Amato: ce l’avevano detto che non poteva funzionare…
1. In questo preciso momento, in cui eloquenti, plurimi e convergenti fatti istituzionali di origine €uropea, portano al redde rationem e allo stritolamento di ogni residua parvenza di interesse del popolo italiano all’interno di un’azione desovranizzante di cui, per di più, s’è costantemente vantata una parte consistente della nostra classe politica di governo, risulta molto utile sgombrare il campo (per l’ennesima volta) dall’equivoco che “un’altra europa” sia possibile.
O anche solo negoziabile.
2. E questo, ben al di là della realistica ricognizione dei rapporti di forza che caratterizzano il diritto dei trattati, anch’essa del tutto assente, per il semplice fatto, che la ri-negoziazione di complessi trattati economici presuppone due elementi logico-giuridici che appaiono del tutto mancanti all’interno della nostra intera classe dirigente: a) la riaffermazione della sovranità nazionale; b) la conoscenza del reale contenuto normativo e la comprensione degli effetti dei trattati.
Vediamo più in dettaglio, (con l’ausilio di immagini da cui si può oggettivamente desumerne l’assenza), questi due presupposti.
E, secondo la più elementare base di ogni negoziazione, non si possono “dedurre”, in alcun tipo di accordo, interessi di cui si è già dichiarata UNILATERALMENTE la non piena titolarità o l’avvenuta cessione irreversibile. Si è, in tal caso, secondo ogni principio generale di diritto condiviso dalle “Nazioni Civili”, privi di legittimazione a negoziare;
3.b) Anche superando, in qualche modo, questo colossale problema di preventivo ed autodichiarato difetto di legittimazione a negoziare (ormai divenuto vincolante, per prassi applicativa, nei rapporti con gli altri Stati e con le istituzioni UE, per facta concludentia pluridecennale; cfr. art.31, par.3, Convenzione di Vienna), bisognerebbe, poi, aver chiaro il contenuto dei trattati.
E questo anche nell’ipotesi in cui il governante di “media” cultura decidesse di leggerseli e, successivamente, anche di comprenderli, superando il fatto, non trascurabile, che gli stessi sono stati appositamente scritti in modo da essere illeggibili (Amato dixit).
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