Se Serraj vorrà stravincere probabile che troverà la ferma reazione egiziana

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Questa la situazione in Libia, come descritta dall’analista, osservatore ed esperto di politica internazionale, Stefano Orsi:

[su_quote style=”flat-light”]Aggiornamento flash dai fronti libici del 6-6-2020[/su_quote]

Sirte

Oggi ho dato l’annuncio dell'”Operazione Percorso per la Vittoria” lanciato da Tripoli per la riconquista di alcuni obbiettivi, preannunciando il nuovo tradimento delle tribù di Sirte.

Ebbene, il gallo non ha ancora cantato che Sirte è già in mano alle GNA, le tribù hanno fatto davvero il cambio di casacca in men che non si dica, le poche truppe fedeli alle LNA di Haftar stanno abbandonando alla veloce le loro posizioni senza combattere ed abbandonando montagne di materiale.

Stessa scena presso la base aerea di Al Jufrah, uno dei tre obbiettivi da me indicato, le forze di Haftar stanno abbandonando la base che essendo nel deserto ed isolata è di fatto indifendibile.
Lo sanno bene i comandanti delle milizie del generale di Bengasi e hanno dato ordine di ripiegare velocemente.
Il terzo obbiettivo è Sabnah, l’antica Saba. Ma non temete domani è un altro giorno, i pozzi di petrolio torneranno presto al governo di Tripoli.
Ora la palla passa interamente nelle mani degli Emirati Arabi, che oltre che aver pagato la Wagner, hanno fornito centinaia di mezzi alle LNA, in gran parte perduti, i droni, alcuni abbattuti proprio dalle inette milizie LNA, e soprattutto ora la palla passerà all’Egitto di Al SISI che non può assolutamente permetters di avere un vicino, una provincia della Turchia di fatto, governata dalla “Fratellanza Musulmana”.
La situazione si fa molto incandescente.

Stefano Orsi
[vedi infografica qui]
E’ per questo che – come ha detto Stefano Orsi nel suo aggiornamento -, le relazioni tra Egitto e Turchia sono ora comprensibilmente in bilico. La continua aggressione di Ankara in Libia e il sostegno attivo dei militanti che appoggiano Serraj, minacciano la sicurezza nazionale e gli interessi del Cairo nella regione. Un ulteriore aggravamento della situazione può portare ad azioni attive e decisive dell’Egitto nei confronti della Turchia.

Allo stato attuale, c’è molto disaccordo nei loro rapporti. Il Cairo aveva cominciato a moltiplicare l’appoggio ad Haftar (LNA) subito sopo  che Erdogan aveva firmato un accordo di cooperazione con il regime di Fayez Sarraj (GNU). Tuttavia, dopo gli attuali successi delle GNU  supportate dalle forze turche, l’Egitto è preoccupato seriamente perchè la Libia rischia di  trasformarsi in uno stato terroristico ostile  che – dopo che avrà completamente conquistato il Paese – dirigerà le proprie forze contro l’Egitto.

Sullo sfondo di questi eventi, il Cairo ha iniziato a esprimere simpatia per l’LNA e Khalifa Haftar, che si oppongono ai ‘fratelli musulmani’ delle GNU. Per questo il Cairo aveva messo a punto una sua iniziativa, appoggiata da Grecia, Cipro, Francia e Emirati Arabi Uniti contro le attività dei turchi in Libia.

Ora Haftar sta ritirando precipitosamente perdendo terreno e la tensione in questo conflitto sta crescendo ogni giorno e – sebbene il Cairo non abbia ancora intrapreso alcuna azione seria contro le forze filo-turche -, la Turchia sembra provocare in modo specifico l’Egitto e la Grecia.

Se le milizie di Haftar non si accontenteranno della vittoria e rifiuteranno la tregua offerta dall’Egitto (e Mosca) dall’8 giugno, allora l’Egitto certamente avrà qualcosa da opporre. Il potenziale militare del Cairo negli ultimi dieci anni è aumentato molte volte, gli egiziani hanno una delle flotte navali più avanzate al mondo e la sua Air Force non le è inferiore. La Turchia non si divertirà se vuole provocare l’Egitto.

La situazione in Libia dovrebbe essere affrontata a livello globale, la comunità mondiale deve prendere posizione sulla situazione e far sedere ad un tavolo i vari attori, limitando le ingerenze straniere.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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