Siria: Aleppo senza acqua né luce da 5 giorni

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bimbi-tra-le-macerieDrammatico appello dalla città assediata: alla catastrofe umanitaria si aggiunge il rischio chimico
di Patrizio Ricci   (quotidiano on-line La Perfetta Letizia)

Aleppo  10.11.2013 – I militanti dello “Stato di Iraq e Levante” (Da’ech) da 5 giorni hanno occupato la Stazione d’elettricità a gas di Aleppo (situata a 20 km dalla città) ed hanno interrotto l’erogazione della elettricità in tutta la città. L’interruzione della corrente elettrica impedisce l’afflusso dell’acqua nelle abitazioni, la refrigerazione dei cibi e il funzionamento degli ospedali. La situazione per la popolazione, già messa a dura prova da mesi d’insicurezza e precarietà, ora si fa ancora più insostenibile.

Il drammatico appello del vescovo caldeo di Aleppo è stato lanciato da Fides e ripreso dall’agenzia SIR: “Ci sono stati combattimenti alla centrale elettrica di al-Harrarieh, e si è creata una situazione molto rischiosa, visto che in quell’area sono dislocati materiali pericolosi”. Mons. Antoine Audo mette in guardia dalle conseguenze di esplosioni che potrebbe coinvolgere il deposito di idrogeno presente nella centrale e la vicina fabbrica di cloro. Un’eventuale deflagrazione potrebbe generare un effetto domino che libererebbe nell’aria gas tossici con conseguenze letali per la popolazione coinvolta.

Il vescovo rappresenta Aleppo come una città “sfigurata e stremata. Lo si legge negli sguardi dei suoi abitanti. Sono già quasi tre anni che tutti vivono in questo stato di logoramento continuo. Non c’è lavoro, tutti sono impoveriti. Come Caritas Siria (mons. Audo ne è il presidente, ndr) distribuiamo cibo e medicine, assistiamo gli anziani, paghiamo gli affitti per gli sfollati, portiamo avanti attività scolastiche. Il novanta per cento delle nostre energie pastorali è assorbito da questo lavoro di emergenza sociale. Ma non basta mai”.

Mons. Audo riferisce che la situazione sul campo di battaglia è mutata: “Adesso non si capisce più chi sta combattendo contro chi. C’è l’esercito del governo, e poi ci sono le brigate curde, gli islamisti, le bande di fuorilegge, quelli che si definiscono ‘Esercito Libero Siriano’, tutte fazioni in lotta tra loro. In città sentiamo i rumori degli scontri e le esplosioni, ma non sappiamo cosa davvero sta accadendo. Anche se tra la popolazione prevale l’impressione che c’è stato un cambiamento della situazione a livello geo-politico. E che l’esercito governativo potrebbe alla fine prevalere sulle fazioni che lo combattevano”.

In questi momenti decisivi è assai probabile che sia l’armata governativa che ancor più le milizie ribelli mettano in campo azioni sempre più spregiudicate. Come ricorderete, ci siamo già occupati della situazione nella città di Aleppo intervistando un cittadino che abita nel quartiere cristiano. La stessa persona ci ha fatto pervenire in redazione un drammatico appello affinché la popolazione di Aleppo sia soccorsa immediatamente, prima che sia troppo tardi. L’appello si conclude con: “E’ una vera catastrofe umanitaria ad Aleppo! Per favore lanciate un SOS al mondo!”. La Perfetta Letizia risponde a questo appello raccontando con forza tutto quello che succede in Siria e auspicando che al più presto si riesca a portare ad un tavolo di trattative i belligeranti, convinti che sia il popolo siriano a dover decider del proprio futuro. Sconcerta che, all’infuori di Radio Vaticana ed Agensir, nessun media italiano abbia riportato questi fatti. Ancora una volta in questa occasione constatiamo quanto i ‘temi caldi’ della politica estera siano trattati in maniera insufficiente e approssimativa o non riportati affatto.

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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