Stralcio del discorso di Robert Kennedy Jr. :
60 anni fa, mio zio John Fitzgerald Kennedy pronunciò lo storico “Discorso di pace” all’American University di Washington D.C.
Vi fornirò il contesto di quei momenti cruciali.
L’autunno precedente, JFK era nella stanza Ovale con il consulente scientifico Jerome Wisner, che conoscevo bene fin da ragazzo.
Ricordo vividamente le immagini sui giornali dei test atomici in atmosfera, con le iconiche nuvole a fungo delle bombe nucleari.
In quell’incontro, JFK chiese a Wisner: “C’è fall-out anche nella pioggia che sta cadendo ora?” Wisner rispose: “Sì, ne sono certo.”
Ted Sorensen, presente, dichiarò che non aveva mai visto JFK più turbato.
Quel momento portò alla storica decisione di vietare i test nucleari atmosferici, nonostante l’opposizione di Dipartimento di Stato e Pentagono.
JFK agì in segreto, usando la hotline con il presidente russo e negoziando tramite la CIA, all’insaputa del Dipartimento di Stato.
Quando l’accordo fu annunciato, scoppiò una rivolta aperta da parte di Pentagono e Dipartimento di Stato, che tentarono di bloccarlo coinvolgendo il Congresso.
Ma John Kennedy era determinato: girò il Paese per cambiare l’opinione pubblica.
Andò ovunque, anche dove non aveva sostegno, come al tabernacolo mormone di Salt Lake City. Il risultato fu straordinario: il popolo americano gli diede ragione.
Perché l’apparato militare voleva la guerra, ma il popolo no.
La visione straordinaria di JFK
Con questo discorso, JFK fece qualcosa di straordinario: invitò il popolo americano a mettersi nei panni dei russi, andando contro la narrativa dominante.
“Dobbiamo vedere il mondo dal loro punto di vista. Solo così possiamo costruire la pace.”
In quegli anni, l’America si considerava la vincitrice della Seconda Guerra Mondiale. Ma JFK sfidò quella retorica patriottica:
“In realtà furono i russi a indebolire Hitler, rendendo possibile la nostra vittoria.”
Riconobbe la sofferenza russa:
“Un russo su sette fu ucciso. Immaginate le nostre città distrutte, da New York a Chicago: questo è ciò che hanno vissuto.”
Con questa empatia, JFK ribaltò l’opinione pubblica, portando alla rapida ratifica del trattato nucleare.
Oggi: Un bivio simile Come allora, le tensioni tra potenze nucleari sono altissime. Abbiamo l’opportunità di scegliere una strada diversa: il cammino della pace.
L’impegno per la pace di JFK culminò nel trattato sul bando dei test nucleari (agosto 1963). Ma il suo assassinio interruppe quel percorso, spingendo l’America in decenni di guerre infinite.
Gli Stati Uniti da nazione pacifica a impero militare:
“L’America all’estero non va alla ricerca di mostri da distruggere.” – John Quincy Adams
Oggi siamo di fronte a una nuova guerra: l’Ucraina.
Kennedy Jr. denuncia:
“Io aborro l’invasione russa. Ma dobbiamo ammettere il nostro ruolo: provocazioni deliberate.”
- La NATO ai confini russi, violando promesse fatte negli anni ’90.
- Basi militari e missili attorno alla Russia.
- Obiettivi espliciti di regime change a Mosca.
Nonostante la promessa solenne di non spostare la NATO ‘di un pollice’ verso est, oggi la Russia è circondata da basi militari e 14 nuovi membri NATO.
Kennedy Jr. ci avverte: “È tempo di fermare questa deriva. Abbiamo già pagato il prezzo della guerra infinita.”
Il confronto finale e l’appello alla coscienza
[La NATO] non è avanzata di un pollice, ma di 1000 miglia, includendo 14 nazioni. Abbiamo circondato la Russia con basi e missili, un’azione che mai avremmo tollerato a parti invertite.
Obiettivi dichiarati in Ucraina:
- Cambio di regime in Russia, rovesciamento di Putin (dichiarato apertamente da Biden).
- Sfiancamento dell’esercito russo e smembramento della Federazione Russa.
- L’Ucraina, ridotta a pedina in una guerra per procura USA-Russia.
Questa guerra, giustificata come missione umanitaria, si è rivelata parte di un’agenda geopolitica ben più ampia.

L’illusione del dominio nucleare: I guerrafondai, come giocatori di videogiochi, fantasticano su guerre nucleari ‘vincibili’, una pericolosa illusione che il segretario alla Difesa di JFK, Robert McNamara, definiva “psicosi di massa”.
JFK ammoniva:
“Tutto ciò per cui abbiamo lavorato, verrebbe distrutto nelle prime 24 ore.” “Le potenze nucleari devono evitare scontri che costringano l’avversario tra umiliazione e guerra.”
Eppure, negli ultimi 20 anni, la leadership statunitense ha adottato l’opposto, esportando lo scontro fino alla Cina, usando Taiwan come nuova pedina geopolitica, replicando i giochi visti in Iraq, Siria, e Ucraina.
L’appello di Kennedy Jr.: “JFK sapeva che la pace nasce dentro di noi. Disse: ‘Dobbiamo guardare al nostro comportamento, come individui e come nazione.’”
Siamo caduti vittime di una politica estera basata su nemici e minacce, avvelenati da narrazioni semplicistiche che cancellano la complessità e giustificano la violenza.
Abbiamo reso ogni crisi una guerra:
- Guerra alla droga, al terrore, al clima, al cancro.
Questo riflesso ci ha portato a guerre senza fine: colpi di stato, droni, regimi fantoccio. E nulla di ciò ci ha reso più sicuri o rialzato la nostra autorità morale.
La domanda cruciale:
“È questo ciò che siamo? È questo ciò che vogliamo essere?”
JFK ci ammoniva:
“Quando dipingiamo gli altri come nemici, questi finiscono per diventarlo. È una profezia che si autorealizza.”
Assegnando ruoli da nemico, alimentiamo il potere dei falchi in Russia, Cina, Iran, Cuba, perpetuando il ciclo di sospetti e rappresaglie.
E oggi, l’America è sopraffatta dalla violenza, ma non per un’invasione esterna. È arrivata da noi, da dentro di noi.
Robert Kennedy Jr.
17 Febbraio 2025