Secondo l’ONU i rifugiati in Siria non sono 3,5 milioni ma 220.000

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Nel report dell’UNHCR del mese di febbraio 2020 vi è scritto che ci sono circa ” 3,6 milioni di rifugiati siriani registrati in Turchia … ”

Ma nello stesso tempo l’UNHCR afferma che presso l’all’Alto Commissariato per i rifugiati (UNHCR), sono effettivamente registrati solo 250.000 (meno del 2% di quanto dichiarato), gli altri risultano stabiliti nelle aree urbane, periurbane e rurali. Di questi quasi 100.000 hanno avuto la cittadinanza turca.

Quindi,  ricapitoliamo:  l’UNHCR (supervisionato a livello internazionale) ha registrato in Turchia in tutto  250.000 rifugiati siriani. Ma Erdogan nei suoi interventi fa capire che i siriani siano tutti nei campi rifugiati: 3.5 I siriani sono per lo più nei campi o altrove nel nostro paese”

I 3,6 milioni secondo il censimento del 2016 effettuato dalla Direzione Immigrazione Amministrazione generale del Ministero degli Interni turco erano  suddivisi nelle varie città:
Amasya – 326 mila, Artvin – 168 mila, Bolu – 299 mila, Burdur – 261 mila, Cankiri – 183 mila, Gumushane – 172 mila, Hakkari – 267 mila, Kars – 289 mila, Rize – 331 mila, Sinop – 205 mila, Tunceli – 86 mila, Bayburt – 90 mila, Bartin – 192 mila, Ardahan – 98 mila, Kilis – 130 mila, Yalova – 241 mila e Karabuk – 242 mila … La popolazione totale di rifugiati in queste province sarebbe di 3 milioni 580 mila.

Dalle statistiche emerge che ci sono 829 mila 664 persone nella fascia di età di 15-24 anni, questa è definita come la popolazione giovane. Secondo i dati, il numero di uomini siriani è di 308 mila 688 in più rispetto al numero di donne siriane. La più grande differenza numerica tra uomini e donne è vantaggio degli uomini  con una differenza di 93 mila riferiti alla fascia 19-24 anni.

Secondo i dati della Migration Administration del 21 giugno 2018, Istanbul è la città che ospita il maggior numero di siriani, con 563 mila 15 persone. La città con il minor numero di siriani è Bayburt con 28 persone. Artvin con 34 persone e Tunceli con 44 persone seguono Bayburt. Kilis è la città in cui i siriani vivono di più, rispetto alla popolazione locale, con il 96,26 per cento.
Dal 2011 i siriani che hanno cittadinanza turca sono circa 55.000. Dall’inizio della guerra siriana al 2018  i siriani nati in Turchia erano 450 mila.

E’ notare che nonostante sia l’agenzia delle Nazioni Unite indichi una cifra decisamente inferiore di rifugiati, ciò che vengono invece diffusi dai media sono solo “i numeri turchi”, ovvero quelli ritenuti accurati e corretti. Ma ciò non toglie che ci sono alcuni dubbi.  3,6 milioni di rifugiati in Turchia e 3 milioni nella sola provincia di Idlib che da tempo è al di fuori della giurisdizione dello stato centrale sono già più di 6 milioni di persone. Se prendiamo buoni questi dati quasi il 50% della popolazione siriana prebellica ha lasciato la Siria o sono rifugiati fuori dalla Siria. Se però ragionassimo in questo modo, quanti rifugiati, ovvero stranieri risulterebbero in Italia? La risposta è più di 5 milioni secondo il censimento del 2018.

Possiamo dire che tutti i profughi vivono in povertà e che tutti possono essere considerati rifugiati solo magari perché provengono da determinate nazioni? Ovviamente no. 

Non ci vuole molto per capire che qualcosa in questi numeri non quadra.

Poi c’è una seconda domanda: su cosa si basa la sussistenza di milioni di persone che da 8 anni sono in Turchia? Per forza di cose essi hanno un qualche mezzo di sussistenza oppure la cifra è esageratamente alta.

Non ho elementi per valutare questo ma volevo solo indicare questo dato: è plausibile che in Turchia c siano 3,6 milioni di rifugiati e che essi non vengano dichiarati all’UNHCR? Eppure se così fosse la Turchia avrebbe diritto ad avere più assistenza internazionale. Invece la maggior parte dei rifugiati è al di fuori del circuito di questa assistenza. Probabilmente perché non vive nei campi rifugiati? Ma allora come vivono? La risposta è nelle abitazioni, tramite sussidi o lavorano. Ai siriani che lavorano – che sembra a questo punto siano molti – viene corrisposto un salario minore rispetto ai cittadini turchi.  E’ plausibile che allora molti lavorano e siano sottopagati e che questo faccia comodo al governo turco.

Ma perchè 3,6 siriani sono fuggiti in Turchia? Per la guerra certo. Ma la guerra non è dappertutto. Sì il paese è in condizioni miserevoli e chi era povero prima della guerra. ora lo è di più e magari con la casa bombardata per giunta.

Tuttavia sarebbe interessante sapere che giudizio hanno ora che il loro paese è attaccato dalla Turchia Cosa ne pensano, come reagiscono? Sappiamo che non ci sono proteste. Almeno ma mi pare che la RAI ha una corrispondente a Instanbul… I più grandi attivisti siriani in Europa a cui dà ascolto sono gli anti-Assad… che strano.

E poi c’è un’altra questione altrettanto importante: come abbiamo visto ci sono tanti giovani siriani e adulti in età di servizio militare, addirittura il loro numero supera quello delle donne. Allora perché non vanno a difendere il loro paese? Si risponderà perché Assad è cattivo e perché quella è una sporca guerra. Beh, la Siria era un paese pacifico prima che fosse aggredito. Perchè di aggressione di tratta. Però ammetterete che ci sono altri modi per essere utili al proprio paese. Ma non risulta che essi esercitino qualsiasi tipo di pressione lì dove si trovano.

Questo è un enigma , uno dei tanti enigmi irrisolti. 3,6 persone possono essere un argomento molto consistente se vogliono all’interno di un paese straniero. Capisco che non vogliono andare in guerra, vogliono preservare la propria famiglia perché il nemico è troppo grande e infido. Tutto il mondo si è coalizzato contro la Siria. Sì si può capire. Ma almeno protestare si può. Si potrebbe obiettare che in Turchia non è possibile. Beh il Samizdat lo ha fatto in Unione Societica e la protesta è stata molto efficace.  E l’ex presidente ceslovacco Havel ci potrebbe confermare che è così , io ho letto la sua storia nel libro “il potere dei senza potere” che illustra come i mezzi possono di protesta possono essere tanti se si conserva la propria libertà.

Protestare, sensibilizzare l’opinione pubblica del paese ospitante questo si può fare. Si può dire come stanno le cose . Tuttavia pochi sono i siriani che in Europa dicono come stanno le cose nel proprio paese. Siriani in regola potrebbero dire chiaramente quello che succede nel proprio paese. Su questo io non mi so dare una risposta. Possiamo considerare forse che i 3,6 milioni di siriani in Siria siano tutti ribelli? Io credo di no.

Se avete informazioni in merito atte a svelare l’enigma o a contraddirmi, scrivetemi pure a info@vietatoparlare.it . Se ragionate e con riferimenti, pubblicherò le vostre deduzioni ed esperienze , anche in condizione di anonimato.

@vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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