Quello che mi spaventa della crisi libica è la mancanza di giudizio, eppure: "Siamo qui con la consapevolezza di una chiamata comune a vivere insieme in pace, quale profonda aspirazione che risuona incessantemente nei nostri cuori"

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guerra civile o guerra su commissione?

Quello che mi spaventa della crisi libica è la mancanza di giudizio. Il giudizio espresso anche da parte dei più ben disposti e non schierati aprioristicamente va dove deve andare.

Mi spiego: abbiamo visto un uomo  trasformato improvvisamente nel male assoluto, tale da giudicare “legittimo” ucciderlo,  infine abbiamo visto  lo stesso uomo in fuga e catturato dopo aver cercato di ucciderlo con le bombe,  quindi è stato umiliato, seviziato, devastato,  uomini si sono compiaciuti di vederlo agonizzante per vederlo soffrire, per puro odio,  infine giustiziato, e poi esposto in pubblico come un trofeo: questo fa smuovere anche le menti più ingessate.

E così avviene, e immediatamente però seguono i “distinguo”, si dice che le guerre sono tutte brutte, che nelle guerre non ci sono regole, e che poi in fondo “si sa cosa accade purtroppo nelle guerre civili”, si considera puntuale “ce lo ricordiamo Mussolini a piazzale Loreto”, etc..  Il paragone è però demenziale, sono situazioni del tutto differenti, sono situazioni che dividono, Avviene proprio ciò che i manipolatori del pensiero, i manovratori del potere, vogliono sentir dire.  Infatti quelli che hanno preparato questa guerra (un cosa così si pianifica non si fa da un giorno all’altro)  non vogliono certo negare che l’uccisione di Gheddafi sia stata atroce, no altrimenti tutti si ribellerebbero, no invece dicono: “apriremo un’indagine..”. Non c’è ipocrisia più grande per innumerevoli  ragioni, eccone alcune:


Non si è trattato di guerra civile

la guerra in Libia non è stata una guerra civile, migliaia sono stati i contractors e gli infiltrati dall’estero, gente specializzata per dar man forte ai cosiddetti “ribelli” una minoranza che non esprime la maggioranza del paese. La guerra civile è iniziata quando la Nato ha messo in atto il proprio intervento e quando parte della popolazione si è schierata con Gheddafi.

Se questo è avvenuto, se cioè anche i “civili” hanno preso differenti posizioni, è perché la comunità internazionale rappresentata dalla coalizione di “volenterosi” (così si è autodefinita) si è schierata con una parte mettendo in atto una guerra senza quartiere per il totale annientamento di una parte rappresentativa della società civile. Strana guerra civile, veramente singolar con satelliti spia e risorse incalcolabili tutte schierate solo da una parte.

Lo stato della Libia: agglomerato di realtà tribali diverse tra loro: facile scatenare una rivolta

la rivolta era iniziata per l’emancipazione di una singole porzioni di territorio dello stato libico, all’inizio gli “insorti” erano ben pochi, quello che che è avvenuto, è stata l’esplosione di una rivolta armata, profittando del clima nato a seguito delle “primavere arabe” negli stati limitrofi e del clima di forte compiacimento occidentale, e non ultimo appoggi, incoraggiamenti e connivenze dirette. La rivolta è avvenuta in Cirenaica ed era avvenuto altre decine di volte nel corso degli anni in una società con forte connotazione tribale, le cui componenti erano  state sempre perennemente in conflitto tra loro.

Non è avvenuta una sollevazione popolare ma un colpo di stato

Ancora oggi, la convinzione corrente della gente (ma quel che è peggio anche di chi decide il destino di intere nazioni) è che “ucciso Gheddafi il problema è risolto”: in realtà ci sono milioni di Gheddafi che sono i suoi sostenitori, e non sono mostri come si vuol far credere, settari, una immensa associazione a delinquere, di questi non se ne tiene minimamente conto, e si sta tentando (con successo) la totale eliminazione fisica e/o politica, prima “delle libere elezioni” (ma già prima delle elezioni si è scelto la shaaria?).
Occultamento della natura della “rivolta libica

Si è nascosto questo verità per mesi indirizzando le telecamere unicamente verso i liberatori, romanzandone le gesta e le motivazioni, nascondendo ciò che sarebbe stato non gradito o non producente per la realizzazione della causa.

