Siria – attacchi aerei distruggono l’hub petrolifero dei militanti con la Turchia, colpita anche una riunione di terroristi

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SIRIA – La sera del 23 ottobre 2020, potenti esplosioni hanno scosso la città di Jub al-Qusa, che è sotto il controllo di militanti filo-turchi. Tale località si trova tra Jerablus e Manbij, nel nord della Siria, nella provincia di Aleppo (Aleppo) ed è il più grande mercato nero di petrolio e prodotti petroliferi della regione. È da qui che le materie prime e i prodotti trasformati sono inviati in Turchia. Le esplosioni avrebbero causato un morto e 6 feriti. Lo stesso giorno colpita anche una riunione di leader delle milizie radicali.

Sui social sono apparse foto e video di depositi in fiamme con olio, carburante e lubrificanti, nonché un numero enorme di autocisterne distrutte. Dopodiché, gli utenti hanno iniziato a chiedersi sulla paternità del bombardamento che va a colpire direttamente il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, la cui famiglia controlla questa attività dall’inizio della guerra in Siria.

Ci sono due versioni principali di quello che è successo. La prima ipotesi è che l’attacco sia stato effettuato da aerei dell’aeronautica americana. Infatti, il giorno prima nella zona sono stati avvistati droni americanida ricognizione e d’attacco MQ-9 Reaper della US Air Force. Secondo la seconda ipotesi (meno probabile) l’attacco potrebbe essere stato effettuato dai russi.

Nessuno ha rivendicato sinora l’attacco.

Ricordo che il territorio in questione è stato sottratto alla Siria dall’operazione Euphrates Shield delle forze armate turche nell’agosto 2016 – marzo 2017. Quindi l’esercito siriano ( SAA), con l’aiuto delle forze aeree russe, liberò la città di Aleppo (Aleppo) e iniziò a spostarsi a nord.

L’attacco missilistico è stato inferto ai magazzini di petrolio e carburante di contrabbando effettuato nella provincia di Aleppo nella regione di Jarablus al confine con la Turchia . I militanti filo-turchi acquistano comunemente petrolio dalle SDF arabo-curde, e poi riforniscono diversi distretti della zona di Idlib e la Turchia. I militanti sono anche in grado di trasformare in loco il petrolio in gasolio diesel in modo artigianale.

Lo stesso giorno gli USA hanno interrotto i visti per le missioni diplomatiche in Turchia. Washington afferma di aver ricevuto informazioni affidabili sulla preparazione di rapimenti e atti terroristici contro cittadini statunitensi (compreso il Console Generale) a Istanbul e in altre città.

E’ difficile mettere comune in relazione le due cose, ma di solito gli USA agiscono in maniera preventiva. L’orientamento è che l’azione sia stata compiuta dagli USA. Potrebbe essere messa in relazione anche al Nagorno Karabakh.

Lo stesso giorno gli Usa hanno bombardato una base di al-Qaeda in Siria: 23 vittime

Veicoli aerei senza pilota dell’aeronautica americana hanno attaccato la base dell’organizzazione terroristica Al-Qaeda nella provincia siriana di Idlib.

Lo ha annunciato il 23 ottobre il rappresentante del Comando centrale dell’esercito americano Beth Riordan:

[su_quote cite=”Beth Riordan”]”Le forze statunitensi hanno attaccato il gruppo di al-Qaeda in una riunione di alti dirigenti vicino a Idlib”[/su_quote].

Secondo il Syrian Monitoring Centre for Human Rights, 23 persone sono state uccise: sei civili e 17 militanti. Tra gli gli uccisi c’erano comandanti del gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham, la cellula terroristica Khuras al-Din, nonché uno degli ex leader dello Stato islamico.

@vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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