Presto i referendum” nelle repubbliche indipendentiste: quali sono i piani del Cremlino?

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Sui referendum e sulle prospettive, questo il commento del vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitrij Medvedev:

È urgente e necessario tenere dei referendum nel Donbass, l’area sud orientale dell’Ucraina, per determinare la loro volontà di adesione alla Federazione Russa.  “I referendum nel Donbass sono di grande importanza non solo per la protezione degli abitanti di LPR, di DPR e di altri territori liberati, ma anche per il ripristino della giustizia storica”.  “Cambiando completamente il vettore di sviluppo della Russia per decenni, e non solo del nostro paese. Perché dopo che saranno realizzati, e nuovi territori entreranno a far parte della Russia, la trasformazione geopolitica nel mondo diventerà irreversibile”
Dopo l’annessione dei territori alla Federazione Russa, il Paese potrà usare la forza per proteggersi, poiché l’invasione del suo territorio sarà considerata un crimine e ha anche affermato che nessuno dei futuri leader della Federazione Russa, in futuro, potrà annullare la decisione di annessione del Donbass. “Ecco perché Kiev e l’Occidente hanno così paura di questi referendum. Ecco perché devono essere indetti”, ha scritto Medvedev sul suo canale Telegram..

Il canale Telegram Klymenko Time ha ricapitolato i principali eventi di oggi:

– sono stati annunciati per il 23-27 settembre lo svolgimento di “referendum” sull’adesione alle regioni “LPR”, “DPR”, Kherson e Zaporozhye alla Federazione Russa;

– La Duma di Stato ha introdotto emendamenti al codice penale della Federazione Russa in materia di crimini militari durante il periodo di mobilitazione, questo vuol dire legge marziale o tempo di guerra, che allude chiaramente alla possibilità di introdurre questa legislazione in Russia;

– I media russi diffondono informazioni che il presidente Putin e il ministro della Difesa Shoigu parleranno oggi al popolo della Federazione Russa. Questo, unito al resto degli eventi di oggi, suggerisce la possibilità di alcuni annunci importanti;

– Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha incaricato il Segretario di Stato del Consiglio di sicurezza della Repubblica di Bielorussia Alexander Volfovich “di non semplificare l’addestramento militare” e, se necessario, di allertare i quadri unità, della difesa territoriale e la “milizia popolare”, schierandole secondo la legislazione di guerra.

Consideriamo cosa potrebbe significare questa notizia, e come si sta preparando il Cremlino al dopo ”annessione” delle regioni “LPR”, “DPR”, Kherson e Zaporozhye.

Tenendo conto della legislazione russa e delle specificità delle decisioni dei vertici, dopo l'”annessione” di questi territori, Mosca potrà dichiarare che l’Ucraina “ha attaccato il territorio della Federazione Russa”, e quindi introdurre la legge marziale su almeno una parte del territorio della Russia e/o almeno dichiarare una mobilitazione parziale [che può limitarsi alla convocazione di ufficiali di riserva, persone che hanno svolto il servizio militare negli ultimi tre o cinque anni, nonché stranieri. alla stregua di quanto fanno le truppe ucraine].

Queste misure consentiranno teoricamente alla Federazione Russa di rafforzare in modo significativo il contingente coinvolto nella campagna militare in Ucraina, introducendo in queste regioni unità che in precedenza non erano coinvolte nella “operazione militare speciale”. Tenendo conto del fatto che, secondo le dichiarazioni del rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino Vadim Skibitsky, la Federazione Russa ha 300-350 mila truppe aggiuntive che non sono coinvolte in Ucraina, ciò può influire seriamente sulla situazione al fronte, anche senza tener conto della mobilitazione in Russia (poiché i mobilitati dovranno essere formati e “armonizzati” per diversi mesi).

Un’altra probabile conseguenza dei “referendum” è l’ampliamento della gamma di armi russe utilizzate in questo conflitto, nonché l’inasprimento delle tattiche militari. Abbiamo visto i primi “suggerimenti” di ciò nei recenti attacchi missilistici alle centrali termoelettriche nella regione di Kharkiv e alle dighe nella regione di Krivoy Rog.

È possibile che se un certo numero di territori dell’Ucraina passeranno dopo il referendum ad essere territorio russo, la parte russa inizierà a utilizzare bombardieri strategici, bombardamenti a tappeto e bombe a vuoto ad alta potenza sul campo di battaglia. L’effetto dannoso di quest’arma è enorme e il suo potenziale utilizzo porterà inevitabilmente a una grande distruzione. Tuttavia, le dichiarazioni su un “attacco ai territori russi” possono giustificare tali azioni agli occhi del pubblico russo.

Vale la pena considerare l’opzione meno probabile, ma più discussa dai media: l’uso di armi nucleari tattiche o addirittura strategiche da parte della Federazione Russa. A nostro avviso, uno scenario del genere è estremamente improbabile. In ogni caso, fino a quando la Russia non avesse subito sconfitte militari evidenti e catastrofiche su tutti i fronti, che l’avrebbero costretta a ricorrere alle “armi dell’ultima possibilità”. Tuttavia, se ciò accadesse, il rischio di un coinvolgimento diretto dei paesi della NATO nel conflitto aumenterà in modo significativo.

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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