L’11 aprile 2025, a San Pietroburgo, si è svolto un evento che va ben oltre la celebrazione della Marina militare: è stato uno spartiacque, un momento di chiarimento strategico in un mondo che ha smesso di cercare la pace. Il presidente Putin ha effettuato un vertice sulla strategia di sviluppo della Marina Militare russa fino al 2050. In tale occasione ha illustrato la visione della Russia da qui al 2050 in ambito marittimo, ma sarebbe riduttivo leggerla solo come una questione militare. L’intervento ha toccato, le coordinate politiche, economiche e geopolitiche che guidano oggi Mosca in un mondo sempre più frammentato, competitivo e ostile.
Il messaggio è chiaro e inequivocabile: la sicurezza non può più essere il privilegio esclusivo dell’Occidente. È un diritto universale che esige rispetto reciproco, ascolto, e una reale volontà di dialogo. Ma, alla luce dei fatti, questo è diventato un appello vuoto. O peggio, un’illusione tradita.
Una fiducia perduta e un lutto collettivo
Le parole pronunciate da Putin risuonano su uno sfondo tragico: quello della guerra in Ucraina, che ha segnato un punto di non ritorno nei rapporti tra Russia ed Europa. Una tragedia che poteva e doveva essere evitata, e che invece si è consumata per l’ostinazione ideologica di un’élite che ha preferito sacrificare migliaia di vite sull’altare delle proprie menzogne.
La Russia – piaccia o no – aveva teso più volte la mano all’Europa. Il popolo russo chiedeva avvicinamento, dialogo, cooperazione. Ma ha ricevuto in risposta sospetti, intrighi, sanzioni, armi e inganni.
E ora, dopo un tributo di sangue inimmaginabile, quella fiducia è stata irrimediabilmente perduta.
Per questo la visita a San Pietroburgo non è un semplice atto celebrativo. È una dichiarazione di consapevolezza: la Russia si prepara a lungo termine. Non nella speranza di un’intesa, ma nella certezza che l’Occidente ha scelto lo scontro come metodo. Il nemico non è teorico. Ha nomi, metodi, e parla ogni giorno il linguaggio dell’aggressione mascherata da virtù.
8,4 trilioni per la Marina: un investimento sulla sovranità
Fulcro dell’annuncio presidenziale è stato il piano da 8,4 trilioni di rubli (circa 100,5 miliardi di dollari) destinato alla Marina entro il 2035. Un investimento imponente, orientato alla modernizzazione delle flotte, all’autonomia tecnologica e alla difesa di aree strategiche come la Northern Sea Route. Il potenziamento risponde – è bene sottolinearlo – a una pressione militare NATO crescente, sempre più esplicita nel Mar Nero e nei mari del Nord.
In Occidente si grida alla minaccia, si demonizza ogni mossa russa. Ma nessuno si scandalizza quando Washington stanzia oltre 230 miliardi di dollari per la propria flotta. Nessuno solleva dubbi quando l’Alleanza Atlantica minaccia, esercita, mina e sanziona. È solo la Russia, evidentemente, a non poter proteggere i propri interessi.
Ma l’interrogativo rimane: chi ha davvero interesse a destabilizzare l’ordine mondiale?
Witkoff, Trump e la finestra (socchiusa) sul dialogo
Sul versante diplomatico, ha fatto notizia – o meglio, avrebbe dovuto farla – l’incontro riservato tra Putin e l’imprenditore statunitense Steve Witkoff, vicino a Donald Trump. Incontro avvolto nel riserbo, ma dal peso evidente. Si è parlato – con ogni probabilità – di Medio Oriente, Iran, e di una possibile apertura verso una politica americana più realista, meno ideologica, più pragmatica.
Ovviamente, l’incontro è stato ignorato dai media occidentali. Come tutto ciò che rompe la narrazione unica.
Eppure, sono proprio questi i segnali da cogliere, se si vuole uscire dal vicolo cieco del confronto perenne. Trump, piaccia o no, rappresenta oggi l’unica ipotesi politica occidentale capace di scardinare l’unanimismo guerrafondaio dell’asse euroatlantico.
