Quel riferimento a Dio nel discorso di Putin alla nazione, la guerra e l”aiuto’ occidentale (peggiore della guerra stessa)

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Putin il 18 marzo 2022 ha tenuto un discorso alla Nazione in occasione dell’anniversario dell’annessione della Crimea.

In particolare, alcuni miei amici si sono scandalizzati quando Putin ha dato un riferimento anche religioso alla via che ha scelto di intraprendere (ovvero all’invasione dell’Ucraina finalizzata a far cessare il conflitto in Donbass, l’isolamento della Crimea e scongiurare l’ingresso di KIev nella NATO). Quindi ho cercato di dare una mia valutazione che vi propongo. È solo un tentativo di riposta che non pretende di essere ‘giusto’ ma sincero.

Specificatamente, le parole del presidente della RF sono queste: “(…) È salvare le persone da questa sofferenza, da questo genocidio: questo è il motivo principale, il motivo e l’obiettivo dell’operazione militare che abbiamo lanciato nel Donbass e in Ucraina, questo è esattamente l’obiettivo. E qui, si sa, mi vengono in mente parole della Sacra Scrittura: non c’è più amore, come se qualcuno desse la vita per i suoi amici. E vediamo come i nostri ragazzi agiscono e combattono eroicamente durante questa operazione.
Queste parole provengono dalle Sacre Scritture del cristianesimo, da ciò che è caro a coloro che professano questa religione. Ma la linea di fondo è che questo è un valore universale per tutti i popoli ei rappresentanti di tutte le fedi in Russia, e in particolare per il nostro popolo, principalmente per il nostro popolo. E la migliore conferma di ciò è come combattono, come si comportano i nostri ragazzi durante questa operazione militare: spalla a spalla, si aiutano, si sostengono a vicenda e, se necessario, coprono il proprio fratello con i loro corpi da un proiettile sul campo di battaglia. Non abbiamo avuto una tale unità per molto tempo.“.

Proviamo a parlarne. Innanzitutto, i nostri giudizi sono come ‘indirizzati’ dalla narrativa corrente. I media ‘sapientemente’ – rispetto agli avvenimenti in essere in Ucraina –  scelgono determinate immagini rispetto ad altre e agiscono in modo predeterminato ad ottenere risultati. Soprattutto, il loro giudizio è inquinato da una narrativa volutamente parziale che descrive le ragioni della guerra solo di una parte (e prendono in esame ‘gli ultimi sei minuti’), il che costituisce una informazione incompleta e fuorviante.

Riguardo al giudizio morale sulla guerra ucraina

Se come cristiani, condanniamo questa guerra, condanniamo ogni guerra. Tuttavia, questo non è accaduto sempre. A volte abbiamo ammesso delle guerre perché ‘morali’, ed ora molti condannano questa guerra perché considerata immorale. Cosicché, qualsiasi ragione viene cancellata dal giudizio di ‘immorale’.

Il risultato qual è? Il risultato è che questo giudizio ha rotto ogni vincolo nelle azioni della maggior parte dei governi occidentali. Essi, in nome della pace, hanno ingaggiato tra loro una vivace competizione per fornire armi, soldi e combattenti. Non importa loro se il risultato di questi atti sia oggettivamente prolungare la guerra ed allontanare una soluzione che duri nel tempo. Una volta costruito un feticcio, un mostro, ogni azione è giusta perché ‘morale’.
La disonestà in tutto questo, è estromettere tutto ciò che farebbe crollare questa narrativa. Quindi non si tratta di una sincera posizione pr la pace ma di un metodo per raggiungere obiettivi terzi. Questi obiettivi sono gli stessi per cui Putin ha dichiarato guerra.

La non sincerità dell posizioni occidentali viene rivelata soprattutto dal fatto che si è estromesso un pubblico dibattito sulle ragioni delle parti.  In fondo, questa omissione è il motivo stesso per cui comincia ogni guerra. Ogni guerra avviene per una inimicizia diffusa che non mette al primo posto il destino dell’uomo. In fondo per una menzogna eretta a sistema. Allora, a volte, quando non si scorgono vie d’uscita, inizia il dramma della guerra. Ma è proprio la propria presunzione e superbia a non farle scorgere. Potremmo dire che è proprio la semplificazione grossolana della realtà, adottata nella guerra ucraina, la vera origine della guerra.
In definitiva, ogni guerra inizia quando spariscono le ragioni dell’altro e non si cerca la cooperazione, l’integrazione. Almeno così è cominciata ogni grande guerra, successivamente alle due grandi guerre mondiali.

