Siria – “A nessuno piace parlare di corruzione del proprio Paese…ma non l’abbiamo difeso perché perfetto”

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Stamattina ho ripreso alcuni articoli dalla stampa russa che necessariamente andavano segnalati. Purtroppo, a causa del mio articolo “SIRIA – La Russia mette in guardia Assad dai rischi della corruzione in Siria –  che intendeva solo segnalare un cambio di atteggiamento da parte dei media russi (che ho adeguatamente commentato) – sono sorte alcune polemiche sui social, ingenerate da alcuni che hanno manifestato il timore che i ‘soliti noti’ potessero cavalcare in maniera pretestuosa queste notizie – come loro solito – ovvero come sciacalli.

Alle critiche io rispondo che la Verità è la prima cosa, in ogni battaglia vera. Altrimenti non si va da nessuna parte. Credo che più che ‘ingegnarsi’ in strategie, sia più semplice avere il faro della Verità come guida. D’altra parte, per noi italiani,  parlare di corruzione ed additare altri paesi come corrotti, sarebbe veramente anacronistico, visto che ancora oggi paesi europei come la Germania (vedi Die Welt) ci percepiscono come ”mafiosi” ed immeritevoli di ricevere i fondi europei (eurobond) perché “andrebbero alla mafia”.  Questo ovviamente non ci descrive e queste accuse non sono di ostacolo per noi nel dire che amiamo il nostro paese, anche se imperfetto. D’altra parte, i nostri nonni hanno ben conosciuto il mercato nero e le infinite insidie della guerra. Sappiamo bene  che certi fenomeni sono insiti e spesso sono ingigantiti  dalla guerra.

Se così non fosse le guerre non esisterebbero ma nello stesso tempo guardare la corruzione dell’aggredito è veramente aggiungere al dolore del popolo siriano, la beffa.
Credevo che fosse inutile ribadire quanto detto per anni, ovvero che è la corruzione morale dell’occidente il motore che ha condotto alla guerra irachena, libica e poi siriana.

Solo gli sciacalli leggeranno quindi le sollecitazioni della Russia come un abbandono dell’alleato siriano (e di questo non posso sentirmi responsabile). I russi sanno bene che Assad in Siria ha cercato – sin dal suo insediamento – di modernizzare il paese, cosa che gli valse anche il riconoscimento italiano della medaglia all’ordine di Merito della Repubblica Italiana. Benemerenza – in verità che perse –  che perse, ma non per suo demerito ma per quella infinita subordinazione e debolezza politica del nostro paese che ancor oggi amaramente sperimentiamo. 

Quindi chi utilizzerà la sollecitazione di intervenire più decisamente sulla corruzione come occasione propizia per riconfezionare la propria demente “rivoluzione di popolo” operata con gli islamisti tagliagole, è un fesso o è uno sciacallo. 

Tuttavia – a mio avviso –  questo rischio non può esonerare al dibattito sulla corruzione, qualora sollecitato dalla cronaca. Questo, sempre che sia fatto onestamente e lealmente, alle porte delle elezioni siriane del 2021 è giusto che ci sia.

Per ricondurre però nel giusto binario la questione, riporto quanto pubblicato nel 2018 da The Saker

In quell’occasione l’articolo fu tradotto e ripreso da Ora Pro Siria (che in questi anni ha fatto un lavoro egregio sulla crisi Siria dando voce specialmente alla comunità cristiane siriane). 

patrizioricci by @vietatoparlare

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La prossima inevitabile battaglia della Siria contro la corruzione

