SIRIA/Idlib – L’esercito turco partecipa attivamente alla difesa di al Qaeda

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Un comunicato del ministero della Difesa siriana riferisce che “alle 02:00 di giovedì e in una palese sincronismo con l’aggressione aerea israeliana e persino sotto la sua copertura, un convoglio militare turco – che include un numero di veicoli e veicoli corazzati – è passato dall’area di Oglinar in Siria.

La dichiarazione ha osservato che il convoglio militare turco “schierato sulla linea tra le città di Binnish, Ma’ar Masrin e Taftanaz con l’obiettivo di proteggere i terroristi, in cima a Jabhat al-Nusra, e di impedire l’avanzata dell’esercito arabo siriano e per impedirgli di completare l’eliminazione del terrorismo sistematico che assedia i civili nella provincia di Idleb e li prende come ostaggi e scudi umani “. (Agenzia SANA)

Vediamo di cosa si tratta: l’esercito turco sta accumulando truppe bloccando tutte le vie di facilitazione su terreno pianeggiante di accesso ad Idlib, lasciando all’esercito siriano solo la direttiva di Nairab.

Forze turche si sono posizionate a  lungo le strade di Marrat Masrin, Bennah e  Teftnaz (sono le stesse località indicate nel citato comunicato dal comando israeliano). Questo significa che le milizie jihadiste si aspettano un’offensiva concentrata in una sola direzione di attacco.

Il fine dell’esercito di Ankara è quello di proteggere i terroristi di Al-Nusra e impedire il progresso dell’esercito arabo siriano, nonché impedire il completamento dell’eliminazione del terrorismo organizzato, e la liberazione dei civili nella provincia di Idlib.

Le forze siriane non possono avvicinarsi alle forze turche nelle posizioni cerchiate nella seguente cartina in quando il comando turco ha avvisato che ogni azione incontrerebbe la reazione dell’aviazione turca.

Nella mappa che segue –  in cui si evidenziano i rilievi montuosi con un differente colore più scuro – , si capisce ancora meglio la logica del posizionamento dei turchi: lo scopo è interdire il terreno pianeggiante, obbligando le forze SAA in pericolose strettoie e restringendo il fronte dell’offensiva.

Questo non vuol dire che sarà impossibile prendere Idlib ma semplicemente che i turchi stanno rendendo più oneroso lo sforzo ed il sacrificio dell’esercito siriano. Dalla seconda mappa si evidenzia inoltre che dato che a nord le strade sono bloccate, occorrerebbe prendere le alture che sovrastano Idlib a nord ovest e a ovest. E’ evidente che il tentativo di precludere vie di facilitazione rende ancor più problematica la battaglia in corso.

Le azioni ostili turche sono state attuate in coordinamento con l’attacco delle forze israeliane di questa notte sull’aeroporto Mezzeh in Damasco. Nel corso dell’attacco è stata colpita la brigata 91 e la brigata 75 nelle vicinanze del villaggio di al-Muqaylabiyah, a ovest di Damasco, l ‘ aeroporto militare di Mezzeh e il Centro per la ricerca scientifica di Jamaria e la sede della prima divisione a Kiswah. Il comando generale dell’esercito dice che il comandante dell’aeroporto militare di Al Mazah Ismail Badran è morto durante l’attacco israeliano.

Nel dicembre 2019 – gennaio 2020, i terroristi di Hayat Tahrir al-Sham che hanno catturato la zona di de-escalation hanno intensificato i loro attacchi aggressivi e gli attacchi alle posizioni delle forze governative siriane e delle città vicine, principalmente Aleppo. A dicembre 2019, sono stati registrati oltre 1.400 attacchi di militanti che utilizzavano carri armati, mitragliatrici, veicoli da combattimento di fanteria, colpi di mortaio e artiglieria. I terroristi hanno anche brutalmente represso le manifestazioni dei civili all’interno di Idlib, che protestavano contro il dominio dei militanti e impedivano l’uscita dei civili bombardando i corridoi umanitari. In effetti, i jihadisti hanno preso in ostaggio la popolazione nell’area di de-escalation Idlib e la usano come “scudo umano”.

A metà gennaio, le forze armate russe e turche hanno fatto un altro tentativo di introdurre un “regime di silenzio” nella zona di de-escalation di Idlib. Ma i terroristi non solo non hanno ridotto l’attività di combattimento, ma hanno aumentato gli attacchi. Solo nelle ultime due settimane di gennaio, sono stati registrati più di 1.000 attacchi. Il numero di morti e feriti tra le truppe siriane e i civili fuori dalla zona di de-escalation è salito nell’ordine di centinaia.

Da qui è partita l’offensiva siriana in corso. E con essa l’intervento turco a difesa do al Qaeda (forza preminente in Idlib) e affiliati.

E’ da sottolineare che l’esercito siriano sta combattendo sulla propria terra sovrana contro i terroristi riconosciuti come tali dal Consiglio di sicurezza dell’ONU. E su questo non dovrebbero esistere discrepanze di giudizio. Stiamo parlando della difesa del proprio territorio nazionale, per cui combattere contro terroristi, riconosciuti internazionalmente, non è solo un diritto, ma anche un obbligo del governo verso il paese.

@vietatoparlare

 

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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