SIRIA/IDLIB – La Turchia ha fermato il supporto aereo ravvicinato dentro e intorno a Saraqib

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Le perdite dell’esercito siriano sono notevoli, presi di mira dagli UAV turche colonne di mezzi corazzati, artiglierie, Mlrs, ma anche obiettivi giudicati comunemente minori, come pickup armati e singoli raggruppamenti di personale.
La pressione turca è così alta che parte delle aree del fronte meridionale sono state riconquistate dalla parte turca. Colpiti anche target nell’aeroporto di Aleppo.

Nonostante tutto ciò l’esercito siriano resiste e addirittura riconquista Seraqib. Questa circostanza è veramente inaspettata, perché questa è l’area ove sono avvenuti più attacchi da parte della Turchia e dei terroristi. A differenza di altre località in Seraqib la Russia ha mandato a presidiare la città e l’autostrada M5 la polizia militare russa. Questo è riferito da Centro Russo per la Riconciliazione in Siria ed è riportato dalla TV di stato russa Rossiya-24 e Ria Novosti,  da RT (vedi qui).

Sembra che abbia assunto in questa località la stessa funzione che i posti di osservazione turchi avevano assunto in tutta la provincia di Idlib (a prescindere se tali territori siano in mano dei loro alleati jihdisti o che siano situati in territorio riconquistato dall’esercito siriano).

A dire la verità la presenza russa a Seraqib sembra abbia portato dei risultati: la Turchia da quando sono arrivati i russi non usa più le sue artiglierie o i UAV. In una parola, ha interrotto il supporto attivo ai jihadisti in questa zona.

E’ evidente che dietro tutto questo conta il fatto che la Russia non ha rotto apertamente con la Turchia, anzi ha ripreso a nord della Siria le pattuglie congiunte. Inoltre Erdogan oggi, in una dichiarazione.  ha detto che “Russia e Iran non sono gli obiettivi della Turchia in Siria, sono solo militari siriani”.

In realtà questo filo ancora aperto è ciò che in prospettiva permetterà che da parte turca non venga usato tutto il proprio potenziale militare. Per contro, ad ogni successo dell’esercito siriano molti pro-Siria auspicano che l’esercito siriano riesca ad avanzare nonostante il coinvolgimento della Turchia – è così dicono – “sarà imbarazzante per Erdogan”. Se da un lato questo è comprensibile perché l’ingiustizia vista e la sofferenza del popolo siriano è infinita , dall’altra non considerano che se le cose andassero nel senso auspicato l’esercito siriano subirà solo più perdite. Invece – che piaccia o no –  la chiave di volta per conservare parte del territorio riconquistato da SAA, dipende sia dalla resistenza delle truppe siriane e sia dall’azione diplomatica della Russia.

Vediamo infatti che in Seraqib la Turchia non insiste con i propri armamenti. Questo per la sola presenza della polizia militare russa e – probabilmente – anche per la presenza delle forze filo-iraniane Hetzbollah.

E’ evidente che è molto strano vedere dispiegare polizia militare su un fronte molto attivo. Sembra che la Russia e la Turchia abbiano fatto un accordo o che la Russia voglia forzare la mano. In tutti i modi il futuro di Seraqib è fortemente plausibile rimandato fino ai negoziati.

Nonostante l’entrata in scena della Turchia sia stata pesante per SAA, è da ricordare che l’esercito turco non ha ingaggiato ancora una guerra a tutto campo. Se lo avesse fatto, l’esercito siriano – nonostante il suo valore – non avrebbe avuto scampo contro il 2° esercito della NATO. In una guerra tra due stati la Turchia avrebbe dato fondo a tutto il proprio arsenale e avrebbe mirato anche le infrastrutture e la Siria sarebbe collassata in breve tempo.

Invece, in questo scenario le parti ‘garanti’ di Astana si concedono un certo appoggio alle parti sostenute da entrambi i lati, senza interferire reciprocamente. Ed a proposito del ‘certo appoggio’ la Russia sembra essersi ripresa dallo sconcerto e già ieri sarebbero arrivati nella base aerea di Hmeimim 7 IL76 e 2 Su154 con specialisti russi e polizia militare. Aerei da trasporto in arrivo  sono aumentati ogni giorno dal 27.

