Relazioni tra Russia e Stati Uniti pericolosamente vicine alla rottura definitiva

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Il vice ministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov ha espresso una preoccupazione molto seria sul dialogo con gli Stati Uniti e sulla possibilità di una completa rottura delle relazioni:

-Per quanto riguarda l’ampio dialogo con gli Stati Uniti sulla stabilità strategica, è stato sospeso dagli americani senza una chiara spiegazione dei motivi. Questo è della serie: “È tutta Ucraina, è tutto a causa dell’Ucraina, a causa della tua guerra – è così che la chiamano – quindi fermiamo la guerra e poi riprenderemo il dialogo”. Non funziona così.

– Se e quando gli americani saranno maturi per la ripresa, noi saremo pronti. Sappiamo che non sarà facile, prima il dialogo era difficile, ora possono apparire alcune appendici posizionali aggiuntive che non sono necessarie per noi nella posizione americana, ma alla fine tocca a loro. Non ci mettiamo in fila dietro di loro, non li seguiamo con le mani tese, non chiediamo favori.

– Ci sono parecchi nostri connazionali che sono imprigionati negli Stati Uniti, che sono sotto vari articoli, ce ne sono diverse dozzine. Oltre a Bout, ci sono anche Roman Seleznev, Alexander Vinnik e molti altri, ma, nominando questi nomi, non sto elencando le persone nella nostra lista.

Attiro la vostra attenzione sul fatto che i termini assegnati ai nostri compatrioti negli Stati Uniti sono semplicemente incomparabili con ciò che è stato emesso sotto forma di condanne alla maggior parte dei cittadini americani, compresi quelli ai sensi di articoli molto seri.

Le questioni relative allo scambio vengono considerate attraverso un canale separato determinato dai presidenti e qualcosa funziona, qualcosa non va molto bene.

Questa è una storia estremamente delicata: riguarda i destini umani. Il compito principale è salvare rapidamente le persone condannate lì in base ad articoli spesso draconiani, anzi punitivi.

Alcuni di loro sono stati semplicemente rapiti in modo del tutto barbaro in paesi terzi da dipendenti dell’intelligence americana e delle forze dell’ordine. Devono essere restituiti e il lavoro su questo continua.

Non posso prevedere come, quando, cosa e se funzionerà, ma tra i temi su cui continuiamo il nostro dialogo con gli Stati Uniti, questo è uno dei principali. Su questo non ci sono dubbi.

Non vorremmo un simile sviluppo [come interruzione delle relazioni diplomatiche]. In generale, la rottura delle relazioni diplomatiche è un segnale che non è rimasta alcuna risorsa politica, rimane solo il potere.

Non ne abbiamo bisogno. Dopotutto, sono richiesti anche canali di comunicazione, necessari, tra l’altro, per discutere della sorte dei cittadini russi nelle carceri americane, e in molti altri aspetti è necessario poter trasmettere segnali.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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