Perché non fate votare anche i greci alle elezioni tedesche del 24 settembre?

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Thomas Fricke su der Spiegel con un commento dal tono ironico pone una domanda molto interessante: perché i Greci, che in tutti questi anni hanno dovuto subire le conseguenze dei diktat di risparmio di Schäuble, non possono votare alle elezioni tedesche di domenica prossima? Da Der Spiegel

I giorni che ci separano dalle elezioni sono contati e cresce il rischio che dopo una campagna elettorale noiosa, la prossima settimana molti elettori semplicemente dimentichino di andare a votare.

Cosa accadrebbe se invitassimo i greci a votare con noi? Sarebbe una settimana bella calda. Soprattutto perché i greci dopo le esperienze degli ultimi anni sarebbero perfetti per far uscire qui da noi gli istinti piu’ profondi.

Beh, l’ipotesi è abbastanza inconvenzionale. Il lettore puntiglioso si chiederà se comunque è il caso. Chiaro, bisognerebbe approfondire l’argomento. L’idea di per sé, pero’, è affascinante, e se ci pensate un po’  sarete sicuramente d’accordo.

Primo, sarebbe corretto far votare i greci insieme a noi. Alla fine è stato il nostro Ministro delle Finanze che insieme ad altri politici tedeschi 2 anni fa ha deciso che i greci per poter ottenere nuovo denaro dovevano continuare con la loro austerità fatta di ulteriori tagli alla spesa e aumenti delle tasse. Di fatto i greci con il referendum del luglio 2015 hanno democraticamente bocciato questa politica – il nostro Ministro delle Finanze e i suoi colleghi hanno invece voluto proseguire. E’ la legge di Schäuble. Una sorta di joint-venture democratica in cui pero’ i tedeschi hanno l’ultima parola.

Secondo: i greci – anche se involontariamente – hanno contribuito all’aumento di popolarità delle truppe di Merkel e al fatto che ora possano essere rielette senza troppi problemi. Almeno per quanto riguarda il grande bilancio pubblico del nostro super-ministro.

Come Schäuble ha risparmiato 100 miliardi

Secondo una diagnosi che ormai nessuno ha piu’ il coraggio di mettere in dubbio, la crisi greca ha fatto si’ che sempre piu’ denaro sia stato investito in titoli di stato tedeschi. Fatto che a sua volta ha spinto verso il basso gli interessi su queste obbligazioni, in alcuni casi addirittura in territorio negativo, e ha permesso al Ministro delle Finanze tedesco di non dover pagare interessi sul suo debito.

Secondo i calcoli dell’IWH-Institut, Wolfgang Schäuble avrebbe cosi’ risparmiato 100 miliardi di euro di interessi. La Bundesbank nel calcolare i risparmi per lo stato tedesco dovuti alla crisi finanziaria nel suo complesso, arriva ad importi anche maggiori. Il nostro tesoriere, inoltre, ha incassato anche gli interessi pagati sui prestiti fatti ai greci. Non è uno scherzo.

Basta capire anche solo un po’ di aritmetica per arrivare alla conclusione: senza i greci Schäuble non avrebbe mai raggiunto il pareggio di bilancio. Chissà se sarebbe stato altrimenti cosi’ popolare e se la Cancelliera potrebbe essere rieletta ancora una volta Cancelliera. Io credo che i greci abbiano un po’ anche il diritto di votare insieme a noi – oppure?

La terza ragione è ancora piu’ importante. Certo, abbiamo dato dei soldi ai greci. Da cio’ potremmo trarre la terribile conclusione che anche noi abbiamo il diritto di decidere quello che i greci devono fare con il denaro. Dal punto di vista della democrazia teorica si potrebbe anche argomentare in senso opposto: coloro che hanno dovuto subire gli effetti di una determinata politica, prima o poi devono avere anche il diritto di farsi sentire presso coloro che hanno preso quella decisione, per far sapere se ritengono la decisione giusta o sbagliata e se pensano che sia giusto andare avanti in questo modo. I responsabili politici devono essere chiamati a renderne conto, come accade nelle democrazie mature. Per questo ci sono le elezioni.

Taglio delle spese e aumento delle tasse

E ci sono anche alcuni motivi economici fondati per dubitare che i tagli spietati e l’aumento delle imposte abbiano davvero avuto senso – oppure se sono serviti solo a peggiorare le cose. Il prodotto interno lordo doveva veramente ridursi della metà del valore nominale – fatto dovuto in gran parte ai molteplici tagli? Chi percepisce solo la metà della pensione o la metà dello stipendio, ovviamente puo’ anche spendere solo la metà.

L’ultimo sviluppo suggerisce che le cose possono andare anche diversamente: da un paio di mesi stanno aumentando le buone notizie. L’economia greca è tornata a crescere, la dinamica nell’industria secondo le statistiche (anche se ad un livello fortemente indebolito) è vicina ai livelli di otto anni fa.

E questo non sta accadendo perché improvvisamente la Grecia ha deciso di adempiere a tutte le condizioni dettate – recentemente è stato detto che solo un terzo delle prescrizioni è stato rispettato. Oppure perché ora non sarebbe piu’ uno stato fallito, come spesso nel nostro paese si ama diagnosticare. Invece accade proprio perché i consumi e gli investimenti stanno crescendo di nuovo e nel bilancio pubblico greco non vengono piu’ effettuati tagli strutturali.

Far soffrire gli altri elettori

Una economia prima o poi ha bisogno anche di aria. La questione è se non avesse potuto riceverla anche molto prima, e cioè se un Ministro delle Finanze tedesco non si fosse aggrappato in maniera maniacale al mantra secondo cui il dinamismo economico puo’ essere raggiunto solo attraverso delle rinunce.

Seriamente: c’è qualcosa di assurdo se il nostro Ministro delle Finanze, senza esserselo meritato, alla fine di questo periodo legislativo si fa ammirare per la sua dura battaglia contro il debito. Puo’ permettersi un bilancio cosi’ roseo solo perché gli altri sono in crisi. E l’immagine del duro risparmiatore ce l’ha soprattutto perché invece dei suoi elettori, ha fatto soffrire quelli degli altri paesi. Ad esempio, proprio i greci,

E’ il momento giusto per un’alta partecipazione al voto. Anche se, date le circostanze, resta solo un gioco intellettuale. 



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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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