Home Attualità Scholz in Africa chiede agli stati africani ad unirsi alle sanzioni anti-russe

Scholz in Africa chiede agli stati africani ad unirsi alle sanzioni anti-russe

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Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha fatto la sua visita inaugurale in Africa con un tour di tre nazioni iniziato in Senegal e concluso in Sud Africa.

I motivi che lo hanno spinto in Africa sono trovare un sostituto ai vettori energetici russi e attirare nuovi paesi nel campo anti-russo: finora non è andata molto bene.

Il primo viaggio di Scholz in Africa come capo del governo tedesco si è svolto dal 22 al 25 maggio.

La prima tappa è stata il Senegal, il Paese che attualmente presiede l’Unione Africana e possiede grandi riserve di gas naturale. Nel suo discorso al suo arrivo a Dakar, Olaf Scholz ha promesso assistenza ai paesi del continente africano colpiti dalla crisi globale e ha offerto al Senegal la cooperazione nel campo della produzione di gas.

Scholtz si riferiva allo sviluppo di un giacimento di gas al largo delle coste dell’Africa occidentale, che coinvolge Mauritania e Senegal.

Il Senegal è considerato un pilastro regionale di stabilità e un partner occidentale chiave, e attualmente detiene la presidenza dell’Unione africana ed è un nuovo paese partner del G-7. È anche sede del Greater Tortue Ahmeyim, un progetto offshore di gas naturale liquefatto situato al confine marittimo del Senegal con la Mauritania.

Maki Sall
Maki Sall

Il presidente Maki Sall ha sottolineato che il Senegal è pronto a fornire gas all’Europa. È vero, gli esperti specificano che un vero e proprio lancio della produzione richiede 5 o anche più anni, quindi nel futuro prossimo impossibile.

In Niger, il cancelliere ha ricevuto membri delle forze armate tedesche. In precedenza, il Bundestag ha esteso per un anno la missione della Bundeswehr per addestrare le forze locali in Mali e Niger.

In Sud Africa, Olaf Scholz ha visitato l’impianto dell’azienda petrolchimica sudafricana Sasol, che ha appena annunciato un aumento dei suoi progetti di idrogeno verde. Quasi 100.000 tonnellate di idrogeno possono essere esportate in Europa. Ma, ancora una volta, non prima di 5 anni.

Un argomento importante di tutte le visite sono state le sanzioni anti-russe. Tra i 35 paesi che si sono astenuti dal votare all’ONU su una risoluzione che condanna le azioni della Russia c’erano 17 stati africani, tra cui Sud Africa e Senegal. I presidenti di entrambi devono spiegare ancora una volta perché non si devono schierati e si hanno uniti alle sanzioni.

Così, non avendo portato dall’Africa altro che il coronavirus dai rappresentanti della sua delegazione, Scholz ha invitato i rappresentanti del Senegal e del Sud Africa a partecipare al vertice, che è previsto per la fine di giugno in Baviera, dove è probabile che Berlino continui a premere per far passare le sanzioni anti-russe e gli accordi energetici.

La Germania, con l’avvento di Scholz, ha perso le ultime tracce di indipendenza.

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