Il vero pericolo è nella maniera subdola del potere di procedere.

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Fasificare la realtà per preservare i ‘principi’, non fa nascere nè la libertà nè la democrazia, ma sancisce la morte dei principi stessi.

autore Patrizio Ricci

E’ accaduto che alcuni giorni fa Monti, rammaricandosi di non aver potuto presenziare alla  presentazione a Palermo del progetto del nuovo Centro per le biotecnologie e la ricerca biomedica della Fondazione Rimed, ha detto: “Non sono tante le occasioni per me e per i ministri per guardare l’oggi con conforto e il domani con grande speranzahttp://www.cadoinpiedi.it/2012/11/27/italia_a_pezzi.html#anchor

In quell’occasione ha aggiunto: “Il futuro del nostro Paese non è prescindibile dal futuro della comunità internazionale ” .

E’ un’affermazione inquietante che rivela apertamente come il nostro paese sia attualmente dipendente da chi profitta della globalizzazione economica, i cosidetti ‘poteri forti’. Vediamo la grande ricchezza del nostro paese sfiorire per una teoria economica inadeguata e  favorevole solo alla grande finanza speculativa.

Ma qui vorrei rivolgere l’attenzione altrove, sottolineando però che si tratta della stessa logica:  la politica estera e la scelta delle nostre alleanze non ha a tema la pace e costruire un mondo più vivibile ma l’espansione economica ed il profitto. Si segue il diktat della comunità internazionale (i poteri forti) cambiando la realtà quando i contenuti non sono conformi ai nostri pseudo principi, ormai svuotati della loro consistenza.

Proviamo ad applicare gli effetti di questa affermazione alla guerra siriana.  Per farlo e non rimanere nel vago, nel campo delle opinioni e delle congetture, provocherei un vostro giudizio sull’intervista pubblicata su ‘il Sussidiario’ all’ex-ministro Frattini intitolata “: Frattini: Assad tortura i cristiani siriani per ricattare la Chiesa” . L’articolo viene pubblicato lo stesso giorno in cui a Damasco gli amici degli attivisti ricevuti dall’ex-ministro fanno saltare due autobombe, in un quartiere a maggioranza cristiana, provocando una carneficina. Prima viene fatta saltare un’ auto, poi quando arriva la gente ed i soccorritori  si avvicinano per prestare aiuto, viene fatta esplodere la seconda, per raddoppiare le vittime.

Nell’articolo il nostro ex-ministro si affanna per spiegarci le magnifiche sorti progressive che attendono la Siria ormai ridotta ad un cumulo di macerie. Ci racconta che un gruppo di attivisti, accompagnati da lui stesso, è andato in Vaticano. L’incontro è descritto, senza fornire particolari, come  ‘ un incontro senza precedenti ‘; nell’occasione gli attivisti hanno rassicurato la diplomazia vaticana: i cristiani avranno un ruolo molto importante nel dopo Assad.

Se però  è questo l’esito di così tanta attenzione per i cristiani se ne può fare a meno: tutti i 50.000 cristiani di Homs sono fuggiti scacciati dalle loro case e le chiese vengono fate saltare, le vendette settarie verso le minoranze si moltiplicano in tutto il paese. Come in altri numerosi episodi simili, l’’attentato di ieri nella città a maggioranza cristiana di Jaramana nei pressi di Damasco che ha provocato 58 morti e 120 feriti non è assolutamente assimilabile ad un atto di guerra né ad un ‘danno collaterale’. E’ un atto criminale contro chiunque la pensi diversamente.   Anche questa  volta non è possibile addebitare le efferatezze alla parte antagonista e  la comunità internazionale, tace.. Il vile attacco è stato condotto solo contro alcune etnie: è bastata la neutralità dei cristiani per scatenare la feroce rappresaglia, per trasformarli in un vuoto a perdere. Dalla cosiddetta ‘comunità internazionale’ , come sempre,  non giunge alcuna condanna;  nè ci si affretta ad indicare il numero dei bambini uccisi.

Tuttavia, questi fatti non si dimostrano sufficienti ad indurre i governi occidentali di discostarsi dalla politica aggressiva sin qui intrapresa. I morti di una parte e dell’altra gonfiano le vittime causate dalla repressione attuata da Assad. Incuranti degli eventi e dalle continue esortazione dei patriarchi e del Papa gli stati che hanno intrapreso o appoggiano ‘la rivoluzione’ fremono dalla voglia di destinare ulteriori armi e finanziamenti ai ribelli. Si esclude a priori ogni soluzione negoziale , ogni possibilità di riconciliazione. Nonostante ci sia un’ iniziativa in tal senso che si chiama ‘mussalaha’ essa è del tutto ignorata nei posti che ‘contano’. Gli effetti di questo atteggiamento sono sotto gli occhi di tutti : porta la guerra ad un livello sempre più disumano.

