Se Salvini decide di giocare secondo le regole europee, che non controlla, perderà.

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Questo 19 ottobre il centro destra ha organizzato una imponente manifestazione a piazza San Giovanni a Roma a cui hanno partecipato 200.000 persone: questo ha una sua consistenza e fa pensare. Ma ugualmente – allo stato attuale – le elezioni nazionali rimangono più che ipotetiche. Se fossero indette il centrodestra potrebbe vincere ma questo non avverrà in tempi brevi perché è un rischio che il L’UE non può permettersi. Abbiamo visto che per governare, non solo si deve essere fisicamente e legalmente al potere, ma si deve anche avere la possibilità di esercitarlo ed ecco qui che interviene il gioco europeo.

Dopo l’uscita a sorpresa di Salvini quest’estate, l’Italia senza ricorrere al voto popolare, ha seguito le direttive europee e ha istituito un altro governo sotto la direzione – formale – di Conte (per fingere di salvare le apparenze), si tratta di un governo totalmente pro-europeo. Riprova di ciò è chela stampa francese pro-UE ha scritto: finalmente tutto è tornato in ordine .

Inoltre, immediatamente e in modo molto eloquente, i confini si sono aperti ai migranti: la fedeltà all’Europa è stata ripristinata e l’Italia è tornata al suo posto. Ogni membro di questo governo è finalmente con il cuore: mentre gli altri non avevano umanità ora c’è finalmente un governo che ha cuore. Quindi i migranti sono nostri amici, anche noi dobbiamo amarli .

Teoricamente e ipoteticamente, le elezioni devono aver luogo. Ma perché affrettarsi? I tecnocrati europei pretendono di sapere meglio dei popoli cosa è buono per loro. A livello locale, ovviamente, le elezioni sono persino necessarie – e Salvini potrebbe essere eletto a Roma, ma nelle elezioni nazionali … è molto pericoloso, perché la volontà del popolo italiano (come del resto quella di altri paesi europei) non soddisfa i bisogni dell’UE.

E Salvini è ormai considerato come il leader della destra, e in quando tale può vincere le elezioni nazionali, perché la coalizione di destra supera il 50% delle intenzioni di voto.

Ciò che lo rende maledetto agli occhi di tutti i ‘progressisti’, che monopolizzano il dibattito pubblico nei media. Ma Salvini sembra non curarsene e rivendica il diritto dei paesi di governarsi, e di fronte alla folla che applaudiva a piazza San Giovanni ha detto:

“Voglio vivere in un paese libero, dove possiamo governare senza aspettare una telefonata dalla Merkel o da Macron”

Tuttavia, la posizione di Salvini non è chiara nei confronti dell’UE e dell’euro. Forse perché teme il tornado che puntualmente si scatena contro i brexiters. Perciò cerca di essere rassicurante nei confronti di Bruxelles: non perché l’euro sia attraente, ma a causa della virulenza delle reazioni politiche contro coloro che osano, come in Gran Bretagna, mettere in discussione il dogma secondo cui al di fuori dell’euro e dell’UE, non c’è speranza.

Ed infatti, secondo Reuters , Salvini non avrebbe più dubbi sull’adesione dell’Italia all’UE:

“Lo dirò e spero che questo problema sia di nuovo. La Lega non sta pensando all’uscita dell’Italia dall’euro o dall’Unione europea “, ha detto Salvini al quotidiano Il Foglio.

In tal caso, commette un errore strategico fondamentale: è impossibile riformare la politica a favore dei migranti e contro gli stati nazionali perseguita dall’UE. Questa struttura ha lo scopo proprio di per deregolamentare e indebolire lo stato, al fine di trasferire i meccanismi del governo reale a un livello sovranazionale. Per indebolire quindi l’esistenza degli stati in quanto tali, per rendere le persone più dipendenti dai grandi centri globali (vedete cosa che sta accadendo anche in Spagna con il movimento perfettamente organizzato in Catalogna?).

Se Salvini decide di giocare secondo le regole europee, che non controlla, perderà. Perché l’obiettivo non è semplicemente quello di essere al potere, ma di avere poi i mezzi per mettere in atto una politica precisa. E l’Europea non giocherà secondo le regole democratiche.

Karine Bechet

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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