Dyumin, la successione e la stabilità come metodo
Anche se questa consderazione è estranea al contesto del vertice, un altro elemento da leggere tra le righe è il ruolo sempre più centrale di Alexei Dyumin, figura emergente all’interno della leadership russa. Nessun annuncio ufficiale, ma segnali inequivocabili. L’Occidente interpreta ogni passaggio di testimone come segnale di instabilità, ma in Russia la continuità non è rottura, è metodo.
La transizione del potere, se e quando avverrà, sarà funzionale a garantire coerenza strategica, non cambiamento di rotta.
Difendersi, non espandersi: la vera dottrina russa
Un punto centrale del discorso presidenziale è stata la riaffermazione della dottrina difensiva della Marina.
In un clima mediatico drogato, dove ogni rafforzamento russo è “aggressione” e ogni provocazione NATO è “prevenzione”, Putin ha rimesso i termini nella giusta cornice: la Russia reagisce a un contesto di ostilità crescente, non lo crea.
Non è un caso che la componente nucleare navale sia stata aggiornata al 100%. Non per minacciare, ma per deterrere. Per ricordare che la sicurezza non si ottiene disarmando l’avversario, ma riconoscendogli pari dignità.
Robotica, droni e risposta alle nuove guerre
La modernizzazione navale russa punta anche all’innovazione. Droni, intelligenza artificiale, sistemi robotici: il futuro della guerra non è solo acciaio e missili, ma controllo, adattamento, velocità.
L’esperienza ucraina ha mostrato vulnerabilità, ma la Russia ha saputo ascoltare la realtà e correggersi. Una lezione che in Europa, dove si continua a ripetere slogan e narrazioni, non si vuole proprio imparare.
Verso un mondo multipolare, non subordinato
In ultima analisi, ciò che emerge dal discorso di San Pietroburgo è il rifiuto netto dell’unipolarismo occidentale. La Russia non vuole esportare modelli, ma non accetterà mai più di subirne.
Il potenziamento navale è solo un tassello di una visione più ampia, fondata su sovranità, equilibrio, reciprocità.
La guerra dell’informazione: il ruolo dei media
Ecco perché Putin ha dedicato spazio alla denuncia del sistema mediatico occidentale, che trasforma ogni gesto russo in minaccia, e ogni provocazione occidentale in “difesa della libertà”.
Una manipolazione costante, ormai palese, che serve a un solo scopo: mantenere alta la tensione e impedire che l’Europa pensi con la propria testa.
Ma la verità, per quanto nascosta, si fa strada. E la storia, come sempre, per chi indaga e ricerca, è maestra.
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Appendice:
Discorso di Vladimir Putin all’apertura dell’incontro sulla strategia navale della Federazione Russa – San Pietroburgo, 11 aprile 2025
Vladimir Putin:
Cari colleghi, buonasera.
Oggi, nella storica capitale navale della Russia, San Pietroburgo, affacciata sul Baltico, affrontiamo una serie di questioni cruciali legate al rafforzamento e allo sviluppo della Marina militare. Definiremo gli obiettivi prioritari per il futuro e analizzeremo in profondità le prospettive dell’industria cantieristica, intesa nel senso più ampio del termine.
Desidero sottolineare che dedichiamo un’attenzione costante e concreta al potenziamento della Marina. Recentemente, come sapete, alla fine di marzo è stato varato a Severodvinsk un nuovo sottomarino d’attacco di classe Yasen-M, il Perm. In tale occasione, abbiamo discusso ampiamente delle principali questioni riguardanti lo sviluppo della flotta, il benessere del personale e delle loro famiglie, nonché la ristrutturazione delle basi navali e delle infrastrutture delle città militari – particolarmente rilevanti nei territori artici.
Ribadisco con convinzione: la Marina ha storicamente avuto – e continua ad avere – un ruolo fondamentale nella difesa della nostra sovranità, nella sicurezza nazionale e nella tutela degli interessi russi negli oceani. Oggi come domani, le nostre forze navali devono essere in grado di adempiere con efficacia a tutto il ventaglio dei compiti loro assegnati.
Negli ultimi anni abbiamo avviato un vasto programma di ammodernamento della flotta. Dai cantieri navali di Kaliningrad a quelli di Vladivostok è in corso la costruzione in serie di navi di superficie e di sottomarini lanciamissili, tra cui le moderne classi Borey-A e Yasen-M, grazie a cospicui investimenti.
Negli ultimi cinque anni sono state costruite 49 unità navali di diverse tipologie. Dal 2020 al 2024, la Marina ha ricevuto quattro sottomarini strategici Borey-A e quattro sottomarini multiruolo Yasen-M.
Tuttavia, è evidente che l’evolversi della situazione internazionale, l’emergere di nuove minacce – anche nelle aree marittime – e l’accelerazione delle trasformazioni tecnologiche e digitali (robotica, sistemi senza equipaggio), impongono oggi la definizione di un nuovo volto per la Marina russa.
In quest’ottica, è fondamentale determinare le caratteristiche prospettiche della flotta del futuro: dalla composizione equilibrata dei mezzi alle capacità del nostro potenziale scientifico e industriale, passando per la progettazione e la produzione di nuove unità e mezzi di supporto.
Tutto ciò deve avvenire in modo sistematico e coerente. È indispensabile sviluppare con equilibrio tutti i rami della Marina: dalle forze subacquee a quelle di superficie, dall’aviazione navale alle truppe costiere d’artiglieria e missilistiche, incluse le attrezzature di supporto.
Un compito prioritario resta naturalmente il rafforzamento del componente strategico nucleare navale – pilastro essenziale della sicurezza nazionale e dell’equilibrio globale. A oggi, la percentuale di armamenti e dotazioni moderne nelle nostre forze strategiche navali ha raggiunto il 100%, e questo standard dovrà essere mantenuto anche negli anni a venire.
Contestualmente, è necessario proseguire – e anzi, intensificare – la produzione in serie di navi moderne appartenenti a diverse classi, equipaggiate con le tecnologie più avanzate: armi ad alta precisione e ipersoniche, sistemi robotici, nuovi apparati di comando, ricognizione, comunicazione, radar, sonar e navigazione.
Il sottomarino Perm, varato lo scorso 27 marzo, è un esempio eloquente: si tratta del primo battello equipaggiato con missili da crociera ipersonici Zircon.
Mi chiedo: qual è la gittata dello Zircon?
Comandante A. Moiseev:
Compagno Comandante Supremo, circa 1.000 chilometri.
V. Putin:
E con una velocità di quasi Mach 10. Si tratta, di fatto, di un’arma in grado di assolvere a compiti di valore strategico.
In parallelo, occorre aggiornare la formazione del personale, ponendo alla base dell’addestramento navale una strategia moderna e tattiche aggiornate, anche alla luce dell’esperienza maturata con l’operazione militare speciale.
Desidero evidenziare che per il prossimo decennio sono stati stanziati 8.400 miliardi di rubli per la costruzione di nuove navi e imbarcazioni. Questi fondi dovranno essere integrati nel nuovo Programma statale per gli armamenti. Poco prima di questo incontro ho discusso la questione con il Ministro delle Finanze: i finanziamenti sono previsti, ma dipenderà dal piano complessivo di sviluppo della Marina – ed è proprio di questo che discuteremo oggi.
In parallelo, dobbiamo valutare con realismo le effettive capacità del settore navale, dell’industria meccanica e della produzione di macchinari e strumenti. È inoltre necessario dare piena attuazione alle disposizioni già impartite, anche tenendo conto delle conclusioni dell’incontro del 26 giugno scorso dedicato allo sviluppo della cantieristica navale.
Come già concordato, va posta particolare attenzione al tema dei costi nella costruzione navale e allo sviluppo della produzione nazionale di componenti e attrezzature.
Un ambito a sé stante, ma fondamentale per la crescita qualitativa della nostra Marina, è lo sviluppo e la produzione di droni navali e sottomarini robotici, insieme all’introduzione su larga scala di imbarcazioni di superficie e subacquee senza equipaggio.
Tutti questi sistemi – operanti in aria, sott’acqua e in superficie – dovranno essere integrati in una rete unificata di ricognizione e attacco, interconnessa con il nostro gruppo di satelliti.
Ribadisco: solo lo sviluppo integrato e l’adozione di soluzioni tecnologiche d’avanguardia consentiranno alla Russia di rispondere con efficacia alle sfide globali. Garantire la sicurezza nazionale, difendere la sovranità e tutelare i nostri interessi negli oceani richiede una flotta moderna, agile e profondamente interconnessa con il mutamento degli equilibri geopolitici e tecnologici del mondo contemporaneo.
(da: servizio stampa della presidenza della Federazione russa)