SIRIA: decine di incendi devastano vaste aree mentre il paese soffre per sanzioni, terrorismo e invasioni

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patrizio ricci by @vietatoparlare

Mi giunge notizia di incendi in corso da venerdì in Siria precisamente nell’area costiera forestale in vaste aree nella campagna di Latakia, tra cui Baloran, Ras Al-Basit, Al-Haffa, villaggi nella campagna di Al-Qaradha e Al-Dreikish, oltre ai villaggi nella campagna di Tartous (nelle aree di Mashta Al-Helou, Al-Muhairi, Beit Awad, Kafroun Badra, Karkar Spring, Doueir Al-Maloua Forest e Al-Mashta Al-Tahtani), Safita e nella campagna occidentale di Homs.

A Jableh, gli incendi sono iniziati a Sokas, Ras Al-Ain e Al-Hawiz (nelle vicinanze della diga di Al-Hawiz), e la periferia della città di Jableh ha assistito a un incendio tra l’ospedale specializzato Al-Nour e l’area adiacente, e si è avvicinato alle case .

Questi incendi si sarebbero uniti sin dalla mattina di ieri agli altri già in corso.

Gli incendi sono stati spenti nelle terre dei villaggi di Al-Athriyah, Resion, Beit Al-Shakouhi, Al-Naba’a Al-Badrosiya, Al-Dafil, Ghalamisa e Bastawir.

Numerose persone hanno partecipato allo spegnimento degli incendi. L’agenzia di stampa statale “SANA” ha citato il direttore di “Latakia Health” “Hawazen Makhlouf” che due persone sono morte e altre presentano segni di asfissia a causa degli incendi scoppiati nelle città di Balloran e Dafil nella campagna di Latakia. Raggiunte anche alcune abitazioni (video). Il Governatorato di Latakia ha annunciato l’arrivo di camion dei pompieri da Damasco per aiutare a controllare la situazione.

Attualmente fonti locali riferiscono che il comando dei vigili del fuoco dice che ci sono almeno 50 incendi in corso e che le squadre dei vigili così disperse, prive di mezzi sufficienti ed ostacolate dai terreni, non riescono ad aver ragione dei roghi.

Gli incendi in Siria, sia quelli avvenuti tempo fa ad Hama e nel nord – ovest del paese, sia quelli in corso attualmente nelle campagne dei governatorati di Homs, Tartous e Lattakia, costituiscono un disastro ambientale ed economico allo stesso tempo.

Tali incendi non costituiscono solo un disastro ambientale ed economico sui generis, ma per un paese la cui economia è di sussistenza, costituisce una tragedia che si aggiunge alle ripercussioni complessive della guerra terroristica in Siria, poiché gli incendi hanno eliminato la fonte di sostentamento per la maggior parte dei cittadini siriani, in particolare per quelli colpiti da quegli incendi.

Secondo i media siriani e testimoni questi incendi solo in parte possono essere ricondotti a cause naturali. Le spiegazioni delle ragioni dietro questi incendi, sono già state rivelate da precedenti indagini. Esse hanno accertato che molti di essi sono dolosi, il che significa che non tutti gli incendi sono avvenuti a causa delle condizioni naturali delle alte temperature in tali giorni dell’anno.

E’ interessante che solo fonti locali o libanesi danno questa notizia, mentre ha avuto pochissima eco sui media internazionali. Dopo essere stato attenzionato dalla Siria da una carissima amica che mi ha mandato materiale, ne ho trovato traccia – oltre che ai media locali – solo da un dispaccio di agenzia cinese Xinhua che riferisce:

Damasco 9 ottobre 2020 ( Xinhua )- Venerdì i vigili del fuoco hanno combattuto contro numerosi incendi ed ora altri incendi si sono rinnovati nelle aree forestali della Siria centrale e nord-occidentale, secondo i media siriani e i testimoni.

Gli incendi, scoppiati a mezzanotte, sono divampati nelle campagne della provincia di Homs nella Siria centrale e nelle province costiere di Tartous e Latakia nella Siria nordoccidentale.

Le fiamme hanno bruciato vaste aree di aree agricole e forestali a Latakia, Tartous e Homs.

Gli incendi hanno anche costretto all’evacuazione gli abitanti di un villaggio nelle campagne di Latakia e ucciso due persone. Diverse persone sono state anche ricoverate in ospedale dopo aver sofferto di difficoltà respiratorie.

Secondo Samir Shamma, il capo dei vigili del fuoco a Tartous, i vigili del fuoco stanno avendo difficoltà a controllare i nuovi incendi a causa dei forti venti e della mancanza di strade tra le aree agricole, nonché della natura geografica dei territori.

Citato dall’agenzia di stampa statale SANA, Shamma ha detto che la difficile situazione ha spinto l’esercito siriano a intervenire per aiutare a spegnere gli incendi.

“La situazione è difficile e stiamo seriamente cercando di controllare gli incendi entro la capacità disponibile”, ha detto.

A Latakia, gli incendi hanno divorato centinaia di ettari terreno coltivato con agrumi e ulivi oltre a vaste aree delle foreste naturali, ha detto SANA.

Venerdì il primo ministro siriano Hussein Arnous ha incaricato tutti i ministeri interessati e le loro autorità affiliate, le squadre antincendio e le unità di protezione civile in tutte le province di fornire supporto e assistenza per spegnere gli incendi.

I nuovi incendi arrivano un mese dopo che gli incendi hanno sventrato 7.000 dunam (7 km quadrati) nella campagna dell’area di Masyaf nella provincia di Hama, nella Siria centrale.

AGGIORNAMENTO:

Le forze russe stanno aiutando nello spegnimento degli incendi. Gli elicotteri della base aerea di Hmeimim finora (9 e 10 ottobre) hanno effettuato 19 sortite, facendo cadere più di 370 tonnellate di acqua sul fuoco.

Una climatologa di Latakia – Riyadh Kara Falah, professore di climatologia all’Università Tishri nella provincia di Latakia – dice che si tratta di un sabotaggio perchè gli incendi sono spuntati contemporaneamente in 20 posti diversi, vicino alle basi russe e quasi tutti sono divampati in punti inaccessibile ai vigili del fuoco ed in concomitanza di forti venti da oriente. A settembre avevano avuto le medesime caratteristiche.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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