Che tipo di richieste fossero state avanzate ancor non è dato di capire , prevale nell’opinione pubblica occidentale che fosse anche lì iniziata una primavera araba, un anelito di libertà che deborda e valica i confini, ma in realtà ciò che ha valicato i confini da ogni direzione è stato qualcosa di totalmente diverso e pianificato da tempo che ha preso spunto della situazione per entrare in azione.

Violazione dei diritti umani e tirannide

Da parte occidentale non si era mai portato a tema  violazioni dei diritti umani o gravi mancanze delle libertà fondamentali in LIBIA, infatti in questo senso altri stati dell’area suscitavano una attenzione ben maggiore. Infatti la Libia era uno degli stati a maggioranza mussulmana, uno degli stati più laici, quindi una società con meno legacci a divenire più aperta e democratica. L’ostilità verso l’imperialismo e verso l’Italia (nata per motivi storici) era da sempre era usata allo scopo di coalizzare la multiforme società.

Paese ricco e con con ricchezza distribuita tra la popolazione

A differenza degli altri paesi delle rivoluzioni arabe, sospinte dal malcontento popolare per le infime condizioni economiche in cui versavano larghe fette di poplazione, la Libia si discosta da quegli scenari , era al 2° posto in ordine di graduatoria per reddito pro capite, ai disoccupati 750 euro mensili, benzina a 0,14 centesimi, istruzione e cure sanitarie gratuite e incentivi in ogni campo. Negli ultimi anni l’ostilità verso l’occidente era cessata. Nazionalizzato quasi tutto, il denaro restava nel paese e nelle tasche della gente.

Crisi è avvenuta in un paese ricco nel periodo di maggior apertura e credito verso occidente

Così il leader libico, dopo la fine delle sanzioni e il taglio definitivo con il passato di appoggio al terrorismo, in Europa, intrecciava relazioni e affari, stringeva mani, e otteneva abbracci, apparentemente ben accetto l’Europa .  I leader europei pur sopportando le sue manie di grandezza, soprassedevano per i più concreti vantaggi che potevano derivare dal buon rapporto. Mai in queste occasioni si era fatto pressioni affinche mettesse in atto riforme per aumentare il pluralismo politico e comunque le  libertà democratiche nel suo paese , una società comunque totalmente diversa dalla nostra.

La Libia era stata nominata alla presidenza della commissione ONU per la difesa dei diritti umani

a conforto di ciò quanto sopra detto,  l’ONU aveva nominato la Libia alla presidenza della commissione per la difesa dei diritti umani, decisione opinabile certamente, ma rende il tenore , la Libia non era oggetto di “attenzione”. Pur non essendo una società  certo non esemplare come struttura politica e libertà politiche assicurate alla popolazione, però certamente era al pari di altri stati amici dell’occidente, stava dando segnali positivi, stava facendo il proprio percorso di maturazione e di scelta storica, che avrebbe certamente continuato. Non è certo più “democratico” scatenare guerre per accelerare simili meccanismi che si possono anche aiutare a crescere diversamente, con l’integrazione e i rapporti di reciproca fiducia.

Il pilastro della pace è il rispetto delle sovranità nazionali degli stati

Rispetto della sovranità nazionale: nossignore, non si può intervenire dichiarando una guerra (non detta) ad uno stato se cerca di reprimere una sollevazione in armi, ma così è stato.

