Quando la finanza si sgancia dalla realtà e la crisi industriale si maschera da emergenza bellica: il riarmo europeo alla luce del sistema finanziario “dal nulla”:
l dibattito sulla natura dei mercati finanziari contemporanei è più che mai attuale, soprattutto in un’epoca in cui l’economia occidentale sembra reggersi su fondamenta sempre più fragili e instabili. In questo contesto, il piano europeo per il riarmo – REARM EUROPE – viene presentato dalle istituzioni come una risposta strategica alla crescente “minaccia della Russia”.
“La minaccia di un nemico esterno è spesso impiegata per giustificare politiche economiche che favoriscono le élite e distolgono l’attenzione dalle crisi interne.”
— Parafrasi da Noam Chomsky, Egemonia o sopravvivenza, 2003
Ma la Russia, verosimilmente, non ne è neppure al corrente: tanto si distacca dalla realtà questa rappresentazione. Se davvero si trattasse di una risposta sincera a una percepita instabilità globale, non si spiegherebbe l’intensità ossessiva della russofobia, manifestata in ogni occasione, anche fuori contesto. Questo squilibrio comunicativo e politico svela dinamiche ben più profonde, che risiedono soprattutto nella crisi della leadership europea.
REARM EUROPE, a ben vedere, appare piuttosto come una risposta disperata a una crisi sistemica più ampia: quella di un sistema finanziario sempre più scollegato dalla realtà economica, basato su titoli e valore “dal nulla”, e di una struttura europea fragile, minata sin dalla sua fondazione da un modello tecnocratico e finanziarizzato, privo di autentica coesione sociale e culturale.
Finanza fittizia: l’illusione che ha drogato l’economia
Negli ultimi decenni, la crescita dei mercati finanziari è avvenuta parallelamente al loro distacco dall’economia reale. Strumenti derivati, cartolarizzazioni, leve speculative e pacchetti di debito si sono moltiplicati in modo incontrollato, producendo una finanza che non rappresenta più l’economia, ma la sua caricatura autoreferenziale.
“La finanziarizzazione dell’economia ha concentrato ricchezza e potere, trascurando l’economia reale e generando disuguaglianze e instabilità.”
— Parafrasi da Joseph Stiglitz, Il prezzo della disuguaglianza, 2012
Questo sistema ha generato:
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Valore fittizio: una montagna di denaro creato senza controparte reale, alimentato da dinamiche speculative più che da produzione o innovazione.
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Bolle speculative: meccanismi che creano ricchezza illusoria, destinata a sgonfiarsi violentemente.
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Opacità strutturale: strumenti finanziari spesso incomprensibili anche agli addetti ai lavori, che nascondono rischi sistemici.
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Incentivi perversi: il guadagno non dipende dal costruire, ma dal scommettere sul collasso o sulla manipolazione.
Il risultato è un sistema dopato, che richiede costante immissione di liquidità e nuove narrazioni per legittimare la propria esistenza.
Il riarmo come ancora di salvezza: la logica dietro REARM EUROPE
In questo scenario distorto, la guerra – o la sua minaccia – diventa un’occasione economica. Il piano REARM EUROPE non è solo una strategia di difesa: è, molto probabilmente, una manovra economica mascherata, funzionale a tenere in piedi industrie strategiche e a giustificare nuova spesa pubblica.
1. Rinforzare un’industria in affanno
Il settore bellico europeo è da tempo in crisi strutturale. Il piano REARM arriva come una iniezione di ordini e fondi che rilancia:
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La produzione industriale di armi e tecnologia.
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L’occupazione nei settori correlati.
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Le catene del valore interne all’UE, spesso trascurate.
Un “New Deal militare” utile più a salvare aziende che a difendere i cittadini.
2. Politica espansiva camuffata da emergenza
Con la politica monetaria ormai inefficace e i bilanci vincolati dalle regole europee, la guerra è l’unico ambito in cui la spesa pubblica è ancora ammessa e perfino incoraggiata. È il ritorno di un keynesismo selettivo, in cui l’economia si rilancia solo se serve a rafforzare l’apparato militare.
3. Debito buono… se armato
Mentre il debito pubblico “per il welfare” è demonizzato, quello per il riarmo viene promosso come necessario e virtuoso. È una nuova narrazione per i mercati finanziari, in cui il debito sovrano torna ad essere appetibile perché legato a una presunta difesa dell’Occidente, e quindi politicamente inattaccabile.
A chi serve tutto questo?
Chi trae vantaggio da questo meccanismo?
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Industrie militari: nuove commesse, aumento dei profitti, stabilità politica.
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Sistema finanziario: nuovi strumenti di debito, ritorno di fiducia artificiale, possibilità di speculazione su titoli “di guerra”.
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Burocrazie europee: che guadagnano potere e legittimazione grazie alla “minaccia esterna”.
E chi paga?
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I cittadini europei, che vedono distolte risorse fondamentali dalla sanità, dall’istruzione, dalla transizione energetica.
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La coesione sociale, sacrificata in nome di una sicurezza tutta da dimostrare.
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La pace, trasformata in un lusso ideologico anziché in un obiettivo politico.
Una trappola europea
Il piano REARM EUROPE rivela l’impotenza dell’Unione Europea di fronte alle proprie contraddizioni. Incapace di riformarsi sul piano economico e sociale, l’UE cerca ora nella minaccia militare una via d’uscita.
Ma costruire un’economia su basi militari e finanziarie slegate dalla realtà produttiva non porta alla stabilità, bensì al collasso. La corsa al riarmo non è un segno di forza, ma l’ammissione implicita di una fragilità sistemica profonda.
In questo senso, REARM EUROPE non è una soluzione: è la prova che il sistema non sa più come salvarsi, se non alimentando la propria stessa instabilità.