldati siriani a difesa della città furono uccisi tutti con un colpo alla testa: fu fatto per mano degli adolescenti dei militanti dell’ISIS  (qui servizio) che fecero ingresso nella città. Nello stesso tempo, molti cittadini e funzionari pubblici governativi furono decapitati.

Allo stesso modo, pochi sapranno che proprio nello stesso anfiteatro dell’eccidio,  appena dopo la ripresa di Palmyra da parte dell’esercito siriano e russo, la Russia fece pervenire da Mosca l’orchestra di stato per dare uno spettacolo di musica classica, affinché riaffermasse la vittoria del senso e della vita che prevale sul male.

Ed infine, pochi di voi sanno che il responsabile siriano del sito archeologico di Palmyra fu ucciso (durante la prima presa di Palmyra da parte dell’ISIS nel 2015):  I terroristi decapitarono pubblicamente Khaled al-Asaad, 82 anni , perchè si era rifiutato di rivelare l’ubicazione di preziosi manufatti e così sottrarli al vandalismo ed alla rivendita (e poi esposero in pubblico il suo corpo legato a testa in giù).

Khaled al-Asaad
Khaled al-Asaad

Di questi episodi e di questi uomini che pochi ricorderanno, le pagine mai scritte della storia del conflitto siriano, sono piene.

In tutte queste vicende, gli USA hanno sempre dileggiato la Russia, accusandola di ogni cosa, persino dello spettacolo per i residenti che vedete nel video che segue. Ma questa è l’anima della Russia. I leader statunitensi non riescono a concepire che la Russia è realmente così e che realmente non c’è niente ‘dietro’ lo spettacolo dato a Palmyra tra le rovine, per la Bellezza e per i siriani. Veramente mi rattrista registrare che un paese che ha tante risorse come gli Stati Uniti, non ha fatto nulla per la conservazione del patrimonio culturale ed archeologico siriano.

Ma non solo: gli Stati Uniti  – quando le bande dell’ISIS si dirigevano verso Palmira per fare strage di civili, dei militari che la custodivano a difesa e scempio delle opere romane in tutto il sito – , sono restati a guardare. Anzi, sono stati proprio loro ad aver aperto la strada all’ISIS lasciando libero di lasciare Raqqa e dilagare nuovamente nei territori dai quali – faticosamente ed a costo di molte vite –  erano stati ricacciati.

All’inizio di giugno 2017 i terroristi dell’Isis, dopo essersi accordati con il comando dei gruppi armati curdi appartenenti all’Unione delle Forze Democratiche (supportate e agli ordine degli USA), lasciarono gli insediamenti di Et-Tadya, Al-Hammam, a 19 chilometri a sud-ovest di Raqqa, senza resistenza, e si è mossero in direzione di Palmyra .

Ed ancora questo non è abbastanza, ancora oggi gli Stati Uniti continuano ad armare ed a ricostituire le milizie per cui affermano di dover restare in Siria.

In questo contesto , quale altro giudizio posso esprimere se non un giudizio critico su questi fatti che ho in precedenza abbondantemente ho seguito e descritto?

Quindi riportare la testimonianza che segue per me non è ‘routine’ ma dar voce ad un positivo che da solo giudica.

patrizioricci by @vietatoparlare


“Un proiettile, che è stato sparato dai militanti, è caduto vicino ad un dipendente che è stato ferito a morte dalle schegge”, ha detto il capo del dipartimento.

dott.ssa Maam Saad

Le difficoltà per gli scienziati siriani e russi non sono finite qui, durante la ritirata da Palmyra nella primavera del 2016, i militanti hanno minato i monumenti – che sono patrimonio della storia mondiale – e tutto il territorio adiacente. Secondo Natalya Solovieva, vicedirettore dell’Istituto di storia della cultura materiale dell’Accademia russa delle scienze, i genieri russi hanno dovuto affrontare un compito molto difficile, perché per non danneggiare il patrimonio culturale del paese, hanno dovuto trasportare i proiettili e le mine trovati manualmente per farli esplodere a distanza di sicurezza dal territorio dei monumenti.

“Quando inizio a parlarne, penso sempre che sia stata un’impresa. Lo sminamento è iniziato in estate, quando il caldo era sotto i 50 gradi. I militari indossavano uniformi del peso di circa 40 chilogrammi, i cani erano con loro e nello stesso tempo hanno ricevuto l’ordine del ministro della Difesa di non far esplodere un solo proiettile sul territorio del monumento. E hanno portato tutto fuori, anche se era una bomba aerea. In effetti, non hanno fatto esplodere un solo proiettile vicino ai  siti”, ha detto il capo del progetto Palmira.

Ma questa non è  tutta l’assistenza che ha fornito il Ministero della Difesa della Federazione Russa, gli scienziati, insieme a genieri e sotto la copertura di personale militare, hanno compilato cataloghi 3D dettagliati di oggetti distrutti per mano dei terroristi. In futuro, tali cataloghi faciliteranno il restauro del patrimonio culturale siriano

 

articolo segnalatomi da Olga Bajramian

fonte:  Tvzvezda

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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