Guerra mediatica e azioni settarie sotto copertura

l’entità e la gravità della situazione , i rischi reali di pericolo per la popolazione civile sappiamo ora tutti che è stata enormemente ingrandita: non esistevano le fosse comuni scientemente fatteci vedere , non esistevano i bombardamenti sui civili ne i 10.000 morti . Questi pretesti hanno fatto scattare la falsa  indignazione dei potenti (certamente in possesso delle vere informazioni) per mettere in atto una azione già da tempo decisa e pianificata scrupolosamente. Se qualcuno avesse attaccato in armi il Quirinale o una caserma anche in un paese democratico come l’Italia ci sarebbe stata una reazione dello stato energica figurarsi in un qualsiasi paese in quelle latitudini.

Moltiplicazioni degli interventi umanitari e azioni di intelligence illegali sotto copertura dopo l’11 settembre per la guerra al “terrore”

In altri momenti storici le cose sarebbero andate diversamente, in realtà quello che è stato deciso è un cambio di governo e lo si è fatto nella maniera più spregiudicata e ormai più usuale:la lotta al terrorismo e alle dittature, quel che è peggio e inaspettato è però che nel nostro paese tutte le forze politiche non hanno avuto dubbi a fare guerra perché “tutti partivano”, cosa che invece ha fatto la Germania. La facilità della partecipazione a questi interventi sono prese per lealtà alle colaizioni e per pesare sul piano internazionali con spregio della sovranità nazionale, sempre più ridotta specialmente di fronte al potere economico, che mano a mano sta diventando potere politico.

Effetti del conflitto durato mesi, nel poligono Libia

l’attacco aereo della NATO ha distrutto le principali infrastrutture e la sua organizzazione interna che reggeva la vita del paese, rendendolo dipendente dagli aiuti esterni,regredito il paese di decine di anni, doveva assicurare una no fly zone e difendere i civili invece sono state bombardate una grande quantità di infrastrutture nevralgiche del paese, sono stati assassinate nelle loro case uomini politici , “terminati”posti di blocco, caserme di polizia , scuole, zone residenziali, l’acquedotto nazionale ed anche fatto gravissimo proprio in considerazione di quella libertà di pensiero che si vuole difendere, la TV pubblica, che pur se con angolazioni vicino al potere riportavano alla popolazione quello che stava succedendo.

Isolamento della Libia durante le operazioni come neanche nella guerra del Vietnam

si è registrato una assoluta assenza di informazioni della condotta delle operazioni belliche e della condizione delle popolazioni civile dovuto al totale oscuramento delle comunicazioni e del forte condizionamento e probabili pressioni sui giornalisti di fare una informazione libera.

Eloquente è il ripetuto bombardamento della televisione libica e l’eliminazione fisica o l’oscuramento di ogni voce dissidente, marchiata ogni qual volta di connivenza con “il male”.

Utilizzo di tattiche di guerra “sporca”

tutte le tattiche utilizzate dalla Nato sono tattiche concepite in periodo di guerra e le operazioni segrete sono state evidentemente numerose, dalla nave militare italiana che all’inizio del conflitto ha portato armi a Bengasi dicendo che portava aiuti alimentari alle centinaia di uomini delle truppe speciali di vari paesi presenti dappertutto travestite da insorti (in questi casi il codice militare ne prevede ” legittima”   l’eliminazione sul campo) . Inoltre il rifornimento di armi agli insorti è stato alla luce del sole, cosa che la risoluzione Onu vietava categoricamente. Allo stesso modo l’attacco indiscriminato che abbiamo visto.

Eliminazione di Gheddafi e degli uomini del vecchio governo , eliminazione di ogni voce dissidente.

Per finire, anche se la colpa si da ai ragazzacci “ma bisogna capirli”, Gheddafi e tutto il suo seguito è stato ucciso dagli aerei della Nato che hanno attaccato con l’intenzione evidente di uccidere. Quello che hanno fatto i ribelli è stato completare quello che era l’intenzione della Nato sin dall’inizio ed espresso in maniera incontrovertibile in questa occasione .

La risoluzione Onu diventata alla fine solo un ombrellino legale da mostrare ad una pubblica opinione anestetizzata da tempo.

