Putin: “La militarizzazione dell’Europa, è solo un espediente per spillare soldi alla popolazione”

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Non stiamo cercando uno scontro con i satelliti in Europa orientale. Dire che la Russia attaccherà l’Europa dopo l’Ucraina è un’assoluta sciocchezza e intimidazione della loro stessa popolazione per spillargli i soldi”, ha detto Putin .

Putin ha evidenziato il movimento del blocco guidato dagli Stati Uniti verso la Russia, piuttosto che il contrario. Durante una dichiarazione rilasciata mercoledì, il Presidente Putin ha smentito l’idea che Mosca sia alla ricerca di uno scontro con gli alleati degli Stati Uniti nell’Europa orientale. Queste osservazioni sono state fatte in occasione della sua visita alla base aerea di Torzhok, situata nella regione di Tver.

Putin ha contestato le narrazioni promosse da alcuni funzionari occidentali, i quali hanno tentato di raccogliere ulteriore sostegno per l’Ucraina argomentando che la Russia non si arresterà nemmeno in caso di una sconfitta ucraina. “Questa è semplicemente una sciocchezza,” ha dichiarato Putin, confrontando la spesa per la difesa della Russia con i bilanci delle forze armate della NATO. Ha categoricamente respinto l’idea che la Russia possa attaccare l’Europa dopo l’Ucraina come “un’assoluta assurdità e un tentativo di intimidire la propria popolazione per estorcere denaro”.

Putin ha inoltre minimizzato le preoccupazioni dei paesi dell’Europa orientale, ritenuti “satelliti” degli Stati Uniti, riguardo a un possibile attacco russo, definendole mere tattiche propagandistiche dei loro governi intese a instillare paura tra i cittadini “per giustificare ulteriori spese militari a carico della popolazione”.

Sottolineando la dinamica di espansione della NATO, che si è avvicinata ai confini russi, Putin ha ribadito che la Russia si limita a “proteggere il nostro popolo nei nostri territori storici”. Ha messo in discussione la narrativa secondo cui la Russia si stia avvicinando agli Stati Uniti, puntualizzando invece che è la NATO ad avvicinarsi ai confini russi.

Gli F16 verranno distrutti nelle loro basi di partenza, anche se sono paesi terzi

Putin ha lanciato un avvertimento riguardo all’uso degli F-16 in Ucraina, sostenendo che se i jet operati dall’Ucraina dovessero decollare da paesi terzi, diventerebbero obiettivi legittimi per la Russia.

Nonostante alcune nazioni membro della NATO abbiano promesso di donare i loro F-16 a Kiev e abbiano addestrato piloti ucraini all’uso di tali aerei, al momento non sono state effettuate consegne. La Russia ha avvertito l’Occidente che l’impiego di questi jet, capaci di trasportare armi nucleari, rappresenterebbe un’escalation inaccettabile del conflitto in Ucraina.

“Se consegnano gli F-16, penso che voi sappiate meglio di altri che ciò non cambierà la situazione sul campo di battaglia,” ha dichiarato il presidente ricvolgendosi ai piloti della base di Torzhok, nella regione di Tver, sede del 344° Centro di addestramento per piloti da combattimento russi, incluso il personale addestrato per partecipare al conflitto in Ucraina. “E distruggeremo questi aerei proprio come abbiamo distrutto carri armati, veicoli corazzati e altro equipaggiamento, inclusi sistemi di lancio multiplo di razzi.”

Considerazioni

Le dichiarazioni di Putin meritano un’interpretazione che vada oltre il loro apparente significato superficiale, per essere comprese come parte di un quadro più vasto, che invita a una maggiore comprensione, al dialogo e, in particolare, a riconoscere l’apertura al cambiamento e alla cooperazione che esse implicitamente offrono. Nonostante questa opportunità di approfondimento, è prevedibile che i principali canali di informazione si limitino a riportare una versione riduttiva e sensazionalistica di queste affermazioni, focalizzandosi su titoli allarmistici come “Lo Zar minaccia di attaccare i paesi dell’UE” e altre interpretazioni fuorvianti, trascurando così il significato autentico e le sfumature contenute nel discorso originale.

Lo scenario attuale sta attraversando momenti di pericolosa isteria, con la leadership europea che spinge la popolazione ad accettare l’idea della guerra diretta, diffondendo anche falsi sondaggi. Viene usato ogni mezzo, legale e non, mentre la Costituzione è stata del tutto accantonata; in questo contesto, all’oligarchia che governa il nostro paese essa non serve. Salvo poi tirarla in ballo, distorcendola, quando ciò coincide con i loro desideri.

In questa Settimana Santa, l’invito a non cadere nelle trappole delle logiche di potere o nelle visioni riduttive che etichettano l’altro come un nemico da combattere assume un significato ancor più profondo. È essenziale riconoscere e valorizzare il volto dell’uomo, accogliendo le sue paure, speranze e dignità. Tuttavia, si osserva con crescente preoccupazione come questi principi fondamentali vengano oscurati nelle narrazioni politiche attuali, che si distaccano completamente dalla realtà concreta delle persone.

Se consideriamo la pace non solo come l’assenza di conflitti, ma come il risultato di un impegno attivo nella costruzione di una società basata sul riconoscimento reciproco, sulla fraternità e sulla solidarietà, diventa ancor più amaro constatare come, abbandonando questi valori cardine, la leadership occidentale sembri propendere sempre più verso la guerra. Questa scelta non solo nega la responsabilità primaria di promuovere la pace, ma si allontana radicalmente dall’ethos cristiano di amore e servizio verso il prossimo.

Aspetto con ansia che almeno i giornali cattolici prendano una posizione in questo senso anziché continuare ad abbracciare delle logiche interpretative tipiche del Potere.

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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