Un ragionamento importante che serve la verità. Ho tradotto una parte, ma consiglio la lettura integrale dell’articolo.
Condivido il punto di vista di Ghassan Kadi e ritengo questa analisi utile per un discorso che travalichi clichés o narrazioni agghindate ad hoc.
Maria Antonietta Carta

di Ghassan Kadi per The Saker blog

Negli ultimi anni, e da quando è iniziata la “Guerra contro la Siria”, abbiamo ascoltato molti esprimere il loro fervido entusiasmo sulla Siria prima della guerra. Magari non erano mai stati in Siria, principalmente occidentali, eppure invariabilmente raccontavano di un Paese “perfetto”, dove tutti vivevano in pace, armonia e onestà. Certo, alcuni di questi aspetti sono in parte veritieri e la società è civile ed etica, ma la Siria non è mai stata perfetta, e quando i patrioti siriani l’hanno difesa non l’hanno fatto, e non lo fanno, perché è perfetta, ma piuttosto per preservare la sua unità, indipendenza, secolarismo e integrità… …

A nessuno piace parlare di corruzione del proprio Paese, per timore che sia percepito come un discredito sull’intera comunità. Ciò sarebbe molto ingiusto, perché i Siriani hanno principi elevati, patriottismo e dignità.
Ma affrontiamo il tema: senza corruzione i terroristi non sarebbero stati in grado di portare in Siria un’enorme quantità di materiale militare prima dell’inizio della guerra, e non sto parlando delle frontiere fuori controllo di Turchia, Giordania e Libano da cui sono entrati anche convogli di carri armati. Parlo del periodo in cui ancora si viveva in pace, e una certa quantità di armi e combattenti, sufficiente per accendere la miccia, fu infiltrata nel Paese…

Scrivere questo articolo è doloroso, ma ignorare il problema e far finta che non esista né aiuta a sradicarlo né a servire la verità. Ciò che rende tutto questo più straziante è il pensiero che decine di migliaia di membri dell’esercito che hanno perso la vita, centinaia di migliaia di cittadini in lutto e milioni che hanno patito sono persone dignitose, orgogliose e integre. È sempre una cattiva minoranza che può infliggere il danno, proprio come hanno fatto i jihadisti. Ma a differenza dei jihadisti, che è possibile identificare dal loro armamentario, i corrotti non si distinguono e possono essere in agguato in qualsiasi luogo, in qualsiasi dipartimento governativo e in qualsiasi angolo di strada.

Non sarei sorpreso se alcuni lettori pensassero che con questo articolo stia accusando di corruzione l’intero apparato del governo siriano e perciò mi urge sottolineare che, se nel governo della Siria la stragrande maggioranza di uomini e donne non fossero onesti e incorruttibili, il Paese sarebbe andato perso. Dobbiamo fermarci qui per un momento e fare un elogio speciale alle missioni diplomatiche a cui sono state offerte alte somme di denaro per tradire, ma senza successo. E non bisogna dimenticare le decine di migliaia di soldati che si sono rifiutati di lasciare le fila dell’Esercito Siriano benché gli siano stati offerti salari molto più alti e posizioni di rilievo nel nuovo Stato se la guerra fosse stata vinta. Per non parlare delle centinaia di migliaia, anzi milioni di persone, che hanno rifiutato di lasciare le loro case nelle situazioni più terribili. Sono quei patrioti solidi e la saggia guida al loro fianco che ha vinto la guerra. Sfortunatamente però, bastano poche mele marce per rovinare tutto e se un ministro ha anche un unico esperto corrotto che controlla il flusso di informazioni,può essere facilmente pregiudicato il buon lavoro di un intero ministero.

Bisogna ribadire chiaramente che senza gli elementi corrotti, i nemici della Siria non sarebbero stati in grado di far entrare sufficienti ‘micce detonanti’ per incendiare il Paese. Sarebbe quindi incomprensibile e imperdonabile chiudere gli occhi sulla corruzione dopo la fine delle battaglie terrestri, specialmente quando vediamo azioni quali l’assassinio del prof. Isber.

Se la Siria vuole evitare ulteriori disastri, deve dichiarare aperta la stagione contro la corruzione. Quanto prima meglio sarà.

Syria’s next inevitable battle against corruption

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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