Quindi, se si dice che la guerra in corso in Ucraina non è giusta in quanto guerra, questo non può che trovarmi d’accordo: c’è sempre una via d’uscita più onorevole e più giusta della guerra. Ma per trovare una via di giustizia, bisogna trovare il consenso delle due parti e venire incontro alle reciproche esigenze.  Queste esigenze devono essere però di verità; devono rispettare il bene comune e la legittima aspirazione degli stati, e soprattutto dei popoli e dei singoli, verso i quali gli stati sono al servizio. Questo non è stato fatto, ma si è attivamente preparata la guerra. Quindi quella attuale, intrapresa dagli stati occidentali, non è una via di pace.

Una lotta escatologica

Bisogna tener conto che – prima di Putin – anche il Patriarca ortodosso Kirill ha dettole stesse cose. In primo luogo, ha descritto la guerra ucraina come una guerra che non ha cominciato i russi; in secondo luogo, ne ha dato una motivazione anche escatologica.

Infatti, nel sermone nel giorno del Perdono, nella cattedrale a Mosca, il 7 marzo Kirill ha affermato che la situazione attuale, che ha definito “praticamente l’inizio delle ostilità”, è dovuta al fatto che per otto anni alcune forze hanno cercato di distruggere ciò che esiste nel Donbass. Secondo Kirill, “c’è un rifiuto, un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che vengono offerti oggi da coloro che rivendicano il potere mondiale”. Quindi per Kirill la libertà che il mondo occidentale promuove in fondo è il un “passaggio” al mondo del “consumo eccedente, il mondo della “libertà” visibile, che ha la sua apoteosi nella celebrazione delle “parate gay”.

“Una vera guerra è in corso oggi su questi due modi di concepire la vita”. “Chi sta attaccando l’Ucraina oggi, dove la repressione e lo sterminio delle persone nel Donbass sono in corso da otto anni?” – Kirill ha posto questa domanda. Ha quindi aggiunto: “(…) siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico”.

Putin ha ripetuto più o meno le stesse parole del Patriarca Kirill. E’ ciò che ha detto e ridetto in molte altre occasioni, almeno da 10 anni. Ma nessuno prima d’ora ha dato importanza a quelle parole.

Donbass 2015 casa bombardata dalle forze ucraine

La guerra non è cominciata oggi

La mia posizione è contro ogni guerra, ma dire che la guerra l’ha cominciata Putin è un errore. Se le nazioni europee avessero voluto la pace non avrebbero armato l’Ucraina ed avrebbero praticato la giustizia. La guerra non è mai la soluzione. Ma a questo punto non posso che dissentire profondamente con le posizioni occidentali, ove è negata ogni ragione a favore di una semplificazione che porta con sé un gran numero di menzogne ed omissioni.

Ma in tutto questo, ciò che è più triste è che l’intervento ‘riparatorio’ che stanno svolgendo gli stati occidentali, soffre della comprensione di ciò che è accaduto. Possiamo dire che la riparazione è peggiore della guerra stessa.

Quindi, riguardo al riferimento che Putin ha fatto del sacro in merito alle attuali circostanze, alle attuali vicende umane, credo che chiunque possa nominare Dio e giudicare che le proprie azioni in fondo mirano ad un mondo migliore in cui sia riconosciuto la giustizia e il senso trascendentale della vita. Questo in fondo è come giudicare il proprio limite, la propria personale sconfitta e non certo giustificare la guerra. In fondo lo fanno tutti. Lo fanno gli uomini in momenti importanti della vita, quando si sentono di ringraziare Dio per una Grazia. E lo fanno la maggior parte degli uomini in guerra – dopo magari che hanno ucciso altri uomini -, quando colpiti, sono vicini alla fine di questa vita terrena. Credo sempre tutti guardino lo stesso Dio.

Tutti cerchiamo la pace. Non credo che Putin abbia evocato un ‘dio della guerra’. Lui realmente crede di essere nel giusto (ma ne sente il peso) e crede che la società di oggi sia retta da valori improponibili alla società russa, alla sua tradizione. Le intenzioni sono buone ma dall’una sia dall’altra parte manca probabilmente l’umiltà di accettare Cristo stesso. Questa è l’unica via, ricercare morali non serve se non ci si affida a Cristo stesso.  Questo è il dramma degli uomini e della nostra quotidianità. Questo è il peccato. Riconoscere nella vita questa drammaticità, questo ‘già e non ancora’ è la libertà che Dio ci ha dato: la libertà di riconoscere è la grandezza ed insieme il dramma dell’uomo.

Se i russi credono a questo messaggio? Per la maggior parte sì, credono realmente che l’occidente odi la Russia, tant’è che denazificazione’ per i russi non significa tanto fare riferimento al nazismo, ma a coloro che sono contro la Russia e che hanno causato 26 milioni di morti. Credono che nazisti siano coloro che hanno aggredito in passato la Russia e la mettono ancora in pericolo oggi.

VPNews

 

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1 . La visione di Putin sui principali temi mondiali: Valdai 2017

2 . Putin capisce tutto. Perché non lo capiamo? (American Conservative, USA)

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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