Quali sono i presupposti che hanno scatenato l’intervento, cambiati alla fine e cammin facendo.

il più buono ed equilibrato giudizio sul web chiama “tiranno” Gheddafi , però non ho mai trovato dovizia di particolari su quest’aspetto e si sorvola comunque sul fatto che l’intervento è stato su una precisa azione del “tiranno” però non esistente . Precisamente la risoluzione Onu è stata emanata su presupposti (fatti e luoghi riferiti ad precisa epoca temporale e non allo spessore morale di un uomo)  inesistenti.

Mandato d’arresto internazionale disastroso sul piano politico emanato con inaspettato tempismo e velocità

con tentativi in corso, sotto le bombe, senza alcuna tregua inutilmente richiesta anche dall’Unione Africana, prima dell’inizio e durante la guerra , il legittimo rappresentante Gheddafi è stato condannato dal Tribunale dell’Aja vanificando ogni sforzo per una risoluzione diplomatica e pacifica della crisi.

Sbrigatività dell’intervento armato superiore all’intervento in IRAQ

ciò che è successo non è assimilabile a nessun altro precedente nella storia , moderna, spesso si cita l’iraq e Saddam Hussein, ma in quel caso analogo ha in comune solo le menzogne. Ma in quel caso almeno l’attacco certamente non fu deciso in pochi giorni.

La risoluzione ONU non veva a tema un giudizio morale o politico ma dei fatti, ma è stata tradita. Di fatto è stata l’ombrello stretto delle operazioni belliche.

Per finire noto in questi giorni che spessissimo si dimentica che la ragione di questa guerra non è stata il giudizio morale o politico  di Gheddafi, ne per la dittatura  durata 40 anni (ma in questo caso non citiamo cosa c’era prima), ma la causa “legittimatrice” è stata ” per adempiere ad una risoluzione ONU” – “per difendere i civili”, cosa totalmente sostituita nei dibattiti, articoli di giornale, reportage da altro con “tanto era un tiranno”. Adempiere ad una procedura, che non poteva arrestarsi, perchè capace di arrivare alla fine e di conseguire il suo obiettivo. Incurante delle conseguenze. Sicura di essere nel giusto.

E’ grottesco vedere tanta devastazione in quel paese, le uniche informazioni di parte, una assoluta assenza di informazioni e di verità  ancora oggi. La libertà tanto invocata abbiamo già visto che porterà la sharia. Abbiamo già visto che  è legittimato solo il pensiero unico e il potere ha già fatto capire che aria tira. Si è spento il  fuoco con altro fuoco. Non si spegne il fuoco che si è contribuito ad accendere dicendo di essere soccorritori corsi a proteggere i civili e i vincitori euforici vanno all’inizio sempre daccordo.

Concludo con le parole del Papa Benedetto oggi ad Assisi che risuonano quanto mai vere, ha detto riferendosi al precedente evento con la presenza di Giovanni Paolo II:

“Purtroppo non possiamo dire che da allora la situazione sia caratterizzata da libertà e pace. Anche se la minaccia della grande guerra non è in vista, tuttavia il mondo, purtroppo, è pieno di discordia. Non è soltanto il fatto che qua e là ripetutamente si combattono guerre – la violenza come tale è potenzialmente sempre presente e caratterizza la condizione del nostro mondo. La libertà è un grande bene. Ma il mondo della libertà si è rivelato in gran parte senza orientamento, e da non pochi la libertà viene fraintesa anche come libertà per la violenza. La discordia assume nuovi e spaventosi volti e la lotta per la pace deve stimolare in modo nuovo tutti noi”. (…)

”Siamo qui con la consapevolezza di una chiamata comune a vivere insieme in pace, quale profonda aspirazione che risuona incessantemente nei nostri cuori. L’infaticabile ricerca del conseguimento di questo desiderio ci rende compagni di viaggio”.

Preghiamo la Madonna che gli uomini “che possono” siano animati da questo.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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