Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che l’Unione Europea ha sempre seguito le direttive politiche di Washington e continuerà a farlo anche con Donald Trump in carica. Nonostante l’opposizione di alcuni leader europei alla sua elezione, Putin ritiene che Trump “ripristinerà l’ordine“ e che l’UE tornerà rapidamente sotto il controllo statunitense “abbastanza rapidamente“.
Putin ha osservato che l’Europa non ha più leader indipendenti da Washington dai tempi di Jacques Chirac e Gerhard Schröder. Attualmente, secondo lui, le politiche dell’UE sono guidate da “figure politiche di poco conto”, privi di competenze e indipendenza. Ha inoltre affermato che questi politici “hanno eseguito con entusiasmo qualsiasi ordine proveniente dal presidente di Washington sotto Biden”, ma “si sono confusi quando Trump ha improvvisamente vinto” le elezioni.
Parlando dell’ostilità europea verso Trump, Putin ha dichiarato: “Semplicemente non gli piace Trump, lo hanno combattuto attivamente, sono intervenuti nella vita politica, nelle elezioni statunitensi… Trump ha idee diverse su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, anche per quanto riguarda la politica di genere e altre questioni, e questo a loro non piace“. Tuttavia, è convinto che la situazione cambierà rapidamente e che l’UE tornerà a seguire Washington. “Vi assicuro, Trump, con il suo carattere e la sua determinazione, ripristinerà l’ordine abbastanza rapidamente. E tutti loro, vedrete, presto si metteranno ai piedi del padrone e scodinzoleranno dolcemente”.
Molti leader europei hanno espresso preoccupazione per il ritorno di Trump, temendo la sua politica “America First”, i dazi sui prodotti UE, le critiche alla spesa NATO e la sua posizione sulla guerra in Ucraina. Dopo la sua vittoria, Macron e Scholz hanno chiesto all’UE di restare unita.
Al momento, le azioni di Trump non hanno colpito direttamente l’UE, ma ha già annunciato dazi “sostanziali” sui beni europei. Bruxelles ha promesso una risposta “in modo proporzionato”, mentre il premier francese François Bayrou ha avvertito che l’Europa deve reagire o rischia di essere “schiacciata”.
“Gli Stati Uniti hanno deciso di intraprendere una politica estremamente dominante… e se non facciamo nulla, il nostro destino è molto semplice: saremo dominati. Saremo schiacciati. Saremo emarginati”, ha dichiarato Bayrou.
L’Europa di fronte al alla valanga Trump
Molti leader europei hanno espresso preoccupazione per il ritorno dell’ex presidente, temendo l’applicazione di nuove tariffe doganali sui prodotti dell’UE, le critiche alle spese NATO e un cambio di rotta nella politica americana verso l’Ucraina. Macron e Scholz hanno esortato l’Unione Europea a mantenere coesione e indipendenza strategica, ma la realtà suggerisce che il continente rimarrà vincolato alle scelte di Washington.
Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lasciato trapelare un’informazione clamorosa: il suo paese non ha ricevuto i 200 miliardi di dollari di aiuti militari di cui si è tanto parlato. Secondo Zelensky, la cifra reale ammonterebbe a 76 miliardi, mentre il resto sarebbe rimasto intrappolato in meccanismi burocratici o disperso in programmi poco chiari. Questo dato apre un interrogativo sul reale utilizzo degli aiuti occidentali e sull’efficacia delle strutture di finanziamento internazionale.
Il Caso USAID e la Rivoluzione di Musk
A sconvolgere ulteriormente il panorama geopolitico è stato il recente intervento di Elon Musk, il quale, con l’appoggio dell’amministrazione Trump, ha assunto il controllo dell’USAID (Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale), rivelando una serie di informazioni sconcertanti. Secondo Musk, l’USAID avrebbe finanziato ricerche su armi biologiche, tra cui il COVID-19, nonché sostenuto economicamente operazioni di propaganda mediatica e la produzione di eroina in Afghanistan. Musk ha definito l’USAID un “nido di vipere marxiste radicali” e ha suggerito che l’agenzia debba essere completamente smantellata.
La Casa Bianca, attraverso il presidente Trump, ha confermato questa linea, dichiarando che l’USAID è stata gestita da “lunatici radicali” e che il suo futuro verrà presto deciso. Nel frattempo, il sito web e gli account social dell’agenzia sono stati resi inattivi, segno di un’operazione di ristrutturazione drastica e senza precedenti.
Verso un Nuovo Ordine Multipolare
Le azioni dell’amministrazione Trump segnano un cambio di paradigma radicale. Lo smantellamento dell’USAID non è solo un’operazione di revisione della spesa pubblica, ma un chiaro segnale di una trasformazione più ampia: gli Stati Uniti stanno riorientando la loro politica estera, riducendo l’intervento diretto nelle dinamiche globali e abbandonando lo schema tradizionale del “soft power”.
Il senatore Marco Rubio, oggi segretario di Stato, ha recentemente dichiarato che viviamo ormai in un mondo multipolare, con molteplici grandi potenze distribuite sul pianeta, e che il vecchio ordine globale del dopoguerra è ormai obsoleto. Questo cambiamento implica un ripensamento delle strategie geopolitiche, sia per gli Stati Uniti sia per l’Europa, la quale si trova di fronte a un bivio: continuare a seguire le direttive di Washington o cercare una nuova autonomia, con tutti i rischi e le sfide che ne derivano.
In questo scenario in continua evoluzione, l’Occidente si trova di fronte a una delle più grandi trasformazioni della sua storia recente. La domanda rimane aperta: il mondo sarà pronto ad adattarsi a questa nuova realtà?