Da parte sua la Turchia sa che non ha adempiuto agli accordi di Sochi; era stato tutto risolto diplomaticamente, ma fondamentalmente la Turchia ha fatto il contrario di quello che prometteva di fare: aprire le autostrade al traffico civile, rimuovere Hayat Tharir al Sham (Al Qaeda in Siria) e non l’ha fatto.

Che significa tutto questo? Significa che la Turchia non invaderà in profondità la Siria. Tutto ciò che chiede Erdogan è che Assad mandi l’esercito siriano dietro le linee stabilite nell’accordo di Sochi.

La Russia non avendo alternative ha permesso alla Turchia di apparire forte per aumentare il sostegno interno di Erdogan e ora la Russia si sta avvicinando per segnalare che il tempo assegnato per aumentare l’approvazione interna a Erdogan è finito.

E’ ancora presto per dire su cosa si negozierà. E’ ancora da vedere se la posizione di Assad sarà ancora forte come un tempo. Sul tavolo dei negoziati potrebbe essere proprio lui una delle poste da pagare per rendere meno tese le relazioni, pur salvaguardando la lotta al terrorismo e la laicità e la sovranità della Siria. Questo perchè la posizione della Russia non è da considerare solo in funzione della Siria ma nel Medioriente e nel Medioriente attualmente la Turchia è un alleato importante.

Se si comprende questo si comprendono molte cose, anche le rimozioni e le sostituzioni che da tempo la Russia sta attuando ai vertici delle Forze Armate siriane. Ora Assad ha respinto coraggiosamente un attacco esterno da una coalizione di paesi ostili che si sono serviti del terrorismo islamico ma non è detto che quando la guerra sarà finita, la cosa migliore sarà che lui rimanga al suo posto.  Nell’area la Turchia ha una forte valenza e i suoi rapporti con Erdogan sono pessimi (a ragione), ma la sua leadership renderebbe la strada più ardua per tutto.

Tutto questo è da considerare nel lungo  termine. Attualmente non si parla di tornare sulle posizioni di partenza. Molti soldati si sono sacrificati per riprendere ciò che è la propria terra. Una ritirata generalizzata non sarebbe accettata dal governo siriano.

Saraqib è economicamente e strategicamente troppo importante per la Siria. Fondamentale è anche la fruibilità di almeno l’autostrada M5 . Se l’esercito siriano riesce a mantenere le posizioni, i negoziati potranno ottenere qualcosa dalla Turchia. Purtroppo ci saranno molte vittime. La battaglia per Idlib sarà molto sanguinosa e migliaia di uomini perderanno la vita su entrambi i lati.

Un’ultima considerazione: alcuni hanno riso (compreso me) sul fatto che Erdogan ha detto che le forze armate turche stanno in Siria perché sono state chiamate dal popolo siriano. Ovviamente non è vero ma mi sono chiesto se lui non intendesse riferirsi ai quei tre milioni di persone che ospita in Turchia che probabilmente non sono in buoni rapporti con il governo di Damasco e per questo non vogliono tornare in Siria. Loro in effetti sono un mistero.

Sullo sfondo di queste cose la Russia non è immobile, fa molto in ‘background’ , ‘lavora dietro le quinte’. Quando tutti vediamo la brutalità dei turchi, quando vediamo la Siria -un paese membro delle Nazioni Unite –  viene attaccato da un membro della NATO, tutti desideriamo una forte risposta militare da parte della Russia.

Ma la politica internazionale non è così facile, anche se alla Russia piacesse agire, deve agire con attenzione con tutti gli attori. Diversi paesi e gruppi stanno solo aspettando un passo aggressivo per coalizzarsi ancor di più e scacciarla e isolarla.

Come detto, credo che la Russia faccia molto in background. Dobbiamo aspettare giovedì, dopo l’incontro Putin-Erdogan.

patrizio ricci @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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