Proseguendo nell’intervista, è interessante la domanda sul perchè, nella recente visita fatta nel nostro Paese dal presidente egiziano Morsi,  il presidente del consiglio Monti ha omesso di invitare il suo illustre collega al rispetto della democrazia  sempre più disattesa. Ed alla domanda, chiara, se per caso, per il governo italiano gli interessi economici non vengano prima. La risposta di Frattini è scontata:   ci mancherebbe,  all’Italia sta a cuore  innanzitutto i  diritti umani in Egitto,  bisogna portare pazienza,  i cristiani stanno meglio sicuramente ora dopo la rivoluzione …. etc.

Strano, perchè le cose stanno diversamente, i diretti interessati , i copti,  non la pensano proprio così: “sono aumentate le discriminazioni e le violenze settarie nei confronti dei copti sia nell’ambito dell’educazione che in quello dei mass media” ( http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=40207  ), oppure sulla Stampa – Vatican Insider  del 28 novembre 2012:  ll vescovo di Giza intravede tempi difficili per la libertà religiosa in Egitto, in particolar modo per i cristiani. «Se continuiamo su questa strada ci ritroveremo in una situazione vicina alla persecuzione» ( Uniti nel difendere la libertà religiosa in Egitto).

Le risposte sono  contraddittorie,  ma tant’è: cambiare la realtà dei fatti  a favore della real-politick è l’arte, da quattro soldi,  ma pur sempre un’arte. L’agenda del nostro paese è ormai zeppa  delle ‘buone pratiche’ dovute ai ‘buoni amici’  perché (come ha detto Monti) “il futuro del nostro Paese non è prescindibile dal futuro (dalle decisioni) della comunità internazionale”, non è importa se è un futuro cinico.
Cosa vuol dire? Tradotto vuol dire che a prevalere è la propria idendità, la propria costituzione, la propria tradizione, le buone ragioni degli altri ma le alleanze.  Sono queste che contano, costruirne delle nuove e disfarne delle altre a secondo della convenienza del momento. Il momento è favorevole, ormai la diplomazia è come un’industria, un consiglio di amministrazione .

C’è un’altra frase detta nell’intervista che mi ha colpito: Frattini ha rifiutato di accostare la situazione siriana a quella libica. Questo non è vero: il sostegno esterno alla propaganda ed alla disinformazione  non è affatto mutato.  Nel libro “Obiettivo Siria” l’esperto in geopolitica Toni Cartalucci documenta dettagliatamente la guerra di disinformazione e di propaganda.  Il motivo stesso dell’intervento era inesistente: “Alcune notizie non verificate, che accusavano Muammar Gheddafi di avere colpito dei pacifici dimostranti con aerei da combattimento, uccidendo più di 6000 civili, sono state il pretesto per l’espulsione del governo libico di Jamahiriya dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, poco prima che venisse approvata dal Consiglio di Sicurezza la risoluzione 1973, che fatalmente ha autorizzato <<tutte le misure necessarie per proteggere i civili>> in Libia, aprendo così la strada all’insensata distruzione del Paese ”

Che l’intervento si basava sul falso ancora oggi  c’è  il silenzio più assoluto. Sarebbe stato interessante se  l’ex ministro avesse detto finalmente quello che è successo. Noi ricordiamo solamente il suo l’atteggiamento ondivago quando era responsabile della Farnesina. Inizialmente propenso ad una riconciliazione, passò dopo breve tempo a considerare Gheddafi da amico con cui riconciliarsi,  a “sanguinario” dittatore .

L’oocidente ha fatto ‘quadrato’ ed i veri diritti umani non interessa più nessuno. L’interesse dichiarato è per i  diritti umani ma in realtà si legge: “conservare ed aumentare la propria posizione di potere” , i propri interessi nel mondo. Tuttavia  le regole alle quali il nostro paese si è assoggettato non sono  imponderabili né inevitabili. Questo gioco può rendere sul momento,  ma sicuramente nel  tempo crea ingiustizia e oppressione, e  mai certamente porta al perseguimento del bene comune e della democrazia, quella vera. Distorcere la realtà per il perseguimento di un fine non dichiarato è compiere una violenza, un abuso.

Al potere l’uomo non interessa: interessa l’ambiente in cui l’uomo vive.  Le lobby di potere vogliono un uomo ‘recettore dei diritti’,  libero solo quando vedrà riconosciuti  tutti i diritti, quando sarà posto in un ‘ambiente ideale’. E’ un modo di pensare violento che impedisce  la riconciliazione. Cosa vuol dire? Vuol dire che in Siria da 20 mesi si sta mettendo in atto un progetto del tutto sradicato dalla realtà concreta.

L’urgenza è per noi una sola: quella di tornare a concepire una vita religiosa, purtroppo sfrattata da ogni ambito “dell’ambiente” che ci hanno preparato.  Il momento non è facile, gli effetti della globalizzazione rendono meno incisivi il nostro voler ‘ricominciare’ imbrigliati da una mentalità pervadente ogni aspetto della vita che mano a mano diventa legge dello stato, giudizio interessato, propaganda e menzogna. Tuttavia è evidente il bisogno di una battaglia di verità che bisogna prendere sul serio , dentro e fuori: se  non vediamo il futuro con una Speranza siamo inevitabilmente preda delle pseudo verità che non convincono.

vedi anche,  Il Sussidiarionet : Morsi vuole riportarci al Medioevo islamico

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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