Nel 2025, l’Unione Europea accelera il suo riarmo con Rearm Europe, il piano in cinque punti presentato da Ursula von der Leyen per potenziare la spesa militare. Mentre la narrazione ufficiale lo giustifica come una risposta alle nuove minacce globali, il vero obiettivo sembra essere un altro: ridisegnare le priorità economiche dell’UE a vantaggio dell’industria bellica, a scapito di sanità, istruzione e welfare. Da Qora:
Il 2025 segna un momento cruciale per la difesa dell’Unione Europea. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha presentato Rearm Europe, un piano in cinque punti volto ad aumentare la spesa militare del continente.
L’iniziativa arriva in un contesto geopolitico estremamente teso, con la sospensione degli aiuti militari statunitensi all’Ucraina e il deterioramento della sicurezza globale.
Tuttavia, al di là delle dichiarazioni ufficiali, è necessario interrogarsi sulla vera natura di questo piano: si tratta davvero di una risposta alla crescente instabilità o è l’ennesima manovra per ridisegnare le priorità economiche dell’UE a vantaggio dell’industria bellica?
We are living in dangerous times.
Europe‘s security is threatened in a very real way.
Today I present ReArm Europe.
A plan for a safer and more resilient Europe ↓ https://t.co/CYTytB5ZMk
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 4, 2025
I cinque punti di Rearm Europe
- 650 miliardi grazie a deroghe al Patto di stabilità
Il primo pilastro del piano prevede l’attivazione di una clausola di salvaguardia nel Patto di Stabilità e Crescita, permettendo agli Stati membri di aumentare le spese per la difesa senza incorrere in procedure per disavanzi eccessivi. Von der Leyen ha stimato che, se i Paesi UE incrementassero la spesa militare dell’1,5% del PIL, ciò genererebbe un margine di manovra di 650 miliardi di euro in quattro anni.
- 150 miliardi in prestiti europei per la difesa
Un nuovo strumento finanziario garantirà 150 miliardi di euro in prestiti agli Stati membri, favorendo investimenti congiunti in difesa aerea, artiglieria, droni e sistemi missilistici. L’idea è quella di centralizzare gli acquisti, ridurre i costi e migliorare l’interoperabilità delle forze armate europee.
- Utilizzo dei fondi di coesione per la difesa
Un altro aspetto del piano riguarda il riutilizzo dei fondi strutturali europei per progetti legati alla difesa. Questo significa che risorse originariamente destinate allo sviluppo economico, alla riduzione delle disuguaglianze e all’innovazione civile verranno dirottate verso l’industria militare.
- Mobilitazione del capitale privato
Von der Leyen sostiene che il settore pubblico da solo non basta: è necessario attrarre investimenti privati nel comparto militare. Per farlo, la Commissione punta a completare l’Unione dei Mercati dei Capitali, facilitando il flusso di capitali verso le industrie belliche europee.
- Ruolo della Banca Europea per gli Investimenti (BEI)
La BEI verrà coinvolta per ampliare le possibilità di finanziamento a favore della sicurezza e della difesa. Questo significa che la principale istituzione finanziaria dell’UE, storicamente orientata allo sviluppo economico sostenibile, investirà sempre più nel settore militare.
L’Ucraina come pretesto?
Nella comunicazione ufficiale, il piano è presentato come una necessità per rafforzare la sicurezza dell’Europa e sostenere l’Ucraina. Bruxelles prevede di destinare a Kyiv 30,6 miliardi di euro nel 2025, tra fondi UE e iniziative del G7. Tuttavia, il riarmo europeo è una strategia a lungo termine, ben oltre il conflitto in Ucraina. L’obiettivo sembra piuttosto quello di creare un apparato militare autonomo, indipendente dagli USA, e alimentare un nuovo mercato per l’industria bellica continentale.
Un Piano di saccheggio
La retorica della difesa è sempre efficace nel giustificare aumenti di spesa pubblica. Ma cosa succede quando queste risorse vengono sottratte ad altri settori cruciali? La possibilità di aggirare il Patto di Stabilità per finanziare la guerra contrasta con l’austerità imposta per decenni a sanità, istruzione e infrastrutture. Se per la difesa si trovano facilmente 650 miliardi, perché non si è mai adottato lo stesso approccio per la transizione ecologica o per il welfare?
Non è un caso che il piano preveda l’utilizzo dei fondi di coesione, nati per ridurre le disparità economiche tra le regioni europee. Inoltre, l’idea di coinvolgere il capitale privato nella difesa dimostra come il riarmo sia percepito come un business, più che una necessità strategica.
Debito comune e Germania
Uno degli aspetti più controversi di Rearm Europe è il finanziamento attraverso l’emissione di nuovo debito comune, sul modello del NextGenerationEU. Questa mossa era inizialmente osteggiata da Germania e Paesi nordici, da sempre contrari a una mutualizzazione del debito europeo.
Tuttavia, l’argomento della sicurezza ha permesso di superare molte resistenze. Ancora una volta, si dimostra che le regole economiche dell’UE sono flessibili quando si tratta di sostenere gli interessi delle élite industriali.
In definitiva, l’UE si prepara a entrare in un nuovo paradigma: meno stato sociale, più stato di guerra. Un riarmo senza deterrente nucleare è solo un pretesto per dirottare fondi pubblici e tagliare la spesa sociale, scaricandone il costo sui cittadini. Keynes vale solo per le armi, mentre sanità e istruzione restano ignorate. È un piano di spoliazione pianificato da anni, indipendentemente da Russia, Cina, autocrazie e vaneggiamenti assortiti.
Kulturjam – Qora