Dopo la finta ricerca della pace dei ‘negoziatori’ e della ‘comunità internazionale’ , la Russia rimescola le carte.

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Secondo Arab source , giovedì mattina ”per la prima volta dal loro arrivo in Siria, l’aviazione russa ha lanciato una serie di attacchi aerei di precisione sopra campagna orientale del Governatorato di Aleppo, puntando sulle posizioni dello Stato Islamico  (ISIS) , mentre l’esercito siriano (SAA) attaccava il gruppo terroristico al suolo’.

I caccia russi alcuni giorni fa sono improvvisamente comparsi  nell’ aeroporto militare  di Hmamiyat nella città costiera siriana di Jableh situata a 50 km da Tartus.

La rivista specializzata ‘Avionist’ e il network TV statunitense FoxNews confermano che i 28 jet russi Sukhoi sono arrivati in Siria viaggiando per tutto il tragitto sotto  ‘la pancia’ degli di aerei da carico l-76, facendo una sosta per rifornimento in Iran, lungo la rotta verso la Siria. Lo scopo di questo accorgimento era di non rivelare la loro presenza se non ‘a fatto compiuto’.

Nell’ultima fase di avvicinamento a Latakia gli aerei da trasporto russi sono stati raggiunti da aerei siriani tra cui alcuni SyAAF Mig-29 jet Fulcrum, levatisi in volo per salutare e scortare quelli russi nello spazio aereo siriano.

‘Avionist’ rivela che le forze aeree israeliane di sorveglianza ISR (Intelligence israeliana sorveglianza ricognizione) hanno monitorato l’ultima fase di avvicinamento con aerei spia G.550 Eitam CAEW (Conformal Airborne Early Warning) e G.550 Shavit ELINT (Electronic Intelligence) tra il libano e Cipro.

Report affidabili dicono che attualmente sono dispiegati a Latakia circa 2000 uomini tra forze speciali, ingegneri e piloti russi. I Marines russi stanno contribuendo ad addestrare le “Forze di difesa nazionale” civili siriane (NDF) nella zona est di Latakia (Slunfeh), ad est di Tartous (Safita) e a Homs sud-ovest (Wadi Al-Nasara).

 

Sukhoi_Su-30_inflight

Le unità russe sono posizionate solo nelle aeree che sono considerate sicure roccaforti. Nella zona sono presenti anche forze iraniane.

Se i ribelli islamici tentassero di attraversare le pianure di Al-Ghaab di Hama-ovest verso le colline del sud-est di Jabal Al-Akràd, si troveranno in mezzo ad un gruppo elitario di marines russi e guardie rivoluzionarie iraniane che sono di stanza in questa zona.

Tradotto: è ormai improbabile che si crei una no-fly zone in Siria a meno che non si voglia abbattere gli aerei russi, il che è altamente improbabile e pericoloso.

E’ altresì improbabile che si continui ad aiutare le forze di opposizione perché questo significherebbe facilitarle ad uccidere i militari russi sul terreno con inimmaginabili conseguenze. Insomma la ‘proxy war’ in atto diventa più complicata.

Vedremo i passi che le grandi potenze occidentali faranno. Finora si registra qualche positivo passo di apertura da parte della Merkel e degli USA che sembrano aver eliminato la preclusione ad una cessazione del conflitto senza la preventiva rimozione di Assad..

Dobbiamo constatare amaramente che il vecchio linguaggio della contrapposizione militare Russia-USA (ed alleati) rappresenti per l’occidente un argomento più valido delle migliaia di morti innocenti e dei tentativi di negoziati-farsa visti finora. Non bisogna però coltivare eccessive e facili illusioni: 5 anni di guerra ci hanno abituati ad improvvisi ‘dietrofront’ , avvenuti subito dopo sporadiche e momentanee aperture.

La drammaticità dei fatti ci induce a fare una seria riflessione sull’umano cammino che la comunità mondiale ‘che conta’ sta compiendo: il relativismo etico, nell’era dei ‘diritti’, induce a ritenere la pace un bene superfluo e riemergono le vecchie logiche. Il potere  sempre alla ricerca di generare con ogni mezzo immensi profitti non si ferma di fronte a nulla. Per il raggiungimento di tali obiettivi causa ed accetta le devastazioni, la fame e la miseria dei popoli .

Patrizio Ricci- Vietato Parlare

 

 

 

 

 

 

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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