SIRIA – Erdogan fa un passo avanti e uno indietro, per non cambiare nulla

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Ankara vorrebbe vedere le truppe americane lasciare la Siria e l’Iraq, come è successo in precedenza in Afghanistan, lo ha detto alla CBS il presidente turco Recep Tayyip Erdogan , domenica 26 settembre.

“Naturalmente, se potessi scegliere, vorrei che [gli USA] lasciassero la Siria e l’Iraq”, ha ammesso il Erdogan. – Dovrebbe essere presa la stessa decisione che è stata presa per l’Afghanistan.
Se vogliamo servire scopi pacifici nel mondo, allora non c’è ragione di rimanere in quei paesi”. Il presidente turco ha aggiunto che i popoli ei governi di questi paesi hanno il diritto di prendere decisioni in modo indipendente”.

Nello stesso tempo, ha osservato che le truppe turche non prenderanno il posto delle forze armate statunitensi. 

Erdogan ha affermato di contare che saranno prese “decisioni importanti” durante i colloqui individuali con Vladimir Putin a Sochi il 29 settembre.

Questa settimana, la Turchia ha dispiegato migliaia di soldati nella Repubblica Araba Siriana per controllare le strade che portano al confine dei due stati, in previsione di eventuale un esodo di massa di profughi.

Erdogan ha anche affermato che la Turchia è presente in Siria con l’obiettivo di ricostruire il Paese.

“In Siria stiamo costruendo 100.000 unità abitative. Queste abitazioni servono per le persone, le famiglie degli sfollati, che sono state espulse dalla loro patria. Costruiamo alloggi per loro. Sono interessato a quello che stanno facendo gli altri paesi. È molto importante capirlo”, ha detto Erdogan.

Erdogan ha anche affermato che durante i suoi incontri con la leadership americana, ha ripetutamente parlato della lotta contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan , il Partito dell’Unione democratica curda e i gruppi armati curdi in Iraq, considerati organizzazioni terroristiche in Turchia. “E non ho mai ricevuto una risposta positiva su questo problema”, ha affermato.

Al termine dell’intervista, Erdogan ha espresso la speranza che Stati Uniti, Russia, Iraq e Turchia possano lavorare insieme per raggiungere la pace e la stabilità in Siria e Iraq.

Precedentemente, Erdogan ha più volte chiesto che Russia riconsideri la sua posizione in Siria, perchè  il governo presieduto  dal presidente siriano Bashar al-Assad rappresenterebbe un pericolo per le regioni meridionali della Turchia.

Insomma, come sempre Erdogan da “un colpo al cerchio ed un colpo alla botte“.

Pochi giorni fa Erdogan aveva detto all’Onu di non riconoscere la Crimea come russa. In definitiva ha espresso ostilità palese verso gli interessi della Russia, poi queste parole alla CBS di segno amichevole.
In realtà Erdogan non ha concesso nulla, ha solo rinunciato ad un attacco diretto alla Siria ma continua ad occupare il territorio siriano, a supportare le milizie jhadiste radicali anti-governative. Inoltre, continua imporre il suo processo educativo alle giovani generazioni, insieme a istituzioni, moneta turca e quant’altro, in un processo di lenta assimilazione culturale e politica delle terre che ha occupato con il pretesto del “terrorismo” dei curdi.

Sarà molto importante l’incontro di Sochi, vedremo se ci saranno posizioni innovative o si continuerà con lo stillicidio contro il popolo siriano.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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