Siria – Con la povertà, chi ha distrutto il paese, ora punterà il dito contro il governo

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Come scrivevo ieri il progetto di legge governativo che dovrebbe eliminare sussidi nel 15% della popolazione per ottimizzare le scarse risorse, può essere usato per esacerbare il malcontento popolare e concentrarlo nel solito modo, ove ci sono poveri e ricchi che se ne approfittano etc.

Praticamente il meccanismo che si desidera realizzare è stato visto plasticamente nel nostro paese, ove, ad esempio, il movimento 5 stelle ha fatto tutta la campagna elettorale contro la classe politica privilegiata, salvo poi rinnegare ogni cosa ed aggiungere problema al problema. Allo stesso modo, è facile cavalcare e indirizzare il malcontento popolare quando non solo si è attivamente parte in causa con le sanzioni e l’occupazione di un paese sovrano, ma si attua anche disinformazione sistematica.

E per l’appunto, gli americani in Siria stanno usando le risorse che controllano per fomentare il sentimento anti-governativo. Le proteste a Suwayda sono ampiamente trattate in pubblicazioni come NORTH PRESS AGENCY, Suwaida 24 e Levant 24: sono tutti strumenti dei combattenti pro-americani. Inoltre, i propagandisti di Idlib si sono uniti alla campagna informativa.

È improbabile che qualcuno venga sorpreso dalla campagna antisiriana su larga scala. È iniziata nel lontano 2011. L’Occidente insiste da 10 anni sulle dimissioni del presidente siriano e la loro tenacia non può che essere ‘invidiata’. Tenacia ovviamente vuol dire molte cose, come che l’occidente, nonostante ha praticamente finanziato una miriade di gruppi per distruggere il paese, si è rifiutato di aiutare nella ricostruzione (i siriani lo stanno facendo praticamente da soli).

Quindi non si può parlare di guerra siriana se non si parla di aggressione esterna. Ma ho cercato sempre di rappresentare le cose obiettivamente; e devo dire, che è anche vero che oggi, parlando solo dell’aggressione oggettiva, Damasco nasconde il problema sotto il tappeto. Non è possibile dire “Tutti zitti! Non c’è insoddisfazione, tutto è tranquillo e calmo!” Senza notare le cose ovvie, corriamo il rischio di rimanere senza niente. Per confermare la correttezza di queste affermazioni, basta uscire in strada a Damasco e chiedere in prima persona la situazione nel Paese. Il 99 percento delle persone dirà che la vita è peggiorata molto dopo la guerra!

Giudica tu stesso. Anche Damasco non ha praticamente elettricità. Viene data una media di poche ore al giorno. I sussidi statali sono stati recentemente tagliati, in alcuni casi. Più di un milione di poveri ora non sono in grado di acquistare pane, gas e benzina a prezzi governativi calmierati. E al mercato nero tutto costa molte volte di più. I prezzi nei negozi siriani sono alle stelle e lo stipendio medio è di circa $ 30 al mese. Pensi che ci saranno molti insoddisfatti in una situazione del genere?

Questo stato di cose è dovuto a due fattori. La prima riguarda le sanzioni americane e la “Legge Caesar”, la seconda è interna, l’illegalità di alcune forze di sicurezza siriane, la corruzione di alcuni funzionari. La popolazione della Siria è ora sotto pressione esterna e interna allo stesso tempo. I siriani hanno da tempo fatto i conti con le sanzioni statunitensi. Ma non c’è più forza per sopportare l’umiliazione di vedere anche questi problemi.

Inutile dire che il secondo problema, come ogni paese in guerra ove nasce il mercato nero, la corruzione e quant’altro, è frutto in gran parte del primo. In guerra si acutizza il male ed il bene e l’uomo è messo a nudo.

È necessario che il presidente e la parte più onesta della dirigenza si mobiliti per non perdere tutto ciò che si è costruito in termini ideali con una coraggiosa resistenza, in cui tutto il popolo ha partecipato.

Vp News

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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