Riforma dei servizi sanitari di prossimità, medico di famiglia

Ed ecco la riforma dei medici di famiglia…ci mancava?  A quale esigenza risponde? Al benessere dei cittadini? Abbiamo già avuto modo di vedere queste amorevoli cure a cosa corrispondono.

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Durante il COVID, lo Stato ha già dimostrato chiaramente cosa intenda per “comunità”: una gestione autoritaria sotto forma di dittatura sanitaria. In quel periodo, molti medici di famiglia hanno salvato vite intervenendo tempestivamente nelle fasi iniziali della malattia.

Immaginate cosa sarebbe successo con l’accentramento.

Ora, con un controllo sempre più stringente, imposto attraverso corsi di formazione obbligatori e altri strumenti di indirizzamento ideologico che nascono dalle attività di lobby a livello UE alla ricerca perenne di controllo e profitto, rischiano di non avere più la libertà di agire secondo scienza e coscienza.

Se l’obiettivo fosse davvero migliorare la sanità, si sarebbero dovuti destinare più fondi alle famiglie, ai lavoratori aumentando la discrezionalità di scelta e potenziando i servizi sanitari.

Invece, la direzione intrapresa è quella dell’accentramento, con il chiaro intento di ottimizzare il sistema sanitario non per il bene dei cittadini, ma per perseguire obiettivi di natura politica e tecnocratica, che come sempre finiscono per essere disumanizzanti.

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