Prigionieri dei mercati e anestetizzati

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Nell’Europa le due conquiste politiche più importanti sono state :  la sovranità monetaria e la democrazia , ora entrambe le stiamo perdendo e nessuno sembra accorgersene.
Anche Bussola quotidiana  oggi si occupa dell’economia  con l’articolo “il tramonto dell’economia nella miopia della politica” con un giudizio nettamente negativo sul nostro governo.
Si rammarica che tutto ciò che ci richiede la Merkel e Sarkozy sia dal governo Berlusconi  non attuato immediatamente, come se la ricetta della BCE e dell’asse franco-tedesco, per forza sia quella giusta.
Non si chiede quale sia il traguardo di questa corsa. E che conseguenze avrà per esempio la tanto decantata abolizione della pensione di anzianità.  Non ci si chiede perché ci si chiedono sacrifici uguali per tutti quando a pagare le colpe di pochi immancabilmente devono essere tutti, e a volte tutti meno quelli che hanno causato in primis il crollo finanziario con il loro personale comportamento. Se ci sarà una categoria che sopravviverà indenne alla crisi sono i poteri forti  delle banche e delle multinazionali. Saranno le prime ad essere salvate.
Sempre di più penso che la crisi attuale non è dovuta solo ad una crisi del mondo reale , della gente, infatti chi ha spinto la gente al consumismo e ha favorito la perdita di se?
Questo senso di colpevolezza che i giornali anche cattolici hanno riferendosi all’economia ed alla crisi non è forse quello che ci spingono a fare?
Ma riflettiamo come è nata questa crisi ‘ La crisi è finanziaria ed è dovuto alla grande finanza e al sistema del debito con cui si finanziano le attività degli stati. Gli stati non hanno la banca nazionale e non hanno sovranità monetaria, in Europa ci sono stati poveri e stati ricchi, inevitabilmente una moneta uguale per tutti deve essere un’impresa impossibile. Specialmente per come si è operato finora.
Il frutto politico, voluto o non voluto non lo so, che questa via intrapresa dalla troika europea sarà una perdita di diritti da parte di tutti, principalmente delle classi sociali meno  abbienti,  saranno i banchieri  e una ristretta elites non eletta dai popoli  a dirigere la vita ed il proprio futuro con effetti sempre più evidenti nella vita quotidiana, una classe politica di fronte alla quale il don Abbondio di Manzoni è un eroe.

Sono daccordo che tutto questo è un bene , perché probabilmente non ci porterà di nuovo, almeno in tempi brevi, non ci porterà  a vivere spensierati come prima, ma creerà grandi sperequazioni,  conflitto sociale, ci toglieranno quello che con campagnie d’illusione ci hanno costretto a comperare e puntare, su un modello di vita che non ci siamo inculcati in testa da soli, ma usciremo forse da questa atmosfera soporifera. E questo è positivo. Però che dobbiamo sentirci anche colpevoli, no, questo non lo accetto. C’è stato l’altro giorno un guizzo che forse ricadrà miseramente ma l’abbiamo visto in Grecia , ciò’ che ha fatto inorridire i vertici della UE giudicandolo irresponsabile: chiedere al popolo del proprio destino. Il popolo greco non è lo spendaccione che si vuol far credere in TV , ha solamente un sistema fiscale da schifo dove l’80 per cento della popolazione paga tutto e il 20 per cento chi ha più soldi non paga nulla, l’esito negli anni passati dell’accordo dei militari con il potere. Si parla di un paese in cui negli ospedali non ci sono più medicinali perché le case farmaceutiche non li passano in quanto sono insolventi e la gente porta da mangiare da casa ai malati. Ed ora gli si chiede di più.
Nessuno dei nostri media riferisce che  Papandreu sembra abbia detto (è comunque è il senso del referendum): “La Democrazia e’ al di sopra della volontà’ dei mercati”. Credo che sia una verità’ ovvia per molti di noi ma rimossa dai media
in maniera attenta. L’unica soluzione per la Grecia è uscire dall’euro, perché lo dicono anche molti economisti che non potrà riprendersi. Eppure il giudizio sulla Grecia e sul suo governo è stato negativo, addirittura il Daily Telegraph ha scritto, riportando le voci che circolano negli ambiti dell’alta finanza, e del governo inglese, che forse una dittatura militare e un golpe sarebbe stato  più positivo.
La ricetta che si porta avanti è fortemente voluto dall’asse franco-tedesco. Perché? Perché  loro non vogliono svalutare la loro moneta e preferiscono vedere il resto dell’Europa annaspare per raggiungerli.
Non si può rifinanziare il debito all’infinito, arriva il punto in cui il sacrificio diventa insostenibile senza migliorare peraltro la situazione.  E c’è chi anche non scommetterebbe nulla sulla ripresa dell’euro , la ragione è perché non bastano qualche centinaio di milioni di euro di entrata o di risparmio,  ma la cifra di almeno almeno 2-3 trilioni di euro.
Non dimentichiamo comunque che un conto è salvare uno stato , un conto è salvare l’Europa, specialmente tra i fuochi incrociati dei ribassisti delle varie borse che speculano sulla situazione aggravando a dismisura la situazione.
Allora il gioco è truccato e le virtù dei cittadini non bastano, si devono inventare nuove regole. Non gioca a favore per esempio che sia la Francia, sia l’Italia, sia la Germania sono paesi prossimi alle elezioni e certe decisioni sono ad uso e consumo interno ed elettoralistico.
Bisogna avere il coraggio di guardare a ciò che giudichiamo vero e ciò che ci unisce anche al costo di perdere qualcosa. Quegli uomini che pensano solo a far quadrare i conti saranno capaci di scelte coraggiose? Sicuramente no, perchè giudicano necessaria la perdita della sovranità nazionale in nome della finanza globalizzata. Quando si vuol mettere nelle costituzioni nazionali il pareggio di bilancio e una consultazione popolare si giudica “inutile” i tempi sono veramente cupi.

